Il disco che non c’è
Breve viaggio nella sezione musicale
della biblioteca "Sala Borsa" di Bologna [*]
di Michele Santoro
Ci dicono che fuori d’Italia sia un fatto comune trovare nelle biblioteche pubbliche
una serie di "oggetti" diversi dai tradizionali libri o dalle classiche riviste:
oggetti che riscuotono un interesse straordinario da parte di un pubblico assai
vasto, e che sono sostanzialmente i compact disk musicali, le videocassette
e i più innovativi dvd.
Crosby etc.
1. (m) 4 way street, Crosby Stills Nash Young, 1992
2. (m) American dream, Crosby Stills Nash Young, 1988
3. (m) CSN, Crosby, David, 1991
4. (m) Deja vu, Crosby Stills Nash Young, 1970
5. (m) Graham Nash, David Crosby, Nash, Graham, 1998
6. (m) If I could only remember my name..., Crosby, David, 1971
7. (m) Whistling down the wire, Crosby, David, 2000
8. (m) Wind on the water, Crosby, David, 2000
Zappa, Frank
1. (m) Absolutely free, Zappa, Frank, 1988
2. (m) Boulez conducts Zappa: the perfect stranger, Zappa, Frank, 1992
3. (m) Burnt weeny sandwich, Zappa, Frank, 1993
4. (m) Francesco Zappa: his first digital record, Zappa, Frank, 1992
5. (m) Freak out!, Zappa, Frank, 1995
6. (m) The grand Wazoo, Zappa, Frank, 1993
7. (m) Hot rats, Zappa, Frank, 1995
8. (m) Jazz from Hell, Zappa, Frank, 1995
9. (m) Joes garage: acts 1.. 2. & 3., Zappa, Frank, 1995
10. (m) Läther, Zappa, Frank, 1996
11. (m) The mothers of invention: Weasels ripped my flesh, Zappa, Frank, 1995
12. (m) Orchestral favorites, Zappa, Frank, 1995
13. (m) Playground psychotics, Zappa, Frank, 1992
14. (m) Roxy & Elsewhere, Zappa, Frank, 1995
15. (m) Sleep dirt, Zappa, Frank, 1995v
16. (m) Studio Tan, Zappa, Frank, 1995
17. (m) Uncle meat, Zappa, Frank, 1987
18. (m) We're only in it for the Money, Zappa, Frank, 1995
19. (m) You are what you is, Zappa, Frank, 1995
20. (m) You can't do that on stage anymore, Zappa, Frank: 1, 2, 3, 4, 5, 6
21. (m) Zappa in New York, Zappa, Frank, 1991
Inoltre, registriamo con piacere la presenza di 20 album dei Beatles, di altrettanti dei Genesis, di 13 dei Pink Floyd, 9 dei King Crimson e dei Led Zeppelin, 26 di Franco Battiato, 18 della Premiata Forneria Marconi, e perfino 3 di Syd Barrett e ben 9 di Captain Beefheart!
Ora, non è chi non veda come tale abbondanza qualitativa e quantitativa sia all’origine del fenomeno di cui parlavamo, vale a dire l’abbordaggio agli scaffali e il loro repentino svuotamento. Ma ciò non ha significato la fine dell’interesse verso questo settore, che anzi fra tutti appare il più frequentato: difatti l’obbligo della restituzione entro una settimana comporta una forte circolazione, e dunque un ricambio quanto mai frequente dei dischi, che rientrano presto in biblioteca e che quindi sono immediatamente fruibili da altri utenti. Il problema rimane quello della ricollocazione sugli scaffali, difficilmente particabile proprio a causa di una presenza così elevata di utenti alla continua ricerca di cd. Come fare allora per soddisfare la fame di musica che sembra attanagliare la popolazione bolognese? semplice, hanno pensato i bibliotecari, basta non ricollocare i dischi, ma lasciarli a disposizione del pubblico sugli appositi carrelli nei quali vengono depositati non appena tornano dal prestito. La conseguenza di questa scelta è facilmente immaginabile: i dischi vengono sistemati sui carrelli un po’ come viene, senza più alcun ordine, né per generi né per periodi musicali. Così, una volta entrati nelle "Scuderie" (cioè la parte di Sala Borsa destinata al prestito), ci capita di vedere un nugolo di persone che si accalcano intorno a questi carrelli, cercando fra poco più di un centinaio di pezzi qualcosa che possa interessarli. Non manca qualche spinta, qualche leggero sgomitamento, ma tutto avviene nella massima civiltà, anzi con un senso quasi di solidarietà fra persone affratellate dal desiderio di mettere le mani su un po’ di buona musica senza dover passare dai negozi di dischi o rimanere delle ore in rete a scaricare brani da Napster. E quando finalmente anche noi riusciamo ad aver accesso agli "avanzi", ci accorgiamo che le difficoltà aumentano, ma che per certi aspetti aumentano anche i vantaggi: le difficoltà sono ovviamente quelle di rintracciare un paio di pezzi che ci possano davvero interessare; i vantaggi sono quelli di scoprire, in quell’insieme eterogeneo e indiscriminato, un disco che non pensavamo assolutamente di trovare, o un artista che non conoscevamo ancora. E’ il trionfo della serendipity, ossia di quella condizione che ci fa scoprire casualmente una cosa mentre ne cerchiamo un’altra. Così, razzolando tra gli avanzi, ci capita di imbatterci nel mitico primo disco dei Pink Floyd, The piper at the gates