Il disco che non c’è

Breve viaggio nella sezione musicale
della biblioteca "Sala Borsa" di Bologna [*]

di Michele Santoro


Ci dicono che fuori d’Italia sia un fatto comune trovare nelle biblioteche pubbliche una serie di "oggetti" diversi dai tradizionali libri o dalle classiche riviste: oggetti che riscuotono un interesse straordinario da parte di un pubblico assai vasto, e che sono sostanzialmente i compact disk musicali, le videocassette e i più innovativi dvd.

Nel solco di questa tendenza, anche la città di Bologna ha aperto la sua grande biblioteca "multimediale", che dal nome del bellissimo ambiente la ospita (l’ex Borsa Valori) ha preso appunto il nome di "Biblioteca Sala Borsa". La multimedialità che caratterizza la struttura è data proprio dalla presenza, di fianco ai materiali cartacei, di una quantità davvero elevata di compact disk, videocassette e dvd, se è vero, come indicano le note di presentazione della biblioteca, che essa possiede oltre 10.000 cd musicali e più di 5.200 videocassette e dvd.

Dunque i presupposti per fare di Sala Borsa una biblioteca nel senso moderno del termine c'erano tutti, e fin dall’inizio i promotori dell’iniziativa hanno sottolineato la novità di una struttura in grado di fornire alla cittadinanza materiali tanto diversi: al punto che agli utenti è stata concessa la possibilità di prendere in prestito un numero di otto "pezzi" per volta, nella convinzione che la pluralità dei media li inducesse a portare a casa oggetti differenti: un po’ di libri, un po’ di dischi, un po’ di cassette.

Ma aihmé, quasi mai le cose vanno nella direzione che per esse si auspica: difatti sia la presenza di tanti cd, vhs e dvd, sia la possibilità di poterne prendere otto per volta (anche se soltanto per una settimana) ha determinato un vero e proprio assalto ai settori multimediali, provocandone l’immediato svuotamento.

Così, fin dai primi periodi di apertura della biblioteca, è risultato evidente non solo il forte squilibrio fra i prestiti dei dischi e quelli dei libri (a tutto vantaggio dei primi, ovviamente), ma l’incremento quasi esponenziale del numero degli iscritti, che aumentavano di giorno in giorno perché sempre più attratti dalla novità rappresentata dai settori multimediali.

I bibliotecari di Sala Borsa dunque hanno avuto molto su cui riflettere: intanto, il fatto che gli utenti difficilmente prendono in prestito oggetti diversi, riservando il loro interesse a categorie omogenee (tutti dischi, tipicamente le fasce di pubblico giovanile; tutte cassette, tipicamente le famiglie; tutti dvd, per i più evoluti tecnologicamente); e poi l’estrema difficoltà di ricollocare negli scaffali i pezzi che man mano vengono restituiti, data la carenza di personale in grado di poter svolgere questo compito, in quanto tutti gli addetti sono costantemente impegnati nella registrazione dei prestiti. Peraltro, non è servito a molto l’aver ridotto da otto a cinque il numero di oggetti che si possono portare a casa, proprio perché il pubblico continua ad aumentare, e gli scaffali continuano ad essere desolatamente vuoti.

Ma proviamo a concentrarci sul settore dei compact disk (quello che, per diretta frequentazione, conosciamo meglio) ed esaminare più da vicino gli effetti che il "fenomeno Sala Borsa" ha prodotto sulla ricerca e l’utilizzo di questi materiali da parte del pubblico.

