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trimestrale - ISSN 1121-0095, e-ISSN 1594-2201

Manifestazioni dopo
Supplemento elettronico alla versione analogica del n. 1-2, a. 26, gennaio-giugno 2008

Seminario CIBER. Amalfi, 11-13 giugno 2008
Francesca Gozzi
CASPUR - gozzi@caspur.it

Francesca Gozzi collabora al CASPUR, Settore Automazione per le Biblioteche. Laureata in Scienze Politiche alla Sapienza, ha poi conseguito il diploma in Biblioteconomia alla Scuola Speciale per Archivisti e Bibliotecari. Ha formato le sue competenze nella gestione e conservazione di materiale antico presso la Biblioteca dell’Accademia Nazionale dei Lincei e Corsiniana. Attualmente si occupa presso il CASPUR di open access, editoria elettronica, archivi aperti; ha curato il restyling del sito CIBER e partecipato al gruppo di lavoro del Wiki italiano sull’Open Access,


Nei giorni 11-13 giugno si è svolto ad Amalfi il seminario CIBER, tradizionale appuntamento primaverile, nella Sala degli Stemmi del Palazzo Vescovile. Questa occasione di incontro ha permesso, attraverso le dirette esperienze dei referenti delle università facenti parte del comitato, un confronto sullo scenario del Web 2.0 che tocca da vicino il mondo delle biblioteche e anche di tutti gli atenei, impegnati nell’utilizzo e nello sviluppo delle nuove possibilità di apprendimento: Learning 2.0.

Le biblioteche, sostiene Ezio Tarantino, della Sapienza, cominciano a utilizzare le applicazioni Web 2.0 per stare al passo degli altri fornitori di informazione e per fornire esperienze che incontrano le aspettative degli utenti di oggi. Egli ha mostrato, in particolare, le potenzialità di Slideshare e Flickr anche a uso della ricerca e della didattica, per condividere le presentazioni .ppt dei propri lavori di ricerca, l'uno, oppure condividere fotografie e creare gruppi di ricerca o ancora eventi, l'altro.

Graziano Barca, dell'Università di Foggia, oltre a spiegare i Feed RSS, illustra TicTOCs, progetto finanziato dal JISC [Joint Information Systems Committee], il cui scopo è fornire a tutti i ricercatori la possibilità di consultare gli indici delle riviste (cioè i TOCs) accademico-scientifiche in un ambiente personalizzato su Web, selezionando le testate con un segno di spunta (in inglese, tick); il servizio è gratuito.

Mary Joan Crowley, della Sapienza, sottolinea le difficoltà che gli utenti riscontrano quando effettuano ricerche sui cataloghi elettronici delle biblioteche - quelli che i bibliotecari chiamano, nel loro gergo tecnico, OPAC -. Alla semplice domanda: «dove trovo questo documento?» segue spesso una risposta di difficile comprensione, anche perché l'informazione richiesta è spesso piuttosto nascosta e non di immediato recupero; questo esempio, così come molti altri, mostra come l'accessibilità e l'usabilità degli OPAC non siano allineate rispetto alle richieste degli utenti e, in definitiva, spiegherebbe anche il perché l'utente si allontani dall'uso del catalogo.
Inoltre, prosegue Crowley, occorre pensare non solo agli utenti tradizionali ma anche ai cosiddetti netgen, ovvero i nati dopo il 1990 insieme con il Web, che non distinguono una ricerca in catalogo da una ricerca su Google. Come attirarli? Come andare incontro al loro modo di apprendere? Emerge chiaramente una necessità di "inventare" un nuovo tipo di comunicazione che orienti gli utenti tradizionali e, nel medesimo tempo, si accosti a quelli più giovani parlando la medesima lingua.
Per dare risposte più efficaci, la biblioteca dovrebbe dotarsi di un unico punto di accesso tramite il quale fornire le informazioni richieste, facilitando così la ricerca agli utenti e mostrandosi altamente competitiva con Google.

Anche caricare un video su YouTube è molto facile, dice Vincenzo D'Aguanno dell'Università di Cassino; perché, allora, non iniziare a produrre video descrittivi delle biblioteche e delle loro funzioni? Perché non utilizzare lo strumento per condividere le attività che si svolgono in biblioteca e stimolare un confronto? Oggi le biblioteche hanno davvero molti modi e strumenti per farsi conoscere, per proporsi in modo alternativo e diventare un "canale moderno" che comunica, non annoiandoli, anche con i lettori più giovani.

