Il ruolo di SPARC e la comunicazione scientifica.
Le riviste Open Access
Paola Gargiulo(*)
(*) CASPUR- Consorzio interuniversitario per le Applicazioni di Supercalcolo
Università e Ricerca, Roma
gargiulo@caspur.it
Abstract
La relazione copre una breve descrizione degli scopi e delle finalità
della Scholarly Academic Research Coalition - SPARC, un'articolata
esposizione sulle attività e le iniziative portate avanti
da SPARC- USA ed in particolare da SPARC Europe, la sezione europea
per concludersi con alcune riflessioni sulle riviste Open Access.
SPARC si impegna a sostenere il cambiamento nel mondo della
comunicazione e dell'editoria scientifica attraverso la sperimentazione
di nuovi modelli di comunicazione e di circolazione dell'informazione;
pertanto, contribuisce a sviluppare le competenze nel settore, a
ridurre i rischi di start-up, assistere tutti coloro (università,
biblioteche, società professionali, editori responsabili) che sono
interessati a dar vita a iniziative di editoria digitale che rispondono
agli obiettivi e ai valori della comunicazione scientifica.
Le attività di SPARC-Europe si svolgono su diversi piani: quello
della sensibilizzazione dei vari protagonisti del mondo della comunicazione
e dell'editoria scientifica sulla necessità di intervenire e di
contribuire a creare un nuovo contesto che favorisca l'aumento dell'informazione
accademico-scientifica elettronica accessibile liberamente e/o a costi
contenuti; quello della promozione degli archivi istituzionali, dell'iniziative
relative all'accesso libero/open access; quello del sostegno all'applicazione
e all'uso di nuove tecnologie nell'ambito della comunicazione scientifica;
quello dell'assistenza nella progettazione e nella realizzazione di iniziative
editoriali innovative basate su nuovi modelli economici sostenibili.
Introduzione
SPARC (Scholarly Publishing Academic Research Coalition) 1, è un'iniziativa nata negli Stati Uniti nel 1998 per volontà dell'Association of Research Libraries (ARL), allo scopo di introdurre la competizione, di favorire il cambiamento e di promuovere strategie alternative nel mercato dell'editoria scientifica. Com'è risaputo, le biblioteche universitarie e di ricerca destinano una parte sproporzionata del loro budget all'acquisto di riviste accademico-scientifiche la cui produzione e distribuzione è concentrata nelle mani di pochi e potenti editori commerciali.
Negli ultimi quindici anni i prezzi di queste riviste sono cresciuti
in modo esponenziale, creando nelle biblioteche universitarie la cosiddetta
"crisi dei periodici". Da una parte, le biblioteche non erano più
in grado di sostenere questi aumenti ed erano obbligate a ridurre le testate
in abbonamento, dall'altra, gli editori rispondevano al taglio in abbonamenti
con ulteriori aumenti. Tutto questo avveniva mentre gli sviluppi della
tecnologia dell'informazione e quella della telecomunicazione permettevano,
invece, di rendere accessibile elettronicamente l'informazione a costi
molti contenuti.
La nascita dei server di pre-print, la possibilità per gli autori
di auto-archiviare i propri articoli, le iniziative di editoria digitale
delle università in collaborazione con editori responsabili 2
e il movimento degli Open Archives e degli Open Access Journals, dimostrano
che l'attuale modello di comunicazione scientifica, controllato da potenti
editori commerciali, è molto insoddisfacente.
Mentre vanno affermandosi nuove e interessanti modalità di circolazione,
disseminazione, distribuzione e archiviazione, il modello economico proposto
dagli editori commerciali diventa, per i suoi alti costi, sempre più
insostenibile non solo per le piccole e le medie università ma anche
per quelle grandi.
La creazione di consorzi di biblioteche per l'acquisizione dei periodici
elettronici, le licenze-sito, lo sviluppo di collezioni su base cooperativa,
il maggiore utilizzo dei servizi di document delivery, contribuiscono a
intervenire sul modello economico proposto dagli editori, a modificarlo,
ma solo parzialmente e solo nei paesi ricchi.
