«Bibliotime», anno IV, numero
3 (novembre 2001)
Antonella De Robbio
Periodici elettronici nel ciberspazio [*]
Cos'è un periodico elettronico? In uno scenario in continuo movimento è doveroso riflettere sulla mancanza di una definizione standard che ne stabilisca ambiti, confini e ne descriva le funzionalità , ma "se una definizione non è ancora stata tracciata, questo è dovuto alla natura stessa dell'oggetto da esaminare, tanto effimera quanto difficilmente ingessabile entro definizioni ristrette" [1].
Il termine "periodico" riconduce ad un carattere di "serialità " della pubblicazione che oggi sembra non essere più adeguato all'oggetto immateriale in trasformazione, fondamentalmente molto diverso dal periodico incarnato su supporto cartaceo con il quale siamo stati abituati a trattare fino ad oggi. L'unica cosa che possiamo dire con certezza è che un periodico elettronico è una pubblicazione seriale in formato digitale, un contenitore informativo che racchiude "contenuti"; tentare di descrivere questi oggetti digitali presuppone di focalizzare l'attenzione, in primo luogo, su quattro aspetti fondamentali: il supporto, le forme di distribuzione, i formati e le versioni.
Relativamente al primo aspetto è importante operare una suddivisione tra i periodici distribuiti su CD-ROM e quelli disponibili in Internet, che sono privi di supporto in quanto rimangono allo stato di informazione astratta e immateriale, per andare a collocarsi all'interno dei server che li ospitano quali contenitori organizzati. E' importante sottolineare che l'infanzia dell'e-journal trova la sua collocazione su un supporto quale il CD-ROM o, prima ancora, su floppy disk, e tale fase risale agli anni attorno al 1970. In questa veloce panoramica ci occuperemo invece dei periodici disponibili in rete.
Parliamo di contenitori organizzati appunto perché con gli e-journals l'attenzione si sposta dall'unità fisica del fascicolo stampato, inchiodato alla sua fissità e legato alla staticità di una periodicità prefissata, all'unità intangibile del documento/informazione, quale contenuto intellettuale che può essere continuamente aggiornato all'interno di un archivio di contenuti.
Appare subito evidente come le differenze fondamentali che intervengono nell'organizzazione delle informazioni separino questi due prodotti editoriali in differenti oggetti che necessariamente richiedono una gestione diversa da parte degli addetti al settore; se parliamo di periodici elettronici dovremo quindi parlare di produttori di informazione nel mondo dell'editoria elettronica, definendo il settore produttivo ove questi contenitori si originano e si trasformano da beni/prodotti a beni/servizi quale industria di contenuto.
E' importante allora dare una connotazione esatta di contesto a oggetti digitali che racchiudono insiemi di contenuti indipendenti ma correlati, sia per l'aspetto che riconduce necessariamente alla tutela giuridica del contenitore visto e inteso come "banca dati" per la sua architettura organizzativa, o meglio forma espositiva dei dati, sia per la questione del contenuto stesso della banca dati nel rispetto dei diritti di proprietà intellettuale che gravano sui singoli contenuti [2].
Il secondo aspetto è relativo alla forma di distribuzione che può avvenire tramite il Web, o attraverso la posta elettronica o all'interno dei newsgroup o gruppi di discussione a livello specialistico. I numerosi titoli a disposizione possono essere accessibili all’utenza, sia essa bibliotecaria, specialistica o generale, usando differenti protocolli quali gopher, ftp, telnet, email o listserv, e in modo sempre più diffuso, a partire dal 1996 via http (Web). Risale infatti al 1996 l'ingresso massiccio dell'editoria elettronica commerciale, dapprima di ambito accademico scientifico e poi a partire dal 1997, anche a carattere generale con l'immissione nel mercato di periodici elettronici di genere popolare (quotidiani, settimanali, mensili) a larga divulgazione.
Se infatti andiamo a guardare il grafico proposto da ARL [3] ci rendiamo subito conto di come dal 1993 al 1997 la distribuzione in rete sia passata drasticamente dalla forma via e-mail, tipica dell'inizio dell'era degli e-journals, nati appunto nel contesto della posta elettronica e dei BBS (Bulletin Board Services) attorno agli anni Novanta, alla forma Web, tuttora predominante.
