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AIDA Informazioni
ISSN 1121-0095, trimestrale
anno 20, numero 2-3, aprile-settembre 2002

Manifestazioni-dopo
L'informatica giuridica nella formazione del giurista.

Tavola rotonda in onore di Vittorio Frosini.
ITTIG-CNR, Roma, 19 giugno 2002

Domenico Bogliolo <domenico.bogliolo@uniroma1.it>
Università di Roma "La Sapienza"
"Informazione" sostituisce da ora "documentazione" nella ragione sociale dell'Istituto di documentazione giuridica del CNR, diventato Istituto di teorie e tecniche dell'informazione giuridica [1]. Ricorrere, nella nominazione, alla coppia "teorie e tecniche" serve anche, si sa, a promuovere le pratiche e gli studi universitari, e non ci si può vedere che bene… mentre c'è da riflettere sulla sostituzione dei termini, perché ci pare che il processo in atto di virtualizzazione del mondo sembri esigere il passaggio in secondo piano degli aspetti più aleatori, e più difficili da quantificare, della comunicazione, e anzi proponga la riduzione di una nell'altra, come se lo scopo non fosse il comunicare, ma solo l'informare.

La banalità dell'informazione - specialmente se "automatica" e sostitutiva della problematicità della documentazione - banalizzerebbe, così, anche la comunicazione retrostante. Ne è prova l'eccessiva quantità di informazioni inutili (e anche false) che i padroni dei media ci offrono (perché se il rapporto è di mezzo a fine, padroneggiando l'informazione si governa la comunicazione). "Documentazione" pone l'enfasi sulle difficoltà della comunicazione, per l'ottimizzazione della quale servono tecniche che analizzino attentamente sorgente, codice, messaggio, canale e ricevente, e non solo nel loro àmbito lineare, trasmissivo, ma anche nel loro ambiente sociale e culturale e spirituale, sia con l'intento scientifico dell'osservatore del fenomeno (del genere dell'ex ISRDS, per intenderci) sia con quello economico del produttore (l'aggiunta orientata di valore da parte del professionista).

La semplificazione indotta dagli informativisti sembra ricalcare quella, attuale nel mondo aziendale, di chi propina sistemi per il knowledge management quasi, come insisto a ripetere, "chiavi-in-mano", con l'implicita mistificazione che la tecnologia "costringerebbe" gli esseri umani e le loro organizzazioni a rettamente comunicare, a rettamente creare conoscenza, a rettamente scambiarsi emozioni capaci di cambiare il mondo.

Mentre "informazione" produrrebbe immediatamente - come tutte le estetiche - più denaro (nel caso: cattedre, corsi, contratti, eccetera), "documentazione" sarebbe inizialmente - come tutte le etiche - in perdita, ma con la qualità di un investimento produttivo nel lungo periodo. Contro: la documentazione sarebbe un sottoinsieme dell'informazione, a sua volta sottoinsieme della comunicazione. Da qui il nuovo nome; perché, allora, non: "comunicazione giuridica"? - ma scomparirebbe allora la magia del termine "informazione", ovviamente automatica; eccetera.

È evidente che il tema meriterebbe un'analisi più accurata e approfondita di quel che possiamo produrre noi e ora. Nel frattempo, non resta che attendere di vedere, per esempio, se e come il nuovo sito web dell'ITTIG modificherà gli scopi del "vecchio" sito web dell'IDG <www.idg.fi.cnr.it>, che per ora (15 luglio) recita:

«L'Istituto per la Documentazione Giuridica del C.N.R. svolge attività di studio e ricerca e realizza applicazioni nel campo dell'informatica giuridica e del diritto dell'informatica. La sua produzione scientifica si colloca cioè su quel crinale interdisciplinare, di rilevanza strategica in ambito nazionale ed internazionale, in cui scienza e pratica del Diritto si incontrano con le Tecnologie dell'Informazione e con le scienze del Linguaggio e della Documentazione, dando così luogo ad un settore culturale fra i più innovativi e di maggiore prestigio. In particolare l'Istituto studia e applica le tecnologie dell'informazione e della comunicazione nei settori della documentazione del diritto e del linguaggio giuridico, della tecnica legislativa e della decisione giuridica, e della formazione dei giuristi […]».
Nell'occasione della tavola rotonda svoltasi nei locali romani del CNR sono accadute, quel pomeriggio, diverse cose.