Lo scopo di SPARC è di intervenire in questo contesto, mediante
strategie tese a:
· aumentare la consapevolezza dei vari protagonisti (autori,
università, società professionali, editori responsabili,
biblioteche) affinché prendano posizione, agiscano, apportino dei
cambiamenti nel mercato dell' editoria scientifica;
· promuovere forme alternative di editoria accademico-scientifica
e quindi, in questo senso, agire da "incubatori";
· incrementare l'accesso all'informazione scientifica elettronica
riducendone i costi;
· introdurre nel mercato editoriale la concorrenza, promovendo
e sostenendo la presenza di altri protagonisti e non solo delle potenti
case editrici commerciali;
· favorire e sostenere il movimento degli Open archives e degli
Open access journals.
SPARC si impegna a sostenere il cambiamento attraverso la sperimentazione
di nuovi modelli di comunicazione e di circolazione dell'informazione scientifica;
pertanto, contribuisce a sviluppare le competenze nel settore, a ridurre
i rischi di start-up, assistere tutti coloro (università, biblioteche,
società professionali, editori responsabili) che sono interessati
a dar vita a iniziative di editoria digitale che rispondono agli obiettivi
e ai valori della comunicazione scientifica.
In particolare, ai suoi esordi, SPARC ha contribuito alla nascita di
riviste a costi ridotti, altamente competitive con le riviste commerciali,
ha sponsorizzato e tuttora sponsorizza l'uso della tecnologia e di modelli
innovativi, nonché lo sviluppo e la creazione di portali destinati
a diverse comunità scientifiche. SPARC ha, per esempio, partecipato
alla creazione di comunità scientifiche come BioOne,3
istituita come non-profit corporation, diretta da società professionali
e biblioteche. Attualmente, questa comunità scientifica offre un
aggregato di risorse informative elettroniche nell'ambito delle discipline
biologiche e nel medesimo tempo sostiene le riviste pubblicate da società
professionali del settore, molte delle quali sono ancora solo cartacee.
Inoltre, SPARC sostiene lo sviluppo di archivi istituzionali (institution-based
repositories) per l'archiviazione dei lavori degli autori/ricercatori.
Oggi SPARC conta più di 200 membri tra biblioteche, università,
centri di ricerca in USA, Canada, Australia, Nuova Zelanda e in Europa.
SPARC - Europe
Nel 2002 si è sentita la necessità di costituire la medesima
iniziativa anche in Europa. È così nata sotto l'egida di
LIBER 4, SPARC-Europe, in seguito al successo di SPARC-USA
a cui è affiliata. Vi fanno parte biblioteche di ricerca, università,
consorzi di biblioteche presenti in Europa. Attualmente, vi fanno parte
circa una cinquantina di enti e il numero dei partecipanti è in
costante crescita. La partecipazione italiana è ancora scarsa; sicuramente,
ci saranno maggiori adesioni non appena si affermerà anche in Italia
una sensibilità ai problemi connessi alla circolazione dell'informazione
accademico-scientifica.
L'esigenza di dare vita ad un'iniziativa europea nasce dalla constatazione che le più grandi case editrici commerciali nell'ambito del settore STM (Scientific, Technical and Medical), diverse società professionali, molte university press hanno sede in Europa ed è, pertanto, importante creare un movimento di sensibilizzazione, di "advocacy and action" in casa. SPARC Europe intende sensibilizzare anche la Commissione Europea sulle problematiche dell'editoria scientifica, in particolare quando vengono effettuate fusioni tra gruppi editoriali commerciali che si presentano dannose per la comunità. Inoltre, è emerso che la comunicazione scientifica è per sua natura globale, ma ci sono in essa alcuni aspetti "locali" legati a contesti culturali e storici specifici, che rendono il contesto europeo della circolazione e della diffusione della comunicazione scientifica diverso da quello statunitense. La presenza di questa iniziativa in Europa permette agli autori/ricercatori e ai bibliotecari europei di essere coinvolti in prima persona nel sostenere e nel realizzare gli obiettivi ed i valori promossi da SPARC.