of down, che scorgiamo di fianco all’elegante cofanetto dell’Anello del Nibelungo di Wagner; di scovare la versione originale del musical West Side Story, quasi invisibile fra un Duke Ellington e un Jovanotti; di esumare un misterioso quanto intrigante Beauty and the beast dei Cassiber, incastrato fra un doppio di Burt Bacarach e uno di Ravi Shankar. Chi cerca trova, e mai come in questo caso il detto trova una sua verifica; d’altra parte, non è forse vero che il motore di ricerca più usato in Internet è quel Google, che presenta le risposte ad una interrogazione sulla base del numero di "visite" che un certo sito ha ricevuto? allo stesso modo, dobbiamo allora pensare che i dischi restituiti e messi a disposizione sui carrelli siano i più interessanti proprio perché i più "visitati", i più richiesti dal pubblico. Già, ci direte, ma allora quali sono i cd meno richiesti, se è vero che gli scaffali sono costantemente vuoti? Beh, non è del tutto esatto dire che siano vuoti, perché qualcosa in effetti c’è, e sono i famosi dischi con il bollino blu, ossia quelli per cui non sono ancora passati 18 mesi dalla loro uscita e che quindi, essendo ancora coperti da copyright, non sono ammessi al prestito ma solo utilizzabili in sede, avendo la fortuna di trovare libera una delle (poche) postazioni d'ascolto.E poi, se andiamo negli altri settori, vediamo che c’è più di qualcosa: un bel po’ di classica, uno sparuto gruppetto di jazz, qualcosina di musica italiana (per chi ama il revival, da non perdere Don Backy e Nicola di Bari). Se ci disponiamo a frequentarla con animo sereno, la sezione musicale di Sala Borsa è in grado di riservarci ancora molte sorprese.
Bologna, 24 maggio 2002
Addenda: alcuni mesi dopo...
... le cose sono un po' cambiate, ma non così tanto. In primo luogo, il numero dei cd che si possono prendere in prestito è passato da cinque a tre, allo scopo di averne di più a disposizione del pubblico: cosa senz'altro lodevole, se non fosse per il fatto che il numero complessivo di pezzi da poter prendere in prestito è rimasto cinque, di cui soltanto tre di natura multimediale: in altri termini, puoi avere in prestito fino a cinque libri, ma non più di tre cd. Così, al di là del disappunto che ciò provoca in chi è interessato in misura prioritaria al settore musicale, sembra che a prevalere sia ancora una volta la vecchia tradizione "cartacea" delle biblioteche, cosa che suona un po' strana in una struttura - qual è appunto Sala Borsa - che si fregia degli appellativi altisonanti e à la page di mediateca, biblioteca multimediale, etc.
E in effetti questa riduzione nel numero dei cd prestabili può dare l'impressione di aver raggiunto il suo obiettivo, dato che negli scaffali sembra esservene una quantità decisamente maggiore che in passato: e tuttavia, a ben guardare, si scopre che tutti i dischi sono avvolti da una custodia in plastica rigida ed ermeticamente chiusa, che ha la funzione di preservarli dai furti. Così, scorrendo fra gli scaffali, ci accorgiamo che la quantità di dischi non è aumentata nel numero, ma solo nel volume, a causa dell'ingombro provocato da tali custodie: le quali peraltro impediscono l'apertura dell'album, e quindi privano l'utente della possibilità di venire a conoscenza di importanti informazioni sull'opera che intende prendere in presito, quali ad esempio l'anno d'incisione, la composizione del gruppo, o qualsiasi altra notizia di natura paratestuale (si pensi, per inciso, se qualcosa del genere possa essere immaginata per i libri...).
Last but not least, sono aumentati di molto i compact con il bollino blu, ossia qualli che non vanno in prestito perché ancora coperti da copyright, che d'altra parte sono stati separati dagli altri e allineati su appositi scaffali. Trattandosi dei dischi più recenti, e quindi i più interessanti e desiderabili per il pubblico, ci pare che questa esibizione di risorse non utilizzabili, questo "guardare e non toccare" provochi più disappunto che compiacimento fra gli utenti, i quali il più delle volte non hanno il tempo per poterli ascoltare in sede (e se magari ce l'hanno, scoprono che le poche le postazioni di ascolto sono permanentemente occupate da altri utenti). L'unica cosa da fare allora prendere nota dei dischi di proprio interesse ed aspettare pazientemente che passino i fatidici 18 mesi di durata del copyright, augurandosi che il giorno in cui li potrà prendere in prestito non sia già transitato qualche altro utente cinque minuti prima...
Bologna, 18 febbraio 2003
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[*] Già pubblicato su "Elephant Talk. Rivista musicale elettronica",
8 (2002), 53
http://www.burioni.it/forum/ridi/et40-53.rtf