Antonio De Robbio, dell'Università di Salerno, riprende il tema delle funzioni delle biblioteche e anche, com'è ovvio, quello dei bibliotecari. Le biblioteche sono luoghi deputati alle "conversazioni" e una vera e propria "civiltà della conversazione" si muove intorno al bibliotecario nel suo ruolo di comunicatore e quindi portavoce di novità in un contesto dinamico. Il Web 2.0 ha creato un certo "rumore di fondo" che si alimenta della partecipazione attiva di tutti gli utenti, per cui
, grazie alle nuove tecnologie, la biblioteca si può arricchire di nuove funzioni e, quindi, di più alta efficacia dei servizi, potenziando le stesse funzioni tradizionali e accettando le nuove sfide - conoscitive e tecnologiche.

Sonia Cavirani, dell'Università di Camerino, illustra alcuni strumenti utili per la gestione delle citazioni bigliografiche, presentandone le caratteristiche software e descrivendone le principali funzioni:
Dario Orselli, dell'Università di Messina, presenta i risultati di un test effettuato nella sua università sul software JURO 4C, una piattaforma web multi-utente per la gestione consortile delle statistiche d'uso delle risorse elettroniche. JURO [Journal Usage Report Online] è un open source sviluppato dalla Hong Kong University of Science and Technology Library.
Il progetto nasce dall'esigenza di misurare l'uso delle risorse elettroniche acquistate e permettere l'analisi e la valutazione dei costi/utilizzo, al fine di fornire dati utili per una più efficace organizzazione dell'offerta formativa e dei servizi connessi. Il progetto JURO 4C è una personalizzazione di JURO da parte del consorzio portoghese Biblioteca de Conhecimento Online, che intende realizzare uno strumento di misurazione con accesso differenziato ai dati consortili, implementando nel medesimo tempo nuove funzionalità come l'harvesting dei dati statistici secondo il protocollo SUSHI [Standardized Usage Statistics Harvesting Initiative].

Lo stesso Orselli ha poi parlato di Blog e di Wiki, gli strumenti più noti e utilizzati del Web 2.0. Sono, infatti, software cosiddetti collaborativi, che consentono all'utente di partecipare attivamente alla costruzione dei contenuti, alla loro gestione e pubblicazione, secondo un nuovo ruolo che lo pone in una posizione più attiva rispetto a quella di mero utilizzatore o lettore in cui il cosiddetto Web 1.0 lo relegava. All'interno di una comunità bibliotecaria, lo scambio di informazione, la creazione dinamica di contenuti e la loro condivisione costituisce un'opportunità per accrescere la qualità dei servizi offerti agli utenti finali. In particolare, il Blog di CIBER ha costituito il tema centrale della sua presentazione.

La pubblicazione delle due riviste "Communications to SIMAI Congress" e "Lecture Notes", realizzata con il software "Open Journal System" (OJS), ha costituito un'utile occasione di sperimentazione di un prodotto conforme allo standard OAI-PMH (Open Archive Initiative - Protocol for Metadata Harvesting) che gestisce l'intero processo editoriale attraverso interfacce web (dalla registrazione degli autori e sottomissione degli articoli, al "referaggio" anonimo, all'accettazione e definitiva pubblicazione) e che fornisce anche la piattaforma web per le pagine descrittive della rivista e la ricerca degli articoli.  A raccontare questa esperienza è stato Nunzio Femminò dell'Università di Messina.

Dopo un breve periodo di sperimentazione della piattaforma "HyperJournal" nel 2006, anche la Sapienza ha scelto "Open Journals System" per la pubblicazione delle sue riviste online (open access o no), racconta Ezio Tarantino. L'esperienza, anche se poco pubblicizzata, ha raccolto un elevato numero di adesioni, in gran parte provenienti dagli àmbiti disciplinari normalmente considerati meno "coperti" dalla produzione online, come quello storico-politico ed umanistico.

Nell'àmbito dell'Open Access e delle prime esperienze di archivi aperti, il dibattito amalfitano contribuisce con degli esempi di costruzione, gestione, mantenimento, arricchimento del proprio archivio aperto di ateneo. Mary Joan Crowley, Nunzio Femminò, Caterina Lovascio (Università di Camerino), Franco Toni (Istituto Superiore di Sanità) hanno descritto e condiviso le loro esperienze che, a prescindere dal tipo di open source adottato, si muovono nell'unica direzione di "comunicare", che è la vera esigenza del momento. La nuova frontiera sembra pertanto essere diretta non solo al riconoscimento via web dell'individuo e delle sue potenzialità espresse anche attraverso i nuovi strumenti, ma anche al riconoscimento del lavoro delle singole istituzioni.

Ugo Contino (CASPUR) ha illustrato alcuni "tools" nell'interfaccia-utente dell'Emeroteca Virtuale di CIBER. Si è pensato di adattare all'Emeroteca uno strumento di "social tagging" e di condivisione delle risorse; un "gadget" dedicato all'esportazione dei servizi di ricerca in Emeroteca all'interno di ambienti Web2.0 (iGoogle); una funzione RSS per l'acquisizione dei nuovi titoli giornalmente scaricati nella digital library; uno strumento per la condivisione in rete delle citazioni degli articoli scaricati dall'emeroteca (BibTeX e, soprattutto, RefWorks) ovvero di elenchi bibliografici (provenienti dalla sezione "My Articles" dell'area utente dell'Emeroteca).