Le attività di SPARC-Europe si svolgono su diversi piani:
Per aumentare la consapevolezza nel mondo accademico europeo su
queste problematiche e favorirne la discussione, SPARC invita le istituzioni
universitarie europee a diffondere il documento "Create change" nelle varie
sedi istituzionali, allo scopo di sensibilizzare autori e amministratori,
e di invitarli ad agire per modificare l'attuale mercato della comunicazione
e dell'editoria scientifica.
Le università europee sono invitate ad utilizzare questo documento
e a diffonderlo nella propria istituzione, nonché a tradurlo nella
propria lingua.
SPARC-Europe promuove seminari, workshop nei vari atenei e nel medesimo
tempo partecipa a convegni internazionali per far conoscere le sue iniziative,
i risultati ottenuti, far crescere il numero dei suoi membri, ma soprattutto
per favorire il cambiamento nell'editoria scientifica. Inoltre, sostiene
la creazione degli archivi istituzionali, la Budapest Open Access Initiative
e l'Open Archive Initiative e le loro finalità, attraverso la cooperazione
con individui e organizzazioni che sostengono l'accesso libero alle pubblicazioni
scientifiche.
SPARC-Europe promuove il piano proposto nel documento di SPARC-USA
"Declaring independence" nel quale si afferma, da un lato, la necessità,
da parte del mondo accademico e della ricerca, di riprendere il controllo
della comunicazione scientifica prodotta al suo interno e, dall'altro,
si formulano strategie operative. Inoltre, sostiene il Progetto Roquade,
il cui scopo è mettere un'infrastruttura organizzativa, gestionale
e tecnologica a disposizione delle istituzioni e/o degli autori interessati
a dar vita a iniziative di editoria digitale indipendenti.5
SPARC e le riviste Open Access
SPARC sostiene le riviste "peer reviewed" in formato elettronico ad
accesso libero, gli Open Access Journals, spesso indicati come OAJ. E'
infatti partner di diverse riviste e di iniziative in questo ambito: "Algebraic
and Geometric Topology", Biomed Central, California Digital Library eScholarship,
"Documenta Matematica", "Geometry and Topology", "Journal of Insect Science",
"Journal of Maching Learning", "New Science Journal", le due nuove riviste
della Public Library of Science ("PloS Biology" e "PloS Medicine") e le
11 riviste dell'Accademia Indiana delle Scienze.
Con il termine Open Access 6 si intendono le riviste,
peer reviewed, i cui articoli a testo completo possono essere recuperati,
letti, scaricati, copiati, distribuiti, stampati e linkati gratuitamente.
L'unico limite posto alla riproduzione e alla distribuzione e l'unico ruolo
del copyright in questo ambito consistono nel controllo, da parte dell'autore,
dell'integrità dei propri lavori e nel diritto ad essere debitamente
riconosciuto e citato per essi.
Purché l'accesso gratuito sia garantito, la rivista può
richiedere la registrazione in linea gratuita dell'utente, prima di accedere
alla rivista. Queste riviste non differiscono per qualità da quelle
prestigiose pubblicate dagli esosi editori commerciali, si avvalgono di
editors, comitati editoriali, ricorrono al sistema di controllo di qualità
e di valutazione da parte di esperti del settore prima di pubblicare gli
articoli (peer reviewing system), pubblicano gli esiti di ricerche originali
e/o articoli che presentano gli esiti queste ricerche. Nella maggior parte
dei casi sono disponibili in formato elettronico e alcune anche in versione
cartacea.
Per quanto attiene al copyright, quest'ultimo rimane all'autore o, se l'autore vuole, può trasferirlo all'editore; in ambedue i casi, il detentore del copyright consente l'accesso gratuito all'articolo. Se è l'autore a detenere il copyright, egli firma un contratto con l'editore nel quale viene definito l'accesso gratuito al documento. Se è invece l'editore a detenere il copyright, sarà l'editore stesso a consentire l'accesso gratuito. Tra le varie obiezioni nei confronti delle riviste scientifiche ad accesso gratuito, c'è anche quella relativa all'impossibilità da parte dell'Open Access (in futuro OA) di far rispettare le leggi sul copyright. Nella pratica, le riviste OA non presentano dei rischi maggiori delle riviste possedute da editori commerciali, come dimostrano esempi di plagio verificatisi in riviste commerciali.
