Supplemento elettronico alla versione analogica del n.
1-2, a. 26, gennaio-giugno
2008
Cristalli di esperienza: nuove prospettive e scenari
per le tesi di dottorato: conservazione, accessibilità, certificazione, formati,
integrazione con open access. Torino, CNBA,
13 maggio 2008
Maria Cassella, laureata in Lingue,
ha diretto dal 1997 la biblioteca d'ateneo dell'Università "Partenope" di Napoli
e quasi fin da sùbito ha collaborato con CIBER. Ha partecipato al gruppo di lavoro di
ITALE per la catalogazione UNIMARC del libro
antico. All'Università di Torino dal 2005, è oggi coordinatore per le Scienze
dell’antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche del sistema
bibliotecario universitario. Redattrice di "AIDAlampi" e parte del gruppo di lavoro del Wiki italiano sull’Open
Access. Ha al suo attivo diverse pubblicazioni, tutte rigorosamente su E-Lis, e
attività didattica sulla misurazione e valutazione delle raccolte
digitali.
Il seminario di studio 2008 del Coordinamento Nazionale delle Biblioteche
di Architettura (CNBA) è stato ospitato dal Politecnico di Torino e ha
affrontato i molteplici aspetti del trattamento delle tesi di laurea e di
dottorato in formato digitale. Bibliotecari, archivisti, informatici,
amministrativi si sono dunque dati appuntamento nella splendida cornice del
Castello del Valentino il 23 maggio a Torino.
Ad aprire il convegno è
stato l'intervento di Paola Galimberti
che ha presentato il quadro dello stato dell'arte in Italia della pubblicazione
ad accesso aperto delle tesi di dottorato, anche sulla base dei risultati di una
precedente indagine condotta da Susanna Mornati, prima, e ripetuta dalla stessa
Galimberti nel 2006 per conto del Gruppo "European E-theses". La situazione
italiana appare oltremodo variegata, con atenei che hanno già avviato da alcuni
anni progetti per la messa in rete delle tesi di dottorato (Pisa), altri che
sono nella fase iniziale ma già avviati (Bologna), altri ancora che stanno per
avviare progetti di questo tipo (Torino, Politecnico di Milano,
Insubria). Galimberti ha esposto il quadro normativo, il problema della
tutela dei brevetti, il tema del deposito legale delle tesi presso le due
biblioteche nazionali centrali e dei formati di consegna (laddove possibile,
PDF/A). Quanto ai dati statistici in Italia, si sono discusse nel 2000 circa
4000 tesi di dottorato. Il numero, però, è salito a 9800 nel 2005.
Mancano in Italia delle policies
nazionali che sostengano il processo di pubblicazione ad accesso aperto di
questo tipo di documenti. Tuttavia, a novembre 2007 sono state pubblicate
le "Linee guida per il
deposito delle tesi di dottorato negli archivi aperti" a cura del
Gruppo di lavoro CRUI-OA [Conferenza dei Rettori delle Università
Italiane - Open Access]. Il documento
della CRUI raccomanda il deposito delle tesi di dottorato negli archivi aperti
[1], consiglia l'adozione di un set di
metadati obbligatori per facilitare l'harvesting e di un regolamento sul
deposito del materiale che stabilisca le modalità di consegna e il formato dei
file da depositare.
Del workflow e dei formati di consegna delle tesi in
formato digitale presso le due biblioteche nazionali centrali ha parlato Giovanni Bergamin della Biblioteca Nazionale
Centrale di Firenze. Quest'ultima, infatti, insieme con la Biblioteca Nazionale
Centrale di Roma, in ottemperanza alla circolare ministeriale n. 1746 del
Ministero dell'Università e Ricerca del 20 luglio 2007, dovrebbe ricevere i
file delle tesi via telematica o
procedere direttamente all'harvesting
delle tesi dagli archivi aperti istituzionali. Quest'ultima procedura è in una
fase ancora del tutto sperimentale. A maggio 2008 è stato portato a termine un
primo test di harvesting dalla Biblioteca Nazionale Centrale
di Firenze in collaborazione con l'archivio AMS "Tesi di Dottorato"
dell'Università di Bologna grazie all'utilizzo del protocollo OAI-PMH [Open Archives
Initiative Protocol for Metadata Harvesting]. Bergamin si è
quindi soffermato sui problemi dei digital
trusted repositories ovvero della certificazione di affidabilità dei
repositories e del problema della
conservazione della memoria digitale, facendo riferimento al modello OAIS [Open Archival
Information System] ovvero allo standard ISO [2] di riferimento per la conservazione del
digitale.