Grafico delle forme di distribuzione dei periodici elettronici negli anni dal 1993 al 1997
Relativamente ai formati, alcuni e-journals si trovano in formato testo ASCII, altri sono scritti in HTML e si presentano sotto forma di pagine Web, altri utilizzano formati proprietari come per esempio il PDF di Adobe (portable document format). Sussistono ancora periodici elettronici che utilizzano formati pre-PDF, quali per esempio il DVI, soprattutto in un contesto matematico, o formati particolari per discipline che richiedono l'utilizzo di formati di visualizzazioni adatti a formule o immagini.
Una buona parte dei periodici digitali ha un suo equivalente cartaceo per la trasposizione dalla carta all'on-line, e si tratta di copie più o meno fedeli all'originale a stampa; altri invece nascono puramente elettronici, con tutte le potenzialità di uno strumento munito di link ipertestuali fuori e dentro il testo, di immagini in movimento, filmati, suoni. Due quindi le grandi categorie, anche se, come vedremo in seguito in realtà sono tre:
Alcune pietre miliari nella storia dei periodici elettronici sono segnate da alcune tappe che riporto di seguito, premettendo che comunque l'origine del primo periodico elettronico è a tutt'oggi ancora controversa, anche a causa della sparizione dalla rete di quelle riviste che vantavano un qualche primato nella classifica o peggio a causa di immissioni di numeri pregressi difficilmente controllabili a posteriori.
1987 - New Horizons in Adult Education, v.1, n.1 (autunno 1987)
<http://ejournals.cic.net/journals/n/newhorizons/horizon1.n1>
E' considerato da Ann Okerson [4] il primo periodico elettronico con peer-review distribuito in Internet, creato elettronicamente al suo stesso debutto, e pubblicato dalla Syracuse University Kellogg. Era distribuito gratuitamente via rete BIBNET attraverso il servizio di list-serv. Il formato era il semplice testo ASCII e vi era la possibilità di ottenere copie stampate per gli utenti i quali non avevano accesso alla rete BITNET.
Da un controllo effettuato nel febbraio 2001 pare sia sparito dalla rete, mentre nel febbraio del 2000 era ancora presente.
1988 - Missouri Journal of Mathematical Sciences Articles
Vol. 0 Issue #1 - Winter 1988
<http://www.math-cs.cmsu.edu/~mjms/mjms.html>
A mio avviso, risulta il primo comparso tra gli 'attualmente ancora disponibili'. Presente dall'inverno 1988 nei formati DVI e PostScript, si trova infatti tuttora disponibile: è la rivista matematica di Missouri Sections of Mathematical Association of America.
1990 - Ann Okerson annovera tra i primi e-journals anche Postmoderne Culture: an electronic journal of interdisciplinary criticism, Vol. 1, Number 1, settembre 1990
<http://jefferson.village.virginia.edu/pmc/text-only/issue.990/contents.990.html>
Postmodern Culture, è un altro peer-reviewed journal sempre distribuito in Internet, apparso inizialmente in formato testo ASCII e disponibile anche su floppy disk, oltreché in distribuzione via e-mail. Attualmente è pubblicato su WWW all'interno del Progetto Muse.
Psycoloquy, individuato da Corrado Pettenati [5], Vol 1, Issues 1-7 1990 (gennaio 1990)
<ftp://ftp.princeton.edu/pub/harnad/Psycoloquy/1990.volume.1/psyc.90.index>.
E' recuperabile ancora oggi in modalità FTP dagli archivi del sito e sembrerebbe precedente a Postmoderne Culture.
1991-1995 - Progetto TULIP tra Elsevier e 10 istituzioni accademiche
<http://www.elsevier.nl:80/homepage/about/resproj/trmenu.htm>
Il progetto TULIP (The University LIcensing Project) dell'Università del Michigan è un progetto di ricerca cooperativo nato nel 1991 con lo scopo di testare la distribuzione via rete e l'uso di materiale periodico scientifico. Il Progetto ha coinvolto10 università statunitensi e un editore, Elsevier.