Dal punto di vista dell'autore, le riviste OA peer reviewed garantiscono una maggiore circolazione e diffusione dei propri contributi nella comunità scientifica, una maggiore possibilità di essere citati e di essere conosciuti internazionalmente, nel rispetto dell'integrità e della paternità dei propri lavori. Non sono queste alcune delle principali ragioni per cui gli scienziati, i ricercatori, gli studiosi pubblicano?
Ai fini della carriera accademica e scientifica, queste riviste dovrebbero
avere il medesimo valore delle riviste scientifiche peer reviewed commerciali;
se tale valore non viene loro riconosciuto, è solo questione di
tempo: si tratta solo di superare resistenze culturali e l'inerzia del
mondo accademico.
Queste riviste avrebbero un Impact Factor (IF) superiore alle riviste
commerciali se l'Institute of Scientific Information (ISI) le immettesse
nel calcolo dell'IF. Da questo punto di vista, è interessante notare
che se l'attuale IF viene messo in discussione in maniera sempre più
critica e, in particolare, nei paesi anglosassoni ma non solo, nuove modalità
automatiche di estrazione di citazioni, nuovi algoritmi di calcolo, nuovi
software, nuovi motori di ricerca di citazioni si stanno facendo strada.
Si apre un mondo nuovo, più democratico, che utilizza meccanismi
più trasparenti, sicuramente non condizionato dalle logiche imposte
dall'IF. Nell'ambito dell'Open Archive sono già in corso una serie
di iniziative che mirano alla connessione tra citazioni all'interno dei
lavori a testo pieno (reference linking) dentro gli archivi aperti e tra
gli archivi aperti. Vi sono iniziative come Opcit e un motore di ricerca
come Paracite. 7
Certamente, le riviste OA competono non solo sul piano della qualità,
del prestigio, ma anche su quello tecnologico, con le riviste commerciali.
Inoltre, queste riviste hanno la necessità di attirare editors e
autori prestigiosi, di promuoversi, di farsi conoscere nella e dalla comunità,
di essere citate, linkate, ecc. Tutto ciò vuol dire una buona pianificazione,
ma soprattutto sostenere dei costi. Chiaramente, parliamo di riviste per
i quali gli autori non ricevono alcun compenso.
Senza dubbio, uno degli aspetti più interessanti delle riviste
OA è l'interesse a sperimentare nuove forme di comunicazione e di
scambio all'interno della comunità scientifica: ad esempio, spesso
le riviste OA prevedono un forum attraverso il quale l'autore dell'articolo
interloquisce con i lettori, per cui l'articolo originale viene arricchito
dai commenti, dalle aggiunte, dalle proposte fatte dai lettori. Cosa significa
ciò? Grazie allo scambio in rete di informazioni, di conoscenze,
di opinioni, dall'articolo originale nascono in tempi molto brevi nuove
idee, proposte, percorsi e quindi nuovi articoli, nuove conoscenze; si
tratta di un processo cui possono liberamente partecipare tutti coloro
che sono interessati all'oggetto dell'articolo e che ne hanno le competenze
per seguirlo.
L'unico vero ostacolo alla partecipazione non è più,
quindi, l'accesso all'articolo, perché gratuito, bensì l'accesso
alla rete. Ciò sposta il problema su un altro piano, quello del
divario digitale, tema molto importante, su cui il movimento dell'OA è
attivo ma che esula da questa relazione.
Anche gli editori commerciali tradizionali guardano con interesse alle
riviste OA per i loro aspetti innovativi. In effetti, la versione elettronica
delle riviste peer reviewed pubblicate da editori commerciali non ha rappresentato
che la trasposizione della versione cartacea su un altro supporto. Fino
ad ora, la versione elettronica ha presentato, in rapporto alla versione
cartacea, una relativa tempestività nei tempi di pubblicazione (i
tempi di pubblicazione delle riviste peer reviewed sono ancora lunghi anche
nel caso della versione elettronica), ha offerto l'ipertestualità
del web, quindi la possibilità di attivare link interni ed esterni
al testo, la possibilità di ricercare annate diverse simultaneamente
oltre alla disponibilità del servizio in rete 24/24. Tuttavia,
sul piano dell'utilizzo di ipermedialità (video, immagini, suoni,
filmati) integrati negli articoli e/o sulla sperimentazione di nuove forme
di comunicazione, si è fatto ben poco.