Completamente diversa l'ottica della conservazione digitale
delle tesi di laurea e di dottorato proposta da Gianni Penzo Doria, dirigente dell'Archivio
Generale dell'Università di Padova e uno degli ideatori e promotori del progetto
padovano "Thesis 99". Le tesi infatti, ha esordito Doria, sono documenti dalla
duplice natura: da un lato sono un prodotto della ricerca scientifica,
dall'altro sono un documento amministrativo e, in quanto tale, giuridicamente
tutelabile. Penzo Doria ha sottolineato con enfasi come non esista accesso senza
conservazione, criticando la posizione dei bibliotecari e la loro idea di
accesso telematico alle tesi in quanto, a suo avviso, riduttiva, per il fatto di
essere incentrata unicamente sull'accesso. La posizione degli archivisti,
invece, è di tutelare un documento in forma cartacea - così come in forma
digitale - nelle sue "autenticità" e "integrità". Questi ultimi sono concetti
"portanti" nell'àmbito della conservazione del digitale e non è un caso che
proprio gli archivisti siano stati tra i primi a porsi il problema della
trasmissione della memoria digitale, portando avanti progetti di ampio respiro
quali INTERPARES [International Research on Permanent Authentic
Records in Electronic Systems]. Penzo Doria ha lanciato,
in conclusione al suo intervento, un messaggio affinché le azioni progettuali
digitali che riguardano le tesi di laurea e di dottorato coinvolgano differenti
professionalità e siano interdisciplinari.
La mattinata di studio si è
conclusa con l'intervento di Zanetta
Pistelli dell'Università di Pisa. Pistelli ha parlato dell'archivio ETD
[Electronic Theses and Dissertations],
nel quale dal 2003 vengono inserite le tesi di laurea e di dottorato dell'ateneo
pisano. Quest'ultimo ha dunque precorso i tempi in Italia nel mettere in rete e
valorizzare questo tipo di documenti. La sperimentazione è iniziata con le
tesi di laurea delle facoltà di Ingegneria e di Scienze MFN ed è proseguita poi
nel 2006 con le tesi di dottorato. Tutta la procedura amministrativa, dalla
richiesta della tesi fino al loro deposito, che può avvenire entro e non oltre
48 ore dalla data di inizio della procedura dell'appello, è completamente
automatizzata. I relatori possono seguire in tempo reale il processo di
presentazione delle tesi grazie ai messaggi di posta elettronica che vengono
loro inviati automaticamente dal sistema, quando il tesista apporta modifiche al
documento. Un altro punto di forza dell'archivio elettronico pisano è la piena
integrazione tra il sistema ETD e il catalogo ALEPH dell'ateneo. A Pisa il
deposito delle tesi è tuttavia ancora facoltativo. Ciononostante,
EDT archiviava, alla data del 15 aprile 2008, 5.094 documenti.
La
sessione pomeridiana del seminario si è aperta con l'intervento di Pierre Piccotti dell'IUAV [Istituto Universitario di Architettura di
Venezia]. Piccotti è responsabile del sistema informativo
bibliografico e documentale di ateneo dello IUAV, che, come l'università di
Pisa, è stata tra le prime in Italia a gestire un archivio elettronico delle
tesi di laurea anche se ad accesso riservato. Piccotti ha affrontato il discorso
tesi partendo dai formati e mettendo in luce la difficoltà di conservare integri
e a lungo termine oggetti digitali complessi, quali documenti con allegati CAD
[Computer Aided Design / Computer Aided Drafting], scansioni di
disegni, immagini fotografiche, video,
ovvero tutte quelle tipologie di documenti digitali che un'università di
discipline visive quale lo IUAV si trova a dover archiviare e preservare. Si
tratta di questioni pragmatiche che non sono di importanza secondaria e che
devono essere prese in considerazione da parte di chi voglia progettare un
archivio elettronico di tesi di laurea e di dottorato che non si focalizzi solo
sull'accesso, ma anche sulla conservazione del materiale
documentario.
