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AIDA Informazioni
ISSN 1121-0095, trimestrale
anno 18, numero 3-4, luglio-dicembre 2000

Vita dell'Associazione
Società dell'informazione: professioni a confronto
Resoconto del VI Convegno Nazionale AIDA, 12-13 ottobre 2000
Mario De Gregorio, Biblioteca Comunale degli Intronati, Siena
Quali e quante le professioni all'interno del variegato mondo dell'informazione; quali i curricula, i percorsi di formazione, gli strumenti, lo status, le forme specifiche d'impiego, nuove e già sedimentate, le opportunità e gli sbocchi occupazionali per le professionalità coinvolte nel processo di impatto dei flussi informativi sull'orientamento della sfera pubblica e privata nellíera di Internet e della società dell'informazione. Un impatto dirompente - com'è noto - nel mutamento degli stili e dei linguaggi di comunicazione, dei modi di fare ricerca e di produrre, di organizzare il lavoro e lo stesso vissuto quotidiano. Su questi temi il sesto Convegno nazionale dellíAIDA ha chiamato a riflettere, il 12 e 13 ottobre scorsi, presso la napoletana Fondazione IDIS alla Città della Scienza, riprendendo e sviluppando in qualche modo problematiche già al centro dei convegni nazionali dellí89 (L'informazione come professione) e del '96 (Documentazione: professione trasversale). Il tutto con un occhio particolare alle inevitabili implicazioni economiche e strutturali della risorsa "informazione", ponendo alla base del confronto insomma la considerazione del valore odierno dell'informazione e della conoscenza come fattori decisivi di crescita economica e, in particolare, di apertura di nuove frontiere di competitività per le aziende e per gli enti di servizio.

La focalizzazione a vari livelli e su diversi piani di esperienza, sia geografica che di settore, di questa molteplicità di aspetti delle professioni dell'informazione ha comportato inevitabilmente un corposo dibattito sulla rilevanza che la gestione consapevole dello specifico valore "informazione" ha nel contesto dellíorganizzazione aziendale e del management strategico. «Noi siamo professionisti - ha esordito il presidente dell'Associazione Lucia Maffei introducendo i lavori - che hanno sviluppato skills professionali specifici nel trattamento dell'informazione in settori in cui prestiamo la nostra opera: aziende, centri di ricerca, Università. Le nostre competenze vanno dalla gestione della documentazione, su supporti tradizionali o tecnologicamente avanzati (dalla sua acquisizione fino alla messa a disposizione dei lettori), alla gestione dell'informazione (dai processi di costruzione di tesauri, indici, abstracts fino alla preparazione di dossier informativi), alla gestione di sistemi informativi complessi di tipo Intranet, in cui andiamo oltre la pura utilizzazione di un software, per analizzare i flussi informativi e rendere fluida ed efficace la loro circolazione».

Per tutti questi motivi, supporto indispensabile delle nuove frontiere della ricerca e dellíimprenditoria, il professionista dell'informazione costituisce un punto di riferimento privilegiato per un'analisi della complessità e delle potenzialità della nuova "società dellíinformazione" e delle competenze indispensabili per affrontare al meglio le sfide della competitività globale. Sulle capacità professionali degli operatori si misura ad esempio la necessità di stabilire un collegamento indispensabile fra la società dell'informazione e quella della conoscenza, modello di rapporto già vivo all'interno del mondo della ricerca ma augurabilmente esportabile in quello economico-aziendale, visto anche il suo valore in termini di business e di acquisizione di capacità di risposta alle mutevoli situazioni del mercato. La corretta gestione professionale dei flussi informativi permette ad esempio, anche in campo aziendale, l'indispensabile traferimento della conoscenza, sia esplicita che "implicita" - un tema che è tornato a più riprese nel corso del dibattito - che il crescente incremento della pratica della flessibilità nel mercato del lavoro ha messo di recente in crisi.

Su questa strada il programma del convegno ha volutamente messo l'accento sul knowledge management, vale a dire sulla gestione della conoscenza in azienda: argomento decisivo non solo per il futuro degli operatori, ma - com'è stato riconosciuto a più riprese - per lo stesso, intero, tessuto economico aziendale. La presentazione di una serie di prodotti specifici si è incontrata così con una lettura del fenomeno da parte degli stessi operatori del settore, sintetizzabile di fatto nella necessità di un riconoscimento complessivo della centralità dell'elemento umano in una gestione dei flussi informativi non delegabile interamente al software.