I cd sono stati ripartiti per grandi "generi" musicali: classica, jazz, musica italiana e la cosiddetta "contemporanea straniera", vale a dire il pop e il rock dagli anni ’60 ad oggi. E se guardiamo in particolare a questo sotto-settore, dobbiamo innanzitutto sottolineare la competenza di chi ha proceduto agli acquisti, dal momento che è stata operata una scelta non solo quantitativamente ampia, ma qualitativamente assai rilevante. Una conferma di un piano di acquisizioni corposoe diversificato ci viene dall’esplorazione del catalogo dei compact disk di Sala Borsa; a titolo di esempio, riportiamo l'elenco dei dischi presenti in catalogo di artisti quali Bob Dylan, Crosby Stills Nash & Young, Frank Zappa:

Dylan, Bob
1. (w) 1: 1962-1964 / Bob Dylan, 1990, - La musa rock; 4
2. (w) 2: 1965-1971 / Bob Dylan, 1991, - La musa rock; 7
3. (w) 3: 1972-1985 / Bob Dylan, 1993, - La musa rock; 11
4. (m) Another side of Bob Dylan, Dylan, Bob, 1967
5. (m) Before the flood, Dylan, Bob, 1974
6. (m) Blonde on blonde, Dylan, Bob, 0
7. (m) Blood on the tracks, Dylan, Bob, 1999
8. (m) Bob Dylan, Dylan, Bob, 1967
9. (m) Bob Dylan at Budokan, Dylan, Bob, 1978
10. (m) Bob Dylans greatest hits vol. 2., Dylan, Bob, 1967
11. (m) Desire, Dylan, Bob, 1975
12. (m) Down in the groove, Dylan, Bob, 1988
13. (m) The freewheelin', Dylan, Bob, 1975
14. (m) Greatest hits, Dylan, Bob, 1981
15. (m) Highway 61 revisited, Dylan, Bob, 1967
16. (m) Infidels, Dylan, Bob, 1983
17. (m) John Wesley Harding, Dylan, Bob, 1968
18. (m) Knocked out loaded, Dylan, Bob, 1986
19. (m) Live 1966, Dylan, Bob, 1998
20. (m) Nashville skyline, Dylan, Bob, 1969
21. (m) Pat Garrett and Billy the Kid, Dylan, Bob, 1973
22. (m) Planet Waves, Dylan, Bob, 1974
23. (m) Saved, Dylan, Bob, 1980
24. (m) Shot of love, Dylan, Bob, 1981
25. (m) Slow train coming, Dylan, Bob, 1979
26. (m) Subterranean homesick blues, Dylan, Bob, 1967
27. (m) Time out of mind, Dylan, Bob, 1997
28. (m) The times they are a-changin'/ Bob Dylan, Dylan, Bob, 1967
29. (m) Unplugged, Dylan, Bob, 1995

Crosby etc.
1. (m) 4 way street, Crosby Stills Nash Young, 1992
2. (m) American dream, Crosby Stills Nash Young, 1988
3. (m) CSN, Crosby, David, 1991
4. (m) Deja vu, Crosby Stills Nash Young, 1970
5. (m) Graham Nash, David Crosby, Nash, Graham, 1998
6. (m) If I could only remember my name..., Crosby, David, 1971
7. (m) Whistling down the wire, Crosby, David, 2000
8. (m) Wind on the water, Crosby, David, 2000

Zappa, Frank
1. (m) Absolutely free, Zappa, Frank, 1988
2. (m) Boulez conducts Zappa: the perfect stranger, Zappa, Frank, 1992
3. (m) Burnt weeny sandwich, Zappa, Frank, 1993
4. (m) Francesco Zappa: his first digital record, Zappa, Frank, 1992
5. (m) Freak out!, Zappa, Frank, 1995
6. (m) The grand Wazoo, Zappa, Frank, 1993
7. (m) Hot rats, Zappa, Frank, 1995
8. (m) Jazz from Hell, Zappa, Frank, 1995
9. (m) Joes garage: acts 1.. 2. & 3., Zappa, Frank, 1995
10. (m) Läther, Zappa, Frank, 1996
11. (m) The mothers of invention: Weasels ripped my flesh, Zappa, Frank, 1995
12. (m) Orchestral favorites, Zappa, Frank, 1995
13. (m) Playground psychotics, Zappa, Frank, 1992
14. (m) Roxy & Elsewhere, Zappa, Frank, 1995
15. (m) Sleep dirt, Zappa, Frank, 1995v
16. (m) Studio Tan, Zappa, Frank, 1995
17. (m) Uncle meat, Zappa, Frank, 1987
18. (m) We're only in it for the Money, Zappa, Frank, 1995
19. (m) You are what you is, Zappa, Frank, 1995
20. (m) You can't do that on stage anymore, Zappa, Frank: 1, 2, 3, 4, 5, 6
21. (m) Zappa in New York, Zappa, Frank, 1991