L'intervento successivo è stato condotto da Roberta Lauriola e Marialaura Vignocchi dell'Università di
Bologna. Le due relatrici hanno discusso il caso dell'archivio AMS Tesi di Dottorato, che dal 2007
raccoglie, dissemina e archivia le tesi di dottorato dell'ateneo bolognese. Il
progetto è frutto di un'azione sinergica tra varie componenti
dell'amministrazione, quali l'Ufficio Formazione Scientifica Post-Laurea, il
Sistema Integrato di Ateneo, il Centro Inter-Bibliotecario e ha,
quindi, coniugato, come è naturale che sia per qualsiasi progetto che
riguardi il complesso sistema della Biblioteca Digitale, competenze del settore
informatico e di quello biblioteconomico. Il software utilizzato dall'archivio AMS è lo GNU Eprints. L'Università di
Bologna, come è stato già evidenziato in precedenza, sta sperimentando con la
BNCF la procedura di harvesting delle tesi.
Gli ultimi due interventi
hanno presentato rispettivamente i casi di PADIS [Pubblicazioni Aperte Digitali Interateneo della
Sapienza], l'archivio istituzionale dell'Università la Sapienza
di Roma e di DSpaceUnipr, l'archivio istituzionale dell'Università di
Parma.
Ezio Tarantino della
Sapienza ha messo in luce le difficoltà di gestire un archivio come PADIS non
dedicato alle tesi di dottorato, ma che tra le tipologie di materiale
documentario include anche queste ultime. Mancanza di risorse umane
professionalizzate e assenza di una policy di ateneo che renda obbligatorio il
deposito delle tesi sono le due principali criticità di un progetto di questo
tipo. PADIS archivia le tesi di dottorato dal 2004. E' uno dei pochi archivi in
Italia che utilizza il software CDSWare, oggi CDS-Invenio - sviluppato e
utilizzato presso il CERN di Ginevra -, molto "performante" ma dalla
complessa architettura e gestione. Nel 2007 la Sapienza ha
avviato un progetto di recupero retrospettivo delle tesi di dottorato discusse
anteriormente al 2004.
Fabrizia
Bevilacqua ha parlato, invece, del progetto "Polimnia", avviato nel 2006,
di archiviazione delle tesi di dottorato e di master nel deposito istituzionale DSpaceUnipr dell'Università
di Parma. Bevilacqua ha sottolineato come a Parma sia stata posta particolare
attenzione alla fase di definizione del progetto che ha visto coinvolta in via
sperimentale la Facoltà di Lettere e Filosofia. Il progetto è stato anche
preceduto da un'indagine preliminare relativa alle procedure di raccolta e di
trattamento delle tesi di laurea e di dottorato. Polimnia prevede il deposito
obbligatorio di tutte le tesi di dottorato e di master discusse all'Università di Parma (circa
200 l'anno solo le tesi di dottorato). Bevilacqua ha ribadito, quindi, che,
per gestire correttamente un progetto di messa in rete delle tesi negli archivi
aperti, è necessaria una sinergia tra uffici e segreterie amministrative,
biblioteche e gestori dei repositories. L'intervento ha quindi descritto le
procedure messe a punto in DSpaceUnipr per
l'archiviazione diretta delle tesi da parte dei dottorandi.
Nonostante le
difficoltà e le criticità evidenziate dagli interventi, alcuni progetti italiani
di archiviazione elettronica delle tesi di dottorato dimostrano di essere ben
avviati e maturi, mentre altri sono ancora troppo recenti e non possono essere
valutati, ma le conclusioni della giornata di studio del CNBA consentono di
esprimere un giudizio estremamente positivo sul futuro ad accesso aperto di
questo tipo di documenti. Purché la leadership universitaria non faccia mancare il
suo sostegno politico.
I contributi del seminario sono stati tutti
pubblicati e distribuiti in occasione del convegno come Quaderno n. 10 del
CNBA.
Note
Non possono
essere rese pubbliche, invece, le tesi legate ai brevetti; quelle sottoposte a
un editore e in attesa di pubblicazione; quelle finanziate da enti esterni che
vantano dei diritti su di esse e sono in attesa di pubblicazione.
Si tratta
dello standard ISO 14721: 2003, recentemente tradotto in italiano dall’ICCU.
Cfr. OAIS, a cura di Giovanni Michetti. Roma: ICCU, 2007.