Ma innescare questo ciclo virtuoso attraverso le figure degli operatori dellíinformazione (emersi in maniera netta dagli interventi sempre come managers e non certo come executives), ripropone con forza anche la necessità - come ha sottolineato ancora la Maffei - di «investimenti cospicui e continui nella ricerca e nellíeducazione, líaccentuazione nel processo formativo della parte metodologica che consenta di formare professionalità non rigide, ma flessibili, che siano capaci di seguire professionalmente un mondo in continuo cambiamento, la capacità delle aziende di chiarirsi gli obiettivi strategici e individuare le professionalità per gestirli».

La prima sessione del convegno, coordinata da Carla Basili (CNR/ISRDS), ha teso proprio a definire l'attualità della formazione a livello europeo delle figure professionalmente impegnate nella gestione della risorsa "informazione". La stessa Basili ha ricordato, sulla scorta di un campionamento documentale sulla natura e sull'euristica della scienza "informazione", come ci si trovi fronte ancora ad una professione in qualche modo "invisibile", per certi versi trasparente, tuttora legata ad incertezze di definizione e di statuto gnoseologico della disciplina e dei suoi specifici settori di intervento. Il che costituisce comunque una verifica a tutto campo della versatilità e della molteplicità d'aspetti e di settori d'intervento delle professioni legate al concetto stesso di risorsa dellíinformazione e alla sua interdipendenza con le nuove tecnologie di circolazione dellíinformazione.

Sulla diversificazione e aumentata complessità della professione del documentalista, Wayne Harper, del British Council, ha portato in questo contesto l'esperienza della Gran Bretagna, focalizzando il suo intervento sul mutamento della figura del bibliotecario britannico, sulla base dellíuso crescente nell'informazione all'utente della ICT, Information and Communications Technology. Ha ricordato come il governo Blair abbia messo in campo da tempo una politica molto ambiziosa relativamente allíuso dell'ICT come mezzo per líistruzione e per le comunicazioni fra cittadino e potere legislativo, e come il vasto tessuto delle biblioteche pubbliche sia coinvolto in prima persona in questi progetti, tanto che nel contesto inglese il vecchio termine di librarian (bibliotecario) sta per essere progressivamente soppiantato da quello di information professional (professionista dell'informazione).

Le nuove esigenze della formazione poste da questo cambiamento di destinazione professionale sono state oggetto anche dell'intervento di Monique du Fresnel, dell'ADBS, che ha presentato i corposi ed interessanti risultati di una ricerca condotta in ambito francese su profili, formazione, provenienze, curricula, status professionale degli addetti al mondo dellíinformazione.

A ricomporre un quadro unitario a livello europeo e a portare un contributo decisivo alla definizione dell'ambito di competenze degli operatori del settore è servito il puntuale intervento di Maria Pia Carosella, che ha presentato a grandi linee la traduzione ufficiale italiana, a cura della stessa Carosella e di Domenico Bogliolo, promossa dall'AIDA e pubblicata dalla Casalini libri, dell'Euroguida I&D dei professionisti dell'informazione e della documentazione, lavoro realizzato con il supporto della Commissione dell'UE nel quadro del programma "Leonardo da Vinci". LíEuroguida - ha ricordato la Carosella - è opera collettiva dellíECIA, Consiglio europeo delle associazioni dell'informazione e della documentazione, che raggruppa le associazioni professionali di nove paesi dell'Unione Europea, che nel corso del 1997 ha avviato il progetto DECIDoc (Développer les Eurocompétences pour líinformation et la Documentation), di cui questa guida costituisce il primo tangibile risultato. Distribuita in anteprima fra i partecipanti al Convegno, l'Euroguida ha meritoriamente proposto una prima, chiara definizione della professione dellíinformazione e documentazione (I&D), «definibile - come ha ancora sottolineato la Carosella riprendendo un passo introduttivo del documento - a partire dalla sua stessa missione fondamentale: ricercare, trattare, produrre e diffondere l'informazione - incorporandovi valore aggiunto - allo scopo di soddisfare i bisogni d'informazione, espressi o meno, d'una popolazione definita e proponendo ai richiedenti risorse informative, generalmente costituite da "documenti" (testi, immagini, suoni, eccetera)». Nell"ambito di questa definizione la professione viene ad articolarsi in una serie di mestieri differenziati, dove, accanto ai classici documentalisti, bibliotecari e archivisti, emergono oggi generici incaricati della ricerca di informazione, gestori di basi di dati, responsabili del controllo strategico e quant'altro. Illustrando sommariamente, ma con encomiabile acribia e capacità di sintesi, l'utilissimo vademecum costituito dall'Euroguida, la stessa Carosella ne ha infine ricordato i campi di competenza: le conoscenze specifiche dell'I&D, le competenze connesse con la comunicazione, quelle legate alla gestione e all'organizzazione e gli altri saperi connessi.