Il progetto cooperativo permette all'Università del Michigan di creare e gestire un servizio host per tutti i 1110 journals pubblicati dall'Elsevier
1992 - Online Journal of Current Clinical Trials (OJCCT), è il primo periodico elettronico, con peer-review che include nel testo pieno degli articoli grafici e figure, disponibile a pagamento tramite OCLC's Electronic Journals Online (EJO) project (ora Electronic Collections Online ECO). Poiché si tratta di un periodico precedente il WWW per la sua visualizzazione era richiesto un software particolare. E' il primo esempio di periodico elettronico inserito all'interno di un servizio offerto da un aggregatore di più testate, dentro una banca dati con interfaccia grafica d'accesso, che utilizzava il protocollo Z39.50 per la ricerca.
1993 - Nascita del Gopher, strumento che precede il Web e che consente di recuperare le informazioni organizzate in folder gerarchici che rendono la ricerca relativamente semplice grazie all'applicazione di un'interfaccia molto pratica ed immediata. Molti periodici elettronici, a partire da questa data, vengono distribuiti su Gopher fino al 1996
1995 - Progetto JSTOR (Journal Storage Project).
<http://index.umdl.umich.edu/>
JSTOR è un Progetto non a scopo di lucro creato dalla Andrew W. Mellon Foundation per permettere alla comunità scientifica di accedere ad un database elettronico di fascicoli di periodici elettronici pre-1990, di dieci periodici scientifici, come numero iniziale, nel campo economico e storico.
Il progetto comprendeva il recupero retrospettivo di tutti gli articoli dalla nascita del periodico fino al 1990, avendo acquisito il copyright direttamente dagli editori per le riviste scelte come set da immettere nel database a full-text. Essendo nato nel 1995, la data del 1990 si riferisce ai cinque anni precedenti il corrente, ma l'accordo con gli editori prevede la possibilità di immissione in aggiornamento di anno in anno, dei fascicoli fino al time limit dei cinque anni precedenti l'anno in corso.
1996-1997 - Ingresso nel mercato dell'editoria elettronica degli editori commerciali e, in seguito, verso il 1997, degli aggregatori. Il Web soppianta il Gopher e molti dei periodici elettronici presenti in formato testuale si convertono al Web.
Sono discendenti diretti della prima categoria, cioè degli e-journals di newsgroup e newsletter, poiché hanno caratteristiche di ambito strettamente scientifico accademico, ma si riferiscono alla seconda categoria per la presenza di un comitato editoriale forte, selezione attenta degli articoli da pubblicare, periodicità regolare ed accesso a pagamento in forme di abbonamento simili a quelle di un periodico cartaceo. Di più hanno però caratteristiche che solo questa categoria di periodici può presentare: immagini visualizzate ad alta risoluzione, con possibilità di cambiare i colori (per esempio, per differenziare le colorazioni di campionature per analisi di virus in microscopia elettronica), rappresentazioni tridimensionali in movimento delle strutture di macromolecole organiche, mostrate da punti di vista differenti per un'analisi più dettagliata delle strutture e delle sequenze interne, ecc. Si tratta quindi di prodotti nuovi ad alto valore aggiunto.
I punti salienti che configurano un periodico elettronico si possono riassumere in una serie di vantaggi e in alcuni svantaggi. Vediamone innanzitutto i vantaggi:
La Directory di ARL è uno dei più vasti e prestigiosi repertori che, assieme al sito NewJour, rappresenta una fonte autorevole a cui attingere per ogni lavoro sul settore dei periodici elettronici: acquisizione, predisposizione di liste di e-journals settoriali, novità , etc.
Dalla fine del 2000 la Directory si è focalizzata solo sulle riviste elettroniche munite di peer-review e comunque di ambito scientifico (Directory of Scholarly Electronic Journals and Academic Discussion Lists, First Edition).
NewJour, the New Journal and Newsletter Announcement List, lista preposta agli annunci di nuovi e-journals a livello internazionale, si riferisce invece anche a periodici di carattere generale, non prettamente scientifici. Non è una directory ma una lista di discussione Dalla lista di discussione NewJour è nato il sito Web a San Diego in California, che permette la ricerca, con link ai siti dei periodici, nelle schede di annuncio tratte dall'archivio notizie. La lista è affiancata da un archivio contenente le schede con link agli e-journals: 10104 titoli (<http://gort.ucsd.edu/newjour/NewJourWel.html>,14 febbraio 2000).
