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AIDAinformazioni |
trimestrale
- ISSN 1121-0095, e-ISSN 1594-2201
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Manifestazioni dopo
Supplemento
elettronico
alla versione analogica del n. 3-4, a. 26, luglio-dicembre 2008
Information
at the heart of business. Londra, Online Information Meeting
2008, 2-4 dicembre 2008
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Laura Ballestra
Biblioteca Mario Rostoni. Università
Carlo Cattaneo, Castellanza - lballestra@liuc.it |
Bibliotecaria di reference da
sempre, coordina i servizi al pubblico presso
la Biblioteca Mario Rostoni dell'Università Cattaneo dove, oltre a
svolgere consulenze sulla ricerca di informazioni economico-giuridiche,
è impegnata nelle attività di information
literacy instruction per
l'economia aziendale e il diritto. Svolge attività professionale di
didattica sui servizi di reference
e l'informazione economico-giuridica.
Aria di
recessione all'Online
information meeting 2008?
Se era nell'aria si mascherava bene, tra i gadget
del buon numero di espositori, nei cui nomi (Thomson Reuters,
Wiley-Blackwell, Wolters Kluwer…) si legge una storia di continue
fusioni, che hanno portato il settore dell'informazione a concentrarsi
intorno a un numero di attori sempre più ristretto.
Accanto ai grandi stand
di Proquest, Ebsco, Wiley-Blackwell, Thomson, Swets, con schiere di
commerciali dediti alla raccolta di contatti - come non anche citare
gli uomini del marketing
dell'autorevole British Library, che cedevano il gadget
maialino-peluche rosa dal rosso stemma British Library solo a fronte di
regolare compilazione di scheda nominale - uno sparuto mini-stand per uno
degli attori in assoluto più citati in tutta la manifestazione, Google.
Un solo stand
per Google e un solo prodotto pubblicizzato: "knol", piattaforma per la
diffusione di contenuti, detti knol,
ossia unità di conoscenza. In parole povere, contributi messi in rete e
modificabili, ma autorali e non a responsabilità collettiva e sociale (knol.google.com).
Resiste
la presenza dell'associazionismo americano e inglese del settore dei
professionisti dell'informazione, (Society of archivists, Special
libraries association, Association of indipendent information
professionals) come pure significativo è il numero di stand
di istituzioni pubbliche di rilievo, dall'Unione europea all'IMF,
all'OECD. A farla da padrone l'informazione nel settore scientifico,
tecnico e medico, seguita da quella di business intelligence,
di mercato e sulle aziende, e da ultimo quella legale. Molti gli stand dedicati
all'editoria elettronica e alle nuove soluzioni di knowledge management
in contesto aziendale.
Piene le sale dei seminari
gratuiti che accompagnano la cosiddetta Exibition,
l'esposizione di stand
di cui si diceva.
In
questo caso l'accento è su evoluzioni recenti e prospettive, casi,
tutto ciò che di innovativo si prospetta nel settore dell'informazione.
Una trentina di incontri in cui i relatori sono
professionisti,
esperti, gli stessi produttori dell'informazione. I filoni sono
diversi, dal web 2.0 al content
management
alle collezioni digitali nelle biblioteche, con attenzione specifica
all'informazione dei settori (chimico-farmaceutico, economico…). Questa
parte è indubbiamente nell'insieme quella in cui si manifesta il
maggior dinamismo e in cui si raccolgono molti stimoli.
Pochi gli italiani presenti all'Exibition.
C'è da chiedersi se spaventa la spesa - ma quanto detto fin qui è ad
accesso libero e volare a Londra low-cost
in giornata, se si prenota per tempo, costa meno che andare da Milano a
Roma - o se è l'evento che perde di mordente da che l'informazione che
riguarda i prodotti del settore è in rete.
L'Online information
meeting
è e rimane un evento di ampio respiro, che consente di avere una
visione completa del mondo dell'informazione, a differenza di altre
occasioni, maggiormente incentrate sulla realtà delle
biblioteche/centri di documentazione e informazione, che tendono a non
fornire questa possibilità essendo poco rappresentato un attore
fondamentale - le aziende - per cui le applicazioni più innovative
vengono studiate.