1. Si è presentato, e ci si è riflettuto, i Lineamenti di informatica giuridica, primo volume [2] prodotto dall'Istituto con ambizione di manuale generale a uso didattico e, insieme, di manifesto programmatico della disciplina. Sintetizzo dalla prefazione di Nicola Palazzolo (direttore dell'Istituto): al di là delle tematiche specifiche dei singoli capitoli, è la stessa struttura dell'opera che riflette il carattere insieme unitario e articolato di questa disciplina, l'informatica giuridica, che ha ormai conquistato un ruolo indispensabile per la formazione del giurista, e che corrisponde a una rivoluzione di fondo del modo tradizionale di operare del giudice, dell'avvocato, del notaio e dell'amministratore pubblico; una rivoluzione che non attiene più solo all'ottenimento rapido ed efficace dell'informazione giuridica, ma che riguarda gli stessi meccanismi di produzione degli atti giuridici.
È stata annunciata come prossima la pubblicazione del completamento dottrinale dei Lineamenti, dedicato al diritto dell'informatica.

2. Si è illustrata l'opera e la figura di Vittorio Frosini, filosofo del diritto e informatico, al quale "Informatica e diritto" [3] ha dedicato un numero speciale che contiene, oltre a un cenno biografico e una sua bibliografia 1996-2001 sul tema - «tendenzialmente completa», curata dal figlio -, la ripresentazione di tutti i suoi scritti apparsi sulla Rivista, alcuni ormai introvabili e tutti con l'indicazione del luogo e del tempo della prima pubblicazione. Notevole per interesse, mi sembra, la riproposizione della recensione che Costantino Ciampi scrisse su Cibernetica diritto e società [4] di Frosini, e che tra l'altro l'allora giovane ricercatore ebbe, dice, l'ardire, seppur trepidante, di inviare all'anziano cattedratico che, ricorda, rispose invece sùbito con un biglietto manoscritto contenente apprezzamenti e incoraggiamenti. Essa risulta, a detta di Ciampi, «in alcuni passaggi marcatamente critica», soprattutto perché accusava l'opera di carente aggiornamento nel suo trascorrere da una visione culturale "cibernetica" a una "informatica", con tutto quel che ne discende.

Da parte mia estraggo a corredo, dall'ultimo articolo di Frosini pubblicato (2/2000): Il giurista nella società dell'informazione, un passo dal paragrafo La persona giuridica come persona informatica. Parlando del diritto all'identità personale come di un nuovo diritto della personalità (associato, dalla 675/1996, ai diritti di libertà, dignità personale e riservatezza), Frosini rileva:

«Nel quadro della società italiana dell'informazione, assumeva così un preciso contorno una nuova figura giuridica, che si può definire come quella dell'identità informatica: essa è distinta dall'identità fisica, poiché si tratta di un'identità virtuale cioè costituita dai dati riferiti a una persona, che acquistano il loro significato solo quando abbia luogo il relativo procedimento elettronico. L'identità virtuale corrisponde dunque a quella reale come l'immagine in uno specchio corrisponde alla figura umana: la sua esistenza è quella dello specchio, ottenuta dalla luce e dalla superficie riflettente».
È su questo riflesso, aggiungo, che giocheremo, dunque, i diritti della persona, da fisica a giuridica a virtuale…