Silvia Simonetti (CASPUR) è colei che ha curato l'implementazione di SFX, il link resolver distribuito dalla Ex Libris, su un'istanza centrale presso CASPUR per tredici atenei CIBER. Ha illustrato il lavoro svolto, con la collaborazione di Maria Pia Colapenna, per la configurazione dei vari "target" e dei vari servizi (document delivery, ricerca su altri cataloghi, eccetera) oltre all'attività di supporto offerta a questi enti per la configurazione dei "source" e alle successive visite presso i vari enti per illustrare il lavoro svolto. Le statistiche d'uso mostrano che alcuni atenei hanno utilizzato in modo massiccio il software durante il periodo prova, mostrando nella pratica la validità e l'utilità di questa tecnologia.

Virginia Calabritto (CASPUR) ha illustrato "IDEM - Identity Management Federato", progetto-pilota per la realizzazione di un'infrastruttura di autenticazione e autorizzazione federata. Il Consorzio GARR ha avviato il progetto lo scorso gennaio, insieme con altre organizzazioni, per la realizzazione, la prova e la valutazione di una AAI (Authentication and Authorization Infrastructure) federata della Rete. Lo scopo è, tra gli altri, di consentire all'utente l'utilizzo delle medesime credenziali per accedere a tutte le risorse e i servizi ai quali ha diritto. Nella situazione attuale, un utente è infatti costretto a ricordare numerose credenziali (username e password) per conseguire l'accesso alle sue risorse e servizi. Una forte spinta a questa attività viene dalle biblioteche digitali, che vedono in questa infrastruttura un grande passo avanti per i servizi di document delivery, OAI-repository, i periodici elettronici a testo completo, banche dati bibliografiche commerciali, proxy server per, soprattutto, semplificare l'accesso a risorse e servizi remoti nel rispetto della sicurezza richiesta dai fornitori e, al medesimo tempo, nel rispetto della privacy dell'utente.

La presentazione di Francesca Gozzi costituisce l'avvio ufficiale del nuovo sito CIBER. Ha mostrato le novità, in particolare il motore di ricerca potenziato, con il quale si accede a una scheda descrittiva del contratto molto dettagliata. Il nuovo sito rientra nelle attività di comunicazione che il comitato ha inaugurato già dallo scorso anno; sono state distribuite cartelline, brochure del sito e il segnalibro con il nuovo logo. È stata anche presentata la nuova CIBER newsletter: Cettina Cosenza (CIBER), che si occupa della gestione e dell'aggiornamento del foglio-notizie, ha descritto la filosofia Web 2.0 con la quale è stato concepito il servizio. Sono disponibili i Feed RSS e un gruppo su Facebook; inoltre, grazie all'utilizzo della tecnologia blog, ogni notizia può facilmente essere commentata e quindi condivisa dalla comunità.

Paola Gargiulo (CASPUR) ha presentato una breve panoramica sulle novità nell'àmbito dell'Open Access a livello internazionale e nazionale, si è soffermata sulle recenti raccomandazioni per l'implementazione degli archivi istituzionali elaborate dall'EUA (European University Association) e recepite dalla Commissione Biblioteche della CRUI e di recente tradotte in italiano dal gruppo Open Access della Commissione Biblioteche della CRUI.
A proposito di quest'ultimo, ha brevemente riferito delle attività svolte, come il rilascio delle linee-guida per il deposito delle tesi di dottorato negli archivi istituzionali e le successive linee-guida per le tesi di dottorato e il diritto d'autore. Ha poi illustrato le nuove funzionalità del portale PLEIADI [Portale per la Letteratura scientifica Elettronica Italiana su Archivi aperti e Depositi Istituzionali], piattaforma digitale per l'accesso federato alla letteratura scientifica a testo completo ad accesso aperto prodotta in Italia, sviluppata e gestita da CILEA e CASPUR.
Il portale consente di:

Chiude il seminario Ugo Contino parlando della necessità di progettare una nuova struttura per l'Emeroteca Virtuale al fine di rendere il servizio maggiormente competitivo e in grado di andare incontro alle novità offerte dal mondo degli e-books, o da quello dei contenuti multimediali o della gestione dei "raw data" talvolta associati a uno specifico articolo scientifico. Paradigmi di questo progetto saranno sicuramente l'uso di architetture modulari (sia a livello hardware sia software) e l'uso (e talvolta il riuso) di tecnologia Open Source.


© AIDA - Mail to Webmaster - Creato 2008-07-01