AIDA Informazioni |
ISSN 1121-0095, trimestrale
anno 19, numero 1, gennaio-marzo 2001 |
L'IFAD (in Italiano FISA, cioè Fondo Internazionale per lo Sviluppo Agricolo) è stato istituito nel 1977, a seguito della delibera della Conferenza Mondiale per l'Alimentazione (Roma, 1974), come agenzia specializzata della Nazioni Unite con un mandato specifico che lo contraddistingue da tutte le altre istituzioni finanziarie internazionali (IFI): quello di combattere la fame e la povertà rurale nelle regioni del mondo a basso reddito e con carenze alimentari e di migliorare il tenore di vita delle popolazioni rurali. attraverso uno sviluppo sostenibile.
La sede dell'IFAD è a Roma, in Via del Serafico 107.
La struttura dell'IFAD
L'adesione all'IFAD è aperta a qualsiasi Stato membro delle Nazioni Unite. Alla data odierna sono 161 i Paesi che hanno chiesto ed ottenuto di diventare Membri dellíOrganizzazione. I paesi sono divisi in tre categorie: Categoria A (Paesi dell'OCSE), Categoria B (Paesi dellíOPEC) e categoria C (Paesi in via di sviluppo). Il Consiglio dei Governatori è la più alta autorità decisionale e ciascun Paese membro è rappresentato in questo Consiglio da un Governatore a da un sostituto.
Il Consiglio di Amministrazione è responsabile del controllo dell'amministrazione del Fondo e dellíapprovazione dei prestiti e delle sovvenzioni. La partecipazione al Consiglio di Amministrazione è decisa dal Consiglio dei Governatori e risponde ad una precisa ripartizione per categorie. Il Presidente dell'IFAD, che presiede anche il Consiglio di Amministrazione, viene eletto ogni quattro anni, ma il suo mandato può essere rinnovato per un ulteriore quadriennio. Quest'anno ci sarà l'elezione di un nuovo Presidente, che si terrà nel corso del prossimo Consiglio dei Governatori che avrà luogo il 20 e 21 Febbraio.
Composto da circa 300 dipendenti, L'IFAD opera con uno staff di piccole dimensioni ma di alto livello professionale. L'IFAD si avvale inoltre della collaborazione di altre agenzie (Co-operating Institutions) per la realizzazione dei progetti, e di consulenti e staff temporaneo per effettuare studi, ricerche, valutazioni.
Poiché l'IFAD è un'organizzazione internazionale, anche il suo staff è internazionale, e proviene in prevalenza dai suoi Paesi membri. AllíIFAD quattro sono le lingue ufficiali e tutta la documentazione ufficiale è prodotta in queste quattro lingue: Inglese, Francese, Spagnolo ed Arabo. L'Italiano, come si vede, non è una lingua ufficiale, sebbene molti dipendenti, inclusi gli stranieri, lo parlino. Non esiste però documentazione ufficiale in Italiano presso il Fondo. Esiste solo un numero molto limitato di pubblicazioni in Italiano che illustrano le attività del Fondo.
Nel 1995 il Fondo ha avviato un processo di ristrutturazione per razionalizzare l'impiego delle risorse, sia economiche che umane e quindi essere in grado di operare - ed aumentare, al tempo stesso, il numero di progetti finanziati ogni anno. Questa ristrutturazione viene comunemente chiamata "re-engineering" ed è quella che ha dato origine al Documents Centre.
Il Documents Centre
Il Documents Centre ha iniziato la sua attività solo nel Gennaio 1997, nonostante la sua costituzione fosse stata proposta e approvata oltre un anno prima. Il motivo di tale ritardo va ricercato nel fatto che si è trattato di un'operazione molto complessa, che richiedeva un'integrazione di servizi e di risorse che erano state, fino a quel momento, gestite in differenti divisioni amministrative del Fondo.
Prima del 1997 nell'IFAD cíerano vari "Centri di documentazione". L'IFAD era dotato di:
Nel 1996, dopo l'esecuzione di lavori strutturali per creare uno spazio idoneo ad accogliere la documentazione, lo staff ed anche gli utenti, è iniziato il "trasloco". Non è stato facile, anche perché, cosa cui non si è ancora accennato, l'IFAD è dislocato in due uffici diversi e presso il secondo edificio (chiamato IFAD II) era stata istituita una sorta di succursale dell'ufficio protocollo e pertanto un grande numero di documenti si trovava anche lì.
Il Documents Centre è stato inaugurato ufficialmente nel gennaio 1997 e a tutt'oggi lo Staff è ancora impegnato nella revisione, eliminazione dei duplicati e riorganizzazione delle collezioni. Come è facilmente intuibile, si tratta di un lavoro molto delicato ed impegnativo, che non può essere demandato a personale temporaneo. Solo lo Staff più esperto ha sufficienti conoscenze per svolgerlo, e questi ultimi non possono dedicare tutto il loro tempo alla riorganizzazione delle collezioni. Per questo motivo il processo è andato avanti piuttosto lentamente.