Questi strumenti di controllo, di estrema utilità ai fini di un censimento, sono prevalentemente repertori o liste di ambito internazionale, ma fortemente orientate al contesto statunitense. Nulla esiste nel contesto italiano che possa fotografare in qualche modo la situazione nazionale. Tali liste ci sono peraltro assai utili per tracciare una mappatura dell'andamento nel corso di questi dieci anni, e soprattutto per verificare la situazione attuale, soprattutto in relazione alla crescita di questi oggetti digitali in mutazione.
Propongo qui di seguito alcuni grafici e tabelle
che raccontano il decorso storico nel tempo in relazione a crescita e suddivisione
per aree di soggetto.
Suddivisione per aree di soggetto
delle e-conferences |
Suddivisione per aree di soggetto
degli e-jornals |
Mentre per le e-conferences si ha una presenta
di solo il 3% per l'area di interesse generale, la suddivisione degli e-journals
registra un ampliamento di questa fetta, fino a raggiungere il 14%, in
quanto dal 1997 molti editori commerciali hanno iniziato la loro attivitÃ
con l'immissione nel mercato dell'editoria elettronica di quotidiani, settimanali,
mensili e giornali di ambito popolare come le cosiddette electronic
zine. Per una discussione sulle origini storiche, sulla crescita negli
ultimi anni ci si basa soprattutto sui lavori di Ann Okerson [6].
Grafico della crescita dei periodici elettronici in dieci
anni:
1991-2001 (e-journals scientifico-accademici) Fonte ARL |
Il grafico di cui sopra, desunto dalle fonti repertoriali ARL, registra l'andamento della crescita dei soli periodici elettronici di ambito scientifico, mentre non comprende quelli a carattere generale per due ragioni. La prima è dovuta alla constatazione che dal 1991 al 1997 vi era essenzialmente una presenza di soli periodici scientifici, censiti dal primo strumento repertoriale ARL. La seconda si riconduce al fatto che, a dal 1997 al 2000, periodo in cui compaiono sulla scena i primi periodici popolari a carattere generale, vi è una lacuna nel censimento, in quanto l'ultima edizione di ARL si ferma al 1997 alla settima edizione. La directory di ARL riprenderà con una nuova prima edizione, focalizzando il censimento sui soli periodici scientifici muniti di comitato editoriale, a partire dalla fine dell'anno 2000.
Il grafico di cui sopra ripropone quindi una fotografia della situazione accademico-scientifica.
La tabella riportata di sotto esplica in modo
più dettagliato i vari momenti di crescita lungo questi dieci anni.
Edizioni
Directory. ARL |
Luglio 1991
1. ed. |
Marzo 1992
2. ed. |
Aprile 1993
3. ed. |
Maggio 1994
4. ed. |
Maggio 1995
5. ed. |
Maggio 1996
6. ed. |
Dic. 1997
7. ed. |
Dic. 2000
1. ed. |
e-journal | 27 | 36 | 45 | 181 | 306 | 1093 | 2459 | 3915 |
e-newsletter | 83 | 97 | 195 | 262 | 369 | 596 | 941 | |
Totale | 110 | 133 | 240 | 443 | 675 | 1689 | 3400 | |
Peer rewiew | 47 | 1049 | 3915 | |||||
Pagamento | 168 | 708 | ||||||
Ac.disc. list, e-conf. | 517 | 3807 | 4600 |
Se si vuole invece dare uno sguardo alla situazione
generale a partire dal 1996 al 2001, focalizzando l'attenzione sugli ultimi
cinque anni, a partire dal momenti in cui i periodici elettronici di ambito
popolare, i quotidiani, le e-zine, fanno il loro primo ingresso
nel mercato, la fotografia del grafico sottostante mette in luce una crescita
sorprendente. In cinque anni infatti i periodici elettronici, secondo NewJourche
enumera qualsiasi genere di periodico elettronico senza distinzione, passano
da circa 2.000 titoli a oltre 10.000, quintuplicandosi nel numero.