Quale modello economico per la produzione di riviste OA? In effetti, non esiste un solo modello. Attualmente, si stanno sperimentando diverse forme di finanziamento e di sostegno per la realizzazione e il mantenimento di riviste OA: contributi da parte di enti/università o fondazioni e proventi dall'accesso a pagamento di servizi aggiuntivi offerti dall'editore della rivista ad accesso gratuito. L' infrastruttura tecnologica viene spesso messa a disposizione da università o enti di ricerca, così come il personale che svolge il lavoro di editing, gestione del peer-reviewing, creazione di metadati, ecc. In alcuni casi, gli autori stessi contribuiscono a sostenere i costi per la pubblicazione del proprio contributo. Nell'ambito dell'OA, ci sono esperienze come quelle di Biomed Central e "PloS Biology", nelle quali gli autori pagano per pubblicare i propri articoli. I costi si aggirano intorno ai 500 dollari per articolo per le riviste di Biomed Central e a 1500 dollari per " PloS Biology". 8
Ci sono state delle obiezioni su questi costi dei quali viene caricato
l'autore, ritenendo che questi costi impediscano, ad autori che non dispongono
di queste somme, di poter pubblicare i propri contributi. Oppure è
stato fatto presente che le istituzioni universitarie, i cui autori pubblicano
di più, finiscono per pagare di più.
In generale, questi costi per la pubblicazione vengono coperti dai
fondi di ricerca, e alcuni enti di ricerca già prevedono,
nel finanziamento di una ricerca scientifica, anche eventuali costi richiesti
per la pubblicazione. Anche nel mondo delle riviste peer reviewed a pagamento,
in alcuni casi, gli autori pagano per la pubblicazione del loro articolo;
certamente, pagano per ottenere ristampe dell'articolo (reprints); parliamo
di riviste per le quali le biblioteche afferenti agli enti in cui lavorano
gli autori pagano costosi abbonamenti cartacei e/o elettronici.
Una rivista come "PloS Biology", una volta accettato il contributo
che è stato sottoposto alla valutazione di esperti, esonera l'autore
dal pagare i 1500 dollari qualora l'autore dichiari di non essere in grado
di sostenere i costi. Biomed Central prevede che università ed enti
di ricerca paghino una modesta somma annua basata sulle dimensioni dell'ente,
grazie alla quale tutti gli autori afferenti a quell'istituzione possono
pubblicare sulle riviste di Biomed Central senza sostenere alcuna spesa
per i costi di pubblicazione.
Questo spostamento dei costi delle riviste, dall'abbonamento alla testata,
all'autore dell'articolo e/o all'istituzione che paga una quota annuale
per i propri autori che pubblicheranno su riviste OA, come nel caso di
Biomed Central, crea alcuni problemi, che vanno affrontati e per i quali
si possono trovare soluzioni giuste.
In effetti, queste obiezioni, mosse da qualche membro della comunità
scientifica ma anche da alcuni bibliotecari, sono legittime; personalmente,
non credo che in futuro si affermerà il solo modello OA, ma credo
che questo modello vada comunque incoraggiato e sostenuto, per modificare
un modello tradizionale di comunicazione scientifica oggi troppo ingessato,
troppo costoso, poco trasparente, spesso condizionato da logiche perverse
che ostacolano la diffusione e la comunicazione scientifica. Il mondo dell'OA
è più flessibile, creativo, aperto a soluzioni innovative
rispetto al tradizionale mondo della comunicazione scientifica, come lo
dimostrano le opzioni di esonero, waiver policy, sopraccitate, utilizzate
da "PloS Biology "e Biomed Central .
La produzione di riviste OA di qualità costa e questi costi
vanno sostenuti, ma possono essere divisi equamente tra i vari partner,
garantendo la gratuità di accesso all'utente finale. 9
Spesso queste critiche, che esprimono resistenza a nuovi modelli e forme
di comunicazione scientifica, vengono ripetute dagli editori commerciali
a sostegno del proprio ruolo e delle loro politiche commerciali.