Inoltre, registriamo con piacere la presenza di 20 album dei Beatles, di altrettanti dei Genesis, di 13 dei Pink Floyd, 9 dei King Crimson e dei Led Zeppelin, 26 di Franco Battiato, 18 della Premiata Forneria Marconi, e perfino 3 di Syd Barrett e ben 9 di Captain Beefheart!

Ora, non è chi non veda come tale abbondanza qualitativa e quantitativa sia all’origine del fenomeno di cui parlavamo, vale a dire l’abbordaggio agli scaffali e il loro repentino svuotamento. Ma ciò non ha significato la fine dell’interesse verso questo settore, che anzi fra tutti appare il più frequentato: difatti l’obbligo della restituzione entro una settimana comporta una forte circolazione, e dunque un ricambio quanto mai frequente dei dischi, che rientrano presto in biblioteca e che quindi sono immediatamente fruibili da altri utenti.

Il problema rimane quello della ricollocazione sugli scaffali, difficilmente particabile proprio a causa di una presenza così elevata di utenti alla continua ricerca di cd. Come fare allora per soddisfare la fame di musica che sembra attanagliare la popolazione bolognese? semplice, hanno pensato i bibliotecari, basta non ricollocare i dischi, ma lasciarli a disposizione del pubblico sugli appositi carrelli nei quali vengono depositati non appena tornano dal prestito.

La conseguenza di questa scelta è facilmente immaginabile: i dischi vengono sistemati sui carrelli un po’ come viene, senza più alcun ordine, né per generi né per periodi musicali. Così, una volta entrati nelle "Scuderie" (cioè la parte di Sala Borsa destinata al prestito), ci capita di vedere un nugolo di persone che si accalcano intorno a questi carrelli, cercando fra poco più di un centinaio di pezzi qualcosa che possa interessarli. Non manca qualche spinta, qualche leggero sgomitamento, ma tutto avviene nella massima civiltà, anzi con un senso quasi di solidarietà fra persone affratellate dal desiderio di mettere le mani su un po’ di buona musica senza dover passare dai negozi di dischi o rimanere delle ore in rete a scaricare brani da Napster.

E quando finalmente anche noi riusciamo ad aver accesso agli "avanzi", ci accorgiamo che le difficoltà aumentano, ma che per certi aspetti aumentano anche i vantaggi: le difficoltà sono ovviamente quelle di rintracciare un paio di pezzi che ci possano davvero interessare; i vantaggi sono quelli di scoprire, in quell’insieme eterogeneo e indiscriminato, un disco che non pensavamo assolutamente di trovare, o un artista che non conoscevamo ancora.

E’ il trionfo della serendipity, ossia di quella condizione che ci fa scoprire casualmente una cosa mentre ne cerchiamo un’altra. Così, razzolando tra gli avanzi, ci capita di imbatterci nel mitico primo disco dei Pink Floyd, The piper at the gates of down, che scorgiamo di fianco all’elegante cofanetto dell’Anello del Nibelungo di Wagner; di scovare la versione originale del musical West Side Story, quasi invisibile fra un Duke Ellington e un Jovanotti; di esumare un misterioso quanto intrigante Beauty and the beast dei Cassiber, incastrato fra un doppio di Burt Bacarach e uno di Ravi Shankar.

Chi cerca trova, e mai come in questo caso il detto trova una sua verifica; d’altra parte, non è forse vero che il motore di ricerca più usato in Internet è quel Google, che presenta le risposte ad una interrogazione sulla base del numero di "visite" che un certo sito ha ricevuto? allo stesso modo, dobbiamo allora pensare che i dischi restituiti e messi a disposizione sui carrelli siano i più interessanti proprio perché i più "visitati", i più richiesti dal pubblico.