Grafico della crescita dei periodici elettronici in dieci
anni:
1996-2001 Fonte NewJour |
Nuove operazioni, nuovi percorsi di lavoro per nuove nature in movimento è il tema trattato in più occasioni da Thomas E. Nisonger [7], e ripreso in vari interventi e articoli da Enrico Martellini [8]. Le operazioni coinvolgono attori diversi, è necessario imparare a muoversi nel mondo delle licenze e contratti, capire le strategie che regolano le modalità di accesso, porsi il problema dell'archiviazione e conservazione. Trattare con questi oggetti digitali di natura mutevole, con una forte connotazione di instabilità , comporta notevoli difficoltà nei processi di controllo.
La trasformazione di un ruolo antico richiede un processo parallelo di trasformazione della funzione stessa della biblioteca che si riassume nella metafora "possesso versus accesso". Da deposito fisico, la biblioteca diviene strumento di accesso all'informazione, dalla registrazione catalografica del posseduto tangibile ci si muove verso la costruzione di percorsi per l'accesso alle risorse remote.
Questi i punti di cui tenere conto nella ridefinizione del ruolo:
STAMPA | ONLINE |
|
|
La fase dell'acquisto per esempio presuppone un modello assolutamente non standardizzabile in quanto intervengono vari fattori di cui tener conto:
Se da una parte si "evita" il problema della carta relativamente all'aspetto conservazione e gestione degli spazi, dall'altra si pone il problema della gestione, manutenzione e conservazione di archivi di riviste che, sebbene elettroniche, comportano comunque dei problemi non indifferenti sotto molti punti di vista. Se una definizione quindi è cosa improba, la stessa natura dell'oggetto da definire, in questo caso, natura in evoluzione, ne complica i meccanismi per un suo trattamento a più dimensioni.
Mauro Guerrini in Catalogare le risorse elettroniche: Lo standard ISBD(ER) [9], riconduce i periodici elettronici entro la categoria "risorse elettroniche ad accesso remoto" tracciando un quadro di problematiche non indifferenti, non solo di tipo gestionale o di controllo:
[1] Antonella De Robbio, I periodici elettronici e la persistenza della memoria cartacea: un problema di definizioni, "Bibliotime", 3 (2000) 2, <http://www.spbo.unibo.it/bibliotime/num-iii-2/derobbio.htm>, lavoro che precede l'intervento al convegno I periodici elettronici: nuova frontiera o terra promessa? (Bologna, 28 febbraio 2000) e che precede la stesura della relazione Evoluzione e rivoluzione dei periodici elettronici, "Bibliotime", 2 (2000) 1, <http://www.spbo.unibo.it/bibliotime/num-iii-1/derobbio.htm>
[2] Antonella De Robbio, Evoluzione e rivoluzione dei periodici elettronici, cit.
[3] Association Research Libraries.
[4] I lavori di Ann Shumelda Okerson, dal 1995 associata alla Biblioteca Universitaria di Yale, hanno segnato una nuova era nel contesto dell'acquisizione di materiale periodico digitale con contratti in licenze consortili.
[5] Direttore della Biblioteca del CERN di Ginevra.
[6] Remo Badoer - Antonella De Robbio, On the road of e-journals: Paesaggi in movimento nell'evoluzione dei periodici elettronici, "Bibliotime" 2 (1999) 3, <http://spbo.unibo.it/bibliotime/num-ii-3/badodero.htm>.
[7] <http://www-slis.lib.indiana.edu/Faculty/nisonge.html>.
[8] Enrico Martellini, Ritorno al futuro: i periodici elettronici dal Web al catalogo della Scuola Normale Superiore, <http://www.burioni.it/forum/pi99-mart.htm>; Id., Il ruolo del serials librarian nell'era dei periodici elettronici, <http://www.burioni.it/forum/mart-per.htm>, entrambi su Forum Burioni.
[9] Su Forum Burioni, <http://www.burioni.it/forum/isbder.htm>, pubblicato anche a stampa, in versione arricchita da immagini ed esempi di catalogazione, in "Biblioteche oggi", 17 (1999) 1, p. 46-70.