Ulteriori contributi al dibattito e ad una panoramica delle realtà professionali in atto nel mondo dell'informazione e della documentazione sono venuti dalla densa seconda sessione del Convegno, dal titolo Il panorama italiano: professioni dell'informazione, coordinata da Alfonsa Martelli, presidente del GIDIF-RBM. In questa sede sono stati esplicitamente introdotti i temi della diversificazione delle professionalità  e delle "professioni parallele" a quella specifica del documentalista. Valentina Comba, dell'Università dell'Insubria, ha ricordato le varie competenze dei documentalisti allíinterno dellíistituzione universitaria (dalla gestione di periodici elettronici e preprints, a quella di OPAC e progetti di ricerca on-line) e il confronto serrato con líambito dei ricercatori, sottolineando le frequenti discrepanze fra aree disciplinari distanti, i diversi livelli di preparazione tecnica, la ancora scarsa percezione della centralità dell'organizzazione, ed evidenziando nello stesso contesto anche una serie di insuccessi conseguiti nel tempo nella ricerca di un rapporto strutturato e stabile. Tanto da concludere che se rimane indispensabile una preparazione di merito da parte del professionista dell'informazione, va fatto un tentativo concreto da parte di questíultimo per non identificarsi totalmente con líente di appartenenza. Se in seguito Alessandro Delfino, dell'Ernst Young, ha sottolineato con forza i risvolti economici della risorsa informazione e quel suo stretto legame con l'evoluzione tecnologica che chiama all'impegno di professionalità diversificate, sottoponendo allíattenzione dei convegnisti le implicazioni indotte dalla gestione e dall'aggiornamento di un prodotto di consulenza on-line per le aziende, capace di superare di fatto i margini tradizionali di assistenza alle imprese, Leopoldo Benacchio, dell'Università di Padova, ha proposto un excursus sullíevoluzione della comunicazione e sulle difficoltà di approccio alla società dellíinformazione e allíinformation technology che ancora attanagliano la parte più tradizionale del mondo accademico, indicando ancora nellíindustria il topos dell'adattabilità e dell'adeguamento ai cambiamenti in atto nel settore e quindi nell'impiego di professionalità specifiche.

Corrado Poli, presidente di Progetto Impresa, istituzione del Comune di Padova, ha ricondotto infine il discorso sul piano concreto dell'impiego delle nuove professionalità nel settore dellíinformazione, ricordandone il ruolo specifico e concreto allíinterno delle politiche attive del lavoro e della promozione dellíoccupazione. Pure in un settore dove l'obiettivo fondamentale resta l'incrocio fra domanda e offerta delle possibilità occupazionali, Poli ha quindi rivendicato per i documentalisti e gli addetti professionalmente impegnati nel mondo dell'informazione ancora una formazione di carattere umanistico, che prefigura comunque un operatore non rigidamente strutturato ma in grado di tenere aperti una serie di canali di comunicazione efficaci con i destinatari e con i bacini di acquisizione dell'informazione. Un tema quest'ultimo che ha sollecitato una serie di interventi (Comba e ancora Poli) sulla possibilità dei professionisti dell'informazione e della documentazione di approdare in qualche modo ad un mutamento in figure di veri e propri comunicatori.

La terza sessione del Convegno (KM: nuovi approcci e nuovi strumenti), coordinata da Domenico Bogliolo dell'Università "La Sapienza" di Roma, ha teso ad approfondire il tema già emerso nei lavori del convegno dell'innovazione tecnologica, con particolare riferimento a quella dell'Intranet/Extranet, e di come questa sia capace di influenzare in maniera determinante le forme, l'arricchimento e il controllo di gestione dellíinformazione e della conoscenza delle organizzazioni. Un contesto in cui sono stati presentati alcuni prodotti commerciali utilizzati in realtà aziendali e di ricerca italiani per il Knowledge Management. Quest'ultimo - come ha ricordato lo stesso Bogliolo ricostruendone per sommi capi la vicenda - si prefigura come gestione di una nuova risorsa a disposizione delle organizzazioni che necessitano di ottimizzare prestazioni ed attività in regime di alta competitività e di saturazione dei mercati. Una risorsa costituita di fatto dalla conoscenza "tacita" accumulata dagli individui che operano allíinterno dellíorganizzazione. «Di conseguenza - ha proseguito Bogliolo - il Knowledge Management esige una gestione creativa dell'informazione e della conoscenza, mediante l'organizzazione dello scambio del sapere "tacito" (quello che i dipendenti tengono per sé e non conferiscono allíazienda per contratto) tra i dipendenti e tra líorganizzazione e i suoi utenti/clienti». Questo richiede necessariamente una ristrutturazione delle gerarchie interne allíorganizzazione, non più basate sul taylorismo, ma sulla collaborazione fra soggetti di pari dignità, come accade nella conduzione di un progetto di ricerca. In questo modo le competenze e le attività coordinate degli esperti del dominio (Knowledge Managers), degli esperti dellíinformazione (documentalisti, archivisti, bibliotecari, knowledge workers) e degli esperti della tecnologia dellíinformazione (ingegneri informatici) tendono a ruotare tutte intorno alla figura centrale dell'organizzazione: l'utente/cliente, che in qualche modo costituisce il senso e il significato della stessa organizzazione.