 3. Si sono discusse le condizioni e gli ipotetici sviluppi dei mutui rapporti fra informatica e diritto.

Tra i diversi interventi, Floretta Rolleri [5], della direzione generale informatica del Ministero, ha enunciato la comparsa di nuovi strumenti, dal ricorso al web per una migliore conoscenza giuridica - per esempio attraverso la creazione di un apposito portale - all'apertura al pubblico dei servizi del Centro elettronico della Cassazione, dalla realtà del processo telematico (è all'esame del Ministero il regolamento del sistema informatico civile che ingloba l'avvocato nel processo) alla giurimetrica per la parità di trattamento. Ancora: oggi non è più necessaria la compilazione degli abstract delle decisioni dei giudici, perché la tecnologia consente - è il progetto Polis - la diffusione del full text delle sentenze, indicizzate in XML. Se c'è qualcosa che ancora manca, si tratta della maggior diffusione di una mentalità di informatica giuridica: solo recentemente questa disciplina è diventata materia d'esame. In ogni caso, lo scopo, pur nel momento difficile che la Magistratura sta attraversando, è sempre il medesimo: perseguire la trasparenza attraverso la conoscibilità dei provvedimenti.

Renato Borruso ha delineato l'area dottrinale della disciplina: se oggetto del diritto dell'informatica (in sé, già molto allettante dal punto di vista professionale) è l'informatica (che è causa della norma), oggetto dell'informatica giuridica è il diritto (come si tratta nei Lineamenti); caso diverso è quello rappresentato da un'ipotetica informatica del diritto, che le comprenderebbe entrambe, come studio (vedi già le applicazioni della "leggimatica" per la redazione degli emendamenti parlamentari) dei rapporti tra algoritmo (regole univoche per la soluzione di un problema) e legge, con la proposizione del quesito fondamentale: è possibile scrivere leggi con un tale rigore algoritmico da evitare l'interpretazione, secondo il motto in claris non fit interpretatio? che genera, a sua volta, le seguenti domande a cascata: le leggi sono algoritmiche? è opportuno che lo diventino? se sì, quali ne sono gli ostacoli? si possono riscrivere le leggi eliminando le ambiguità? si può sostituire l'informatica (per esempio, mediante opportuni sistemi esperti) al posto del giudice? quali conseguenze porta la presa di coscienza che le leggi non sono algoritmiche ma abbisognano d'interpretazione? È infine lo stesso Borruso a tracciare un'ipotesi di soluzione, prevedendo (vaticinando?) la dissoluzione del diritto dell'informatica a vantaggio dell'informatica giuridica o, se si vuole, dell'informatica del diritto, a causa dell'espansione dell'informatica in tutte le discipline.

Altri relatori hanno esaminato lo stato, per alcuni aspetti conservatore, per altri aspetti dinamico, della disciplina nelle aule universitarie, la sua assenza/presenza nei curricula e nelle classi di laurea, le interdipendenze fra un insegnamento giuridico (variamente teorico e applicativo) e uno tecnico, da scienza dei calcolatori, nonché i nuovi modi e possibilità e contraddizioni della formazione a distanza.

Note

[1] ITTIG accorpa, secondo un processo di razionalizzazione corrente nel CNR, l'IDG di Firenze con il Centro per gli studi sul diritto romano e i sistemi giuridici di Roma

[2] Lineamenti di informatica giuridica: teoria, metodi, applicazioni, a cura di Roberta Nannucci. Napoli : Edizioni scientifiche italiane, 2002, p. xx, 603. Collana IDG, Serie "Studi e documenti", 3

[3] Vittorio Frosini giurista-informatico. Una raccolta di scritti (1973-2000). "Informatica e diritto. Rivista internazionale dell'Istituto per la documentazione giuridica del Consiglio Nazionale delle Ricerche diretta da Costantino Ciampi". Napoli : Edizioni Scientifiche Italiane, XXVII annata, seconda serie, v. X (2001), n. 2 [manca ISSN]

[4] Vittorio Frosini, Cibernetica diritto e società, 2. ed. ampliata. Milano : Edizioni di Comunità, 1973, p. 184. [1. ed., 1968]. La recensione di Ciampi uscì sul "Bollettino bibliografico d'informatica generale e applicata al diritto", anno II, n. 3-4, luglio-dicembre 1973, p. 127-132

[5] Che abbiamo seguito con interesse nel 1996 in occasione del quinto convegno nazionale di AIDA Documentazione: professione trasversale, quando a Fermo coordinò nella sezione Giustizia gli interventi di Enrico Melis, Alessandro Iacoboni e Bruno Capurso <http://www.aidaweb.it/5convegno96/>


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