Nel contesto del Convegno
a pagamento che caratterizza l'Online
information meeting,
ossia i seminari riservati agli iscritti che si svolgono in parallelo a
quanto avviene gratuitamente, ha stupito l'invito di quest'anno rivolto
ai partecipanti, accanto alla possibilità di incontrarsi all'interno di
comunità virtuali, di un sano conversare molto fisico e per nulla
digitale. Da un bel pannello con indicati tanti temi di discussione,
ciascuno individuava quello di suo interesse e si recava al tavolo
presso cui, di lì a poco, il tema sarebbe stato affrontato in amabile
discussione davanti a una buona tazza di tè. Forse l'online non è
l'unica strada nemmeno all'Online
information meeting.
I filoni di seminari proposti sono stati 3: Web 2.0 after the buzz;
Breathing new life into
search; The
brave new world for libraries and publishers.
Accanto
ad un quanto mai prevedibile ridimensionamento dell'entusiasmo web 2.0
(si sono udite anche parole di un semplice buon senso: se chi pubblica
e condivide informazione gratuitamente non è realmente un esperto, i
suoi contenuti saranno chiacchiere, e al limite chiacchiere socialmente
condivise) e a una costante attenzione agli aspetti semantici della
gestione dell'informazione, interessante è stato il filone dedicato
alla professione dello specialista dell'informazione e alla sua
evoluzione.
Ricordava la presidente della Special Library
Association, Gloria Zamora, in una tavola dal titolo significativo "Do
we have a profession?" che nella vita lavorativa non si può fare a meno
di pensare a carriere alternative a quella da cui si è cominciato, con
flessibilità e immaginazione, seguendo quello che il mercato chiede e
reinventandosi in base ai cambiamenti. Dalle parole del vincitore del
titolo "Special librarian of the year" di SLA, Dennie Heie, information specialist senior
presso la Shell, le caratteristiche dello specialista dell'informazione
di successo: essere creativi e pronti a innovare, avere visione
d'insieme, mostrare leadership,
persuadere i propri interlocutori, gestire correttamente il proprio
tempo, usare le proprie capacità di presentazione.
In un'organizzazione questo può significare gestire l'informazione
nelle Intranet,
sul sito web, essere presenti su tutti i versanti che coinvolgano la
produzione, l'organizzazione, l'archiviazione e la diffusione
dell'informazione, soprattutto uscire da un ambito angusto per
dialogare con gli altri servizi dell'organizzazione. In una parola,
produrre nuovi servizi e prodotti informativi invece che limitarsi a
riproporre funzioni già esistenti, raccogliendo gli stimoli esterni.
Professionalità ibrida, così è stata definita nel contesto della Conference,
quella di uno specialista che si forma in un contesto, ad esempio
quello di una biblioteca accademica di area giuridica, per poi scoprire
che la sua professionalità è perfetta per il settore informazione di
uno studio legale.
Nel contesto di questo dibattito, si è sì
respirata l'idea della crisi e del ridimensionamento del personale a
causa della contrazione dei budget
delle biblioteche, ma questo non certo a partire dal 2008. O meglio, è
stato ribadito per l'ennesima volta che il posto a vita non esiste e
che è assurdo innamorarsi di una professionalità specifica che magari
non ha più ragione di essere.
Un'altra delle tavole di questo
filone è stata intitolata "R.O.I.P. (return on information
professionals ) or R.I.P. (rest in peace)", come dire che se nel
settore dell'informazione i professionisti non si sforzano di
dimostrare il senso della loro esistenza in relazione alla produzione
di un ritorno economico per la struttura cui appartengono, sono a
rischio di estinzione.
Questo discorso, tranquillamente esteso
ai bibliotecari, invita a non imitare soluzioni già esistenti ma a
innovare e a cambiare. La British Library, questo il caso presentato in
un'altra sessione, ha trasformato la sua Business Unit
in servizi al cittadino su come fare impresa, promuovendo quindi non
l'anima della conservazione ma quella del servizio. I bibliotecari
della Brisith Library, all'inizio titubanti, pare che grazie a
un'assistenza iniziale di esperti del settore si siano ormai
trasformati in specialisti dell'informazione economica. Come si diceva,
cambiare per non morire.
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