Già, ci direte, ma allora quali sono i cd meno richiesti, se è vero che gli scaffali sono costantemente vuoti? Beh, non è del tutto esatto dire che siano vuoti, perché qualcosa in effetti c’è, e sono i famosi dischi con il bollino blu, ossia quelli per cui non sono ancora passati 18 mesi dalla loro uscita e che quindi, essendo ancora coperti da copyright, non sono ammessi al prestito ma solo utilizzabili in sede, avendo la fortuna di trovare libera una delle (poche) postazioni d'ascolto.

E poi, se andiamo negli altri settori, vediamo che c’è più di qualcosa: un bel po’ di classica, uno sparuto gruppetto di jazz, qualcosina di musica italiana (per chi ama il revival, da non perdere Don Backy e Nicola di Bari). Se ci disponiamo a frequentarla con animo sereno, la sezione musicale di Sala Borsa è in grado di riservarci ancora molte sorprese.

Bologna, 24 maggio 2002

 

Addenda: alcuni mesi dopo...

... le cose sono un po' cambiate, ma non così tanto. In primo luogo, il numero dei cd che si possono prendere in prestito è passato da cinque a tre, allo scopo di averne di più a disposizione del pubblico: cosa senz'altro lodevole, se non fosse per il fatto che il numero complessivo di pezzi da poter prendere in prestito è rimasto cinque, di cui soltanto tre di natura multimediale: in altri termini, puoi avere in prestito fino a cinque libri, ma non più di tre cd. Così, al di là del disappunto che ciò provoca in chi è interessato in misura prioritaria al settore musicale, sembra che a prevalere sia ancora una volta la vecchia tradizione "cartacea" delle biblioteche, cosa che suona un po' strana in una struttura - qual è appunto Sala Borsa - che si fregia degli appellativi altisonanti e à la page di mediateca, biblioteca multimediale, etc.

E in effetti questa riduzione nel numero dei cd prestabili può dare l'impressione di aver raggiunto il suo obiettivo, dato che negli scaffali sembra esservene una quantità decisamente maggiore che in passato: e tuttavia, a ben guardare, si scopre che tutti i dischi sono avvolti da una custodia in plastica rigida ed ermeticamente chiusa, che ha la funzione di preservarli dai furti. Così, scorrendo fra gli scaffali, ci accorgiamo che la quantità di dischi non è aumentata nel numero, ma solo nel volume, a causa dell'ingombro provocato da tali custodie: le quali peraltro impediscono l'apertura dell'album, e quindi privano l'utente della possibilità di venire a conoscenza di importanti informazioni sull'opera che intende prendere in presito, quali ad esempio l'anno d'incisione, la composizione del gruppo, o qualsiasi altra notizia di natura paratestuale (si pensi, per inciso, se qualcosa del genere possa essere immaginata per i libri...).

Last but not least, sono aumentati di molto i compact con il bollino blu, ossia qualli che non vanno in prestito perché ancora coperti da copyright, che d'altra parte sono stati separati dagli altri e allineati su appositi scaffali. Trattandosi dei dischi più recenti, e quindi i più interessanti e desiderabili per il pubblico, ci pare che questa esibizione di risorse non utilizzabili, questo "guardare e non toccare" provochi più disappunto che compiacimento fra gli utenti, i quali il più delle volte non hanno il tempo per poterli ascoltare in sede (e se magari ce l'hanno, scoprono che le poche le postazioni di ascolto sono permanentemente occupate da altri utenti). L'unica cosa da fare allora prendere nota dei dischi di proprio interesse ed aspettare pazientemente che passino i fatidici 18 mesi di durata del copyright, augurandosi che il giorno in cui li potrà prendere in prestito non sia già transitato qualche altro utente cinque minuti prima...

Bologna, 18 febbraio 2003

 

-------------------------------

[*] Già pubblicato su "Elephant Talk. Rivista musicale elettronica", 8 (2002), 53
http://www.burioni.it/forum/ridi/et40-53.rtf