In una realtà di rete, ai fini del trasferimento e dell'interscambio di conoscenza "tacita", sono indispensabili strumenti di software raffinati e affidabili. La tecnologia Intranet rappresenta una di queste risorse, integrata, ovviamente, con risorse di indicizzazione, information retrieval, intelligenza artificiale e quant'altro.

Bogliolo è passato successivamente a descrivere la struttura/tipo di un Intranet, tecnologia di facile uso anche per chi non è uso alla creazione di documenti in formato HTML e simili, che consente la circolazione di flussi informativi utilizzando la tecnologia Internet ma all'interno di un ambiente protetto e chiuso all'esterno. Una soluzione già in uso a livello mondiale per aziende di grandi dimensioni, ma facilmente esportabile anche in realtà medio-piccole (comuni, Università, centri di ricerca), che se ne possono servire, ad esempio, per gli urp, o per razionalizzare il flusso della documentazione interna, o ancora per fornire al pubblico le informazioni finali, proteggendo quindi in maniera quantomai sicura i documenti in corso díopera.

I prodotti presentati nel corso della sessione hanno riguardato una Intranet in certo modo "classica" (l'Open Share della Infosquare.com Italia), già diffusa in qualche Università italiana, e il nuovo Live Learning della ID Technology, specifico per le iniziative di formazione.

La sessione conclusiva (Gestione dellíinformazione: le tendenze), coordinata da Ferruccio Diozzi del CIRA di Capua, ha teso - come si è espresso il chair nell'introduzione - «a contestualizzare le problematiche emerse nei lavori del convegno e a tentare una riflessione specifica sullíuso della risorsa informazione». Giovanni Solimine, dell'Università della Tuscia, ha riportato il discorso sulla formazione dei professionisti dell'informazione all'interno del mondo accademico, costretto necessariamente ad adeguarsi per andare incontro ad un mercato del lavoro in cui la distinzione fra le figure professionali è molto più sfumata e maggiore risulta quindi la "flessibilità" richiesta agli operatori di fronte alla diversificazione dell'utenza. E se da questo punto di vista Alessandra Ensoli dell'ANPA ha portato líesperienza di un'istituzione di coordinamento a livello nazionale nel settore ambientale che solo di recente ha visto attribuirsi il compito della formazione degli operatori, Mario Raffa, docente presso il corso di Ingegneria Gestionale dell'Università Federico II di Napoli, ha posto l'accento sui ciclopici mutamenti in atto da tempo nel sistema della produzione e dei servizi. Mutamenti che hanno posto sul terreno problematiche inedite e che richiedono concettualizzazioni diverse e modalità di approccio innovativo alle questioni economiche, organizzative e gestionali, di tutto líuniverso delle imprese e dei servizi, a partire dalla fabbrica e dagli uffici fino ai centri di elaborazione di strategie più complesse.

La centralità dei sistemi informativi all'interno delle imprese, compreso anche in questo caso il recupero della conoscenza "tacita" delle maestranze, costuisce - secondo Raffa - uno degli aspetti più rilevanti nel contesto dellíadeguamento alle nuove esigenze di gestione aziendale. La professionalizzazione di operatori formati in maniera specifica per intervenire sulla pianificazione dei sistemi informativi allíinterno delle aziende, sulla loro progettazione e conduzione e sull'analisi delle procedure aziendali, si configura quindi di fatto come un elemento fondamentale e di rilevanza strategica per una risposta adeguata all'evoluzione in atto nel mondo dellíimpresa.

Questo concreto riconoscimento, sotteso di fatto alle stesse preliminari intenzioni del convegno napoletano, ha concluso adeguatamente due giornate dense di puntualizzazioni e di verifica a più livelli di esperienze nell'ambito delle professioni legate alla risorsa "informazione", capaci di fornire uno spettro significativo della realtà in atto, ma anche di indicare prospettive praticabili di interventi ulteriori.


Creato 2000-11-22; a cura di Bogliolo