Alcuni di questi editori sono quotati in borsa come, ad esempio, Elsevier,
o altri ancora, come Kluwer Academic Publishers e Springer, sono stati
acquisiti da banche.
È interessante constatare che alcuni studi recenti, condotti
sulle riviste OA da analisti finanziari di banche, quali BNP Paribas e
Citigroup Smith Barney, inizino a valutare seriamente la sostenibilità
economica del modello OA ed avvertano che l'attuale modello basato su abbonamenti
a
pagamento, cioè quello praticato dagli editori commerciali, può
essere seriamente messo in crisi dal modello basato su articoli accessibili
gratuitamente.10
SPARC-Europe ha sponsorizzato il primo ed unico repertorio di riviste "peer reviewed" ad accesso libero: il DOAJ (Directory of Open Access Journals) disponibile in linea. DOAJ è stato lanciato nel maggio del 2003, finanziato dall'Open Society Institute di Budapest, ed è curato ed ospitato da Lund University Libraries Head Office, l'Ufficio Biblioteche dell'Università di Lund in Svezia. Attualmente, DOAJ contiene la descrizione ed i relativi link a oltre 736 riviste open access in tutti i settori disciplinari ed è in costante crescita. Le riviste sono consultabili per titolo e per argomento e in futuro sarà possibile la ricerca nel testo completo degli articoli.11
La strada intrapresa dalle riviste OA non è facile, è
irta di ostacoli, si confronta con oneri finanziari, sfide tecnologiche,
con nuovi contesti, con la competizione con l'editoria commerciale, difficoltà
comunque superabili ma, soprattutto, si misura con l'inerzia e con la resistenza
al cambiamento della comunità accademico-scientifica. Le riviste
OA necessitano del supporto delle università e degli enti di ricerca,
che dovrebbero sostenere un movimento che persegue i loro medesimi fini
istituzionali per quanto attiene alla comunicazione, alla diffusione, alla
distribuzione della conoscenza.
Dichiarazioni quali la Berlin Open Access Declaration, iniziative quali
la Budapest Open Access Initiative vanno in questa direzione, ma una maggiore
mobilitazione è necessaria da parte della comunità scientifica,
da parte di organi quali la conferenza dei rettori e, in particolare, da
parte degli scienziati e gli studiosi affermati, che possono permettersi
di sostenere e di scrivere su queste riviste senza rischi di carriera.
Di recente, l'università della California ha dato vita ad una
serie di riviste OA utilizzando l'archivio istituzionale come base, sulla
quale ha costruito un sistema di peer-reviewing.
La BOAI ha pubblicato una guida, la "BOAI Journal Business Guides",
per lanciare nuove riviste OA o per convertire riviste tradizionali in
riviste OA.12
Le biblioteche nelle università possono avere un ruolo importante sia nella gestione degli archivi istituzionali per quanto attiene agli aspetti tecnici (creazione di metadati, indicizzazione, schemi predefiniti, ecc.) sia nella promozione all'esterno delle riviste ad accesso libero istituite nell' istituzione di appartenenza, allo scopo di farle conoscere ad altre biblioteche, ai servizi di indicizzazione, ai potenziali lettori, ai potenziali finanziatori. Inoltre, i bibliotecari possono promuovere l'accesso alle riviste OA attraverso le pagine web delle biblioteche. A questo proposito, il DOAJ fornisce alle biblioteche che ne fanno richiesta i propri file, in modo da poter integrare le riviste OA nelle liste su web o nei database sui periodici elettronici messi a disposizione degli utenti. Inoltre, è importante far conoscere ai docenti e agli studenti riviste alternative, invitare i ricercatori e gli studiosi a pubblicare sulle nuove riviste e a dismettere abbonamenti istituzionali a periodici commerciali, a mano a mano che emergono riviste alternative di pari valore a costi contenuti o ad accesso gratuito.
Conclusioni
I progetti editoriali sponsorizzati da SPARC si sono dimostrati finanziariamente
sostenibili e notevolmente meno costosi di quelli dell'editoria commerciale.