Contemporaneamente alla costituzione del Documents Centre, è iniziato il progetto di ristrutturazione degli archivi. Fino al 1997 l'IFAD non possedeva un archivio vero e proprio ma solo un deposito dove venivano mandati i fascicoli non più attivi. Inoltre, anche strutturalmente l'archivio ha dovuto essere messo in condizione di ospitare e conservare i documenti nelle migliori condizioni ambientali (temperatura ed umidità) che ne consentissero la conservazione nel lungo periodo. Si è dato così il via ad una serie di lavori di ristrutturazione che sono durati diversi mesi. Onde permettere l'esecuzione di tali lavori è stato necessario rimuovere tutti i fascicoli che si trovavano nellíarchivio (circa il 70% sono stati mandati in un deposito esterno perché non c'era lo spazio sufficiente per ospitarli in ambienti all'interno dell'Organizzazione. Per fare questo, è stato necessario mettere tutti i fascicoli in scatoloni sigillati che sono stati conservati presso un deposito esterno e poi riportati in sede, una volta terminati i lavori.
I lavori eseguiti nellíarchivio riguardavano soprattutto le condizioni ambientali e la sicurezza. Sono stati installati sistemi che garantissero umidità e temperatura costanti, per garantire la conservazione dei documenti, e sistemi di allarme e di intervento in caso di incendio.
Era necessario, come è facile intuire, portare a termine questi progetti contemporaneamente, perché era necessario riorganizzare la documentazione attiva, conservata nel Documents Centre, mandando contemporaneamente in archivio quella non piuí attiva. Ciò faceva anche parte di una strategia tendente a sfruttare al massimo il momento delle sinergie in azione in quel dato periodo. Numerosi sono stati i progetti che è stato necessario realizzare simultaneamente, soprattutto nell'area del "records management", a causa dell'interazione dei processi e dell'impatto di ogni sia pur piccolo cambiamento sull'intero sistema.
Ho intitolato questo articolo "un'esperienza di integrazione", e non a caso. Il massimo sforzo è stato concentrato, dalla creazione del Documents Centre in poi, nell'integrazione di
a) persone (che provenivano da ambienti e situazioni differenti),Software diversi, infatti, e diversi programmi erano stati usati per facilitare la ricerca dei documenti nelle varie unità in cui erano conservati, e c'era la necessità di uniformare, o per lo meno rendere compatibili, tali sistemi.
b) collezioni (anchíesse molto diverse per natura e per trattamento) e
c) sistemi informatici.
Questo sforzo di integrazione è ancora in atto, ed ha richiesto strategie diverse e approcci diversi a diversi livelli. I risultati finora raggiunti sono, comunque, incoraggianti e persino ora, nonostante un nuovo programma di re-engineering sia stato "lanciato", riconoscendo la validità di quei principi e di quelle scelte, il lavoro iniziato sta continuando secondo le linee guida stabilite quattro anni fa.
Il Documents Centre è oggi una realtà operante e molto attiva. Esso ospita tutte le collezioni cui si è accennato sopra ed offre servizi di prestito, informazione, ricerche bibliografiche, ecc.
Il Documents Centre ha una propria pagina Web che è consultabile solo internamente, e attraverso la quale si può accedere a vari servizi on-line quali il catalogo (sia di pubblicazioni che di materiale confidenziale, molti documenti ufficiali in full text, l'accesso ad abbonamenti elettronici, moduli per la richiesta di prestiti o di acquisto di pubblicazioni, i links con altre organizzazioni internazionali, un thesaurus di termini utilizzati nelll'indicizzazione dei testi.
Altre agenzie delle Nazioni Unite hanno manifestato vivo interesse per
questo modello di integrazione messo in atto all'IFAD e sono allo studio
progetti analoghi di unificazione dei servizi di documentazione. Naturalmente,
un modello come quello dell'IFAD è applicabile solo in realtà
di dimensioni ridotte, dove sia ancora possibile basare il discorso del
"knowledge management" e del "knowledge sharing" sulla centralizzazione
della documentazione. Un modello siffatto non è applicabile ad Organizzazioni
molto più grandi come ad esempio la Banca Mondiale dove la decentralizzazione
della documentazione è una realtà operativa già da
molto tempo e dove le dimensioni della biblioteca (anzi delle biblioteche
perché ce n'è più di una!) e la quantità di
documenti ricevuti e prodotti su base giornaliera renderebbe tutto il processo
estremamente lento e praticamente ingestibile.