Le riviste sostenute da SPARC iniziano ad attrarre autori e direttori di
riviste accademiche e scientifiche; inoltre, la presenza di nuovi partner
nel mercato delle riviste STM sta apportando cambiamenti reali. I prezzi
di queste riviste iniziano a contenersi, se si affermano iniziative concorrenti.
Certamente, bisogna spingere i comitati editoriali delle riviste a
pagamento, che oggi sottostanno in modo inerte alle regole di un mercato
editoriale sempre più asfittico, a dotarsi di spirito d'iniziativa,
a contribuire al cambiamento, ad abbandonare quelle riviste i cui costi
di accesso sono sempre più alti e sempre più insostenibili.
Nuove forme di comunicazione, di diffusione, di archiviazione, si stanno
già affermando grazie alle possibilità dell'ICT, forme più
flessibili, più creative, più democratiche, più rispondenti
ai bisogni e alla modalità di comunicazione, di scambio, di ricerca,
di studio, di lettura, che il nuovo contesto tecnologico sta creando sul
piano sociale, culturale, scientifico. Archivi istituzionali stanno nascendo
in diverse università all'estero e anche in Italia.
Il numero delle riviste ad accesso gratuito è in crescita. Oggi
queste rappresentano circa il 2,5% dell'editoria accademico-scientifica,
ma sono destinate a costituire un nuovo modello di pubblicazione, un modello
altamente competitivo con quello tradizionale basato sull'abbonamento a
pagamento, aperto alle opportunità offerte dagli sviluppi dell'ICT
e, soprattutto, paladino della diffusione della conoscenza scientifica
su scala globale.
Note
I link citati sono stati visitati l'ultima volta il 30 gennaio 2004
1. SPARC- USA <http://www.arl.org/sparc/>
SPARC - Europe <http://www.sparceurope.org>
2. Con il termine editore "responsabile" si intende
l'editore che si impegna a conciliare diffusione della conoscenza con un
giusto profitto e quindi partecipa alla pubblicazione di riviste o altri
documenti in collaborazione con università, con biblioteche, con
spirito imprenditoriale, ma non con una logica di profitto predatorio.
3.<http://www.bioone.org/bioone/>
4. LIBER- Lega delle biblioteche europee di ricerca
<http://www.kb.dk/guests/intl/liber/>
5. "Create a Change"- nuova versione, Ottobre 2003
<http://www.createchange.org/resources/brochure.html>;
il documento "Declaring Independence" è disponibile sul sito <http://www.arl.org/sparc/di/>.
Progetto Roquade: <http://www.roquade.nl/>
6. Definizione dell'Open Access della Budapest Open
Access Initiative (BOAI): "By 'open access' to this literature, we mean
its free availability on the public internet, permitting any users to read,
download, copy, distribute, print, search, or link to the full texts of
these articles, crawl them for indexing, pass them as data to software,
or use them for any other lawful purpose, without financial, legal, or
technical barriers other than those inseparable from gaining access to
the internet itself. The only constraint on reproduction and distribution,
and the only role for copyright in this domain, should be to give authors
control over the integrity of their work and the right to be properly acknowledged
and cited." <http://www.earlham.edu/~peters/fos/boaifaq.htm#openaccess>
7. A proposito di Opcit si veda : <http://opcit.eprints.org/>;
con riferimento a Paracite :<http://paracite.eprints.org/>
8. BiomedCentral: <http://www.biomedcentral.com>;
PlosBiology <http://www.plosbiology.org/>
9. Sono molte le fonti su cui seguire il dibattito
sull'OA, suggeriamo la consultazione di SPARC Open Access
NewsLetter < http://www.earlham.edu/~peters/fos/index.htm>curato
Peter Suber, l'editoriale apparso sul BMJ "Open access publishing
takes off " 2004;328:1-3 (3 January) e relativo dibattito<http://bmj.bmjjournals.com/cgi/content/full/328/7430/1#responses>:
10. A questo proposito si veda SPARC Newsletter di
2003 <http://www.earlham.edu/~peters/fos/newsletter/11-02-03.htm#paribas>
11. Directory of Open Acces Journals - DOAJ <http://www.doaj.org>
12. <http://www.soros.org/openaccess/oajguides/>