Siamo nuovi lavoratori autonomi

Andrea Marchitelli

L'inchiesta sul volontariato in biblioteca, pubblicata sullo scorso numero di AIB Notizie, adombrava più volte, nelle parole degli intervistati, l'idea di una "guerra tra poveri" fra volontari, stagisti, obiettori ecc. da una parte e professionisti con contratti a tempo determinato dall'altra.
Il problema è di grande rilevanza ma credo che la questione vada affrontata diversamente.
Innanzitutto, forse, proprio da punto di vista terminologico.
In genere, noi che lavoriamo nelle biblioteche (e non solo!) con contratti a tempo determinato veniamo raggruppati sotto al comodo marchio di "atipici", nome che forse andava bene ancora fino a qualche anno fa, quando rappresentavamo una minoranza fra i lavoratori; ora siamo proprio tanti e questa posizione, di margine, ci sta stretta. Non mi piace nemmeno che siamo etichettati in negativo, come lavoratori "non stabili", "non strutturati", "a tempo determinato" (anche se in effetti lo siamo davvero) né, tanto meno, "precari". Tutte queste etichette esprimono, quale più quale meno, solo gli elementi contrattuali negativi della nostra attività, trascurandone completamente l'aspetto principale: precarietà non significa mancanza di professionalità. Ogni nuovo contratto che ci viene proposto è infatti una conferma delle nostre capacità.
Siamo a pieno titolo dei professionisti, siamo "nuovi lavoratori autonomi" (cito, rielaborandolo, il termine che è stato coniato per definire la nostra situazione dagli autori di Bologna, S., Fumagalli, A., Il lavoro autonomo di seconda generazione: Scenari del postfordismo in Italia. Milano: Feltrinelli, 1997. Consiglio, per approfondire, la lettura di un contributo di Bologna disponibile via Web, all'indirizzo ).
Voglio rilanciare con forza ciò che alcuni degli intervistati scrivevano nell'inchiesta che ho citato sopra. La differenza fra la nostra posizione e quella dei volontari che a vario titolo sono nelle biblioteche sta nel fatto che noi veniamo chiamati per lavorare: per catalogare, per il reference, per la gestione di attività amministrative più o meno complesse, e siamo in grado di farlo da soli. Il volontario, invece, non lo è, né deve esserlo: è in biblioteca per imparare (proprio per questo è importante qualificarne la presenza attraverso un serio piano di tirocinio, seguito da un tutor) e ricambia mettendo in pratica, un po' alla volta, quello che impara.
La nostra figura è, a tutti gli effetti, quella di lavoratori.
Proprio per questo motivo dobbiamo schierarci al fianco dei bibliotecari dipendenti nel percorrere un cammino comune di conquiste e rivendicazioni: il riconoscimento della nostra professione, innanzitutto.
Capisco bene che molti di noi abbiano urgenze maggiori: la tutela della dignità del lavoratore attraverso un giusto compenso, o le conseguenze dell'entrata in vigore della Legge 30/2003 (cd. Legge Biagi) per fare solo un paio di esempi; tralascio, però, deliberatamente di parlare di queste fondamentali problematiche (che andranno affrontate in sedi più appropriate, come quelle sindacali, anche attraverso l'esperto aiuto dell'Osservatorio Lavoro dell'AIB) per portare la discussione su un piano diverso e più ampio.
Abbiamo bisogno della comprensione e dell'appoggio dei bibliotecari dipendenti e dei responsabili delle biblioteche nelle quali già lavoriamo o lavoreremo, per non vedere più bandi nei quali vengono imposte condizioni vergognose e inaccettabili, per non trovarci mai costretti a firmare un contratto multiservizi per poi andare a catalogare cinquecentine… Possiamo raggiungere quest'obiettivo solo con l'aiuto dei bibliotecari che hanno ottenuto, spesso non senza fatica, una posizione stabile, ma che dobbiamo imparare a considerare colleghi e dai quali dobbiamo aspettarci di essere considerati tali.
Chiudo con un appello che non mi stanco di ripetere e che dobbiamo far girare: usciamo allo scoperto, rendiamoci conto che siamo in tanti, che non dobbiamo aver paura, raccogliamo le idee e andiamo avanti. Insieme!

andreamarchitelli@hotmail.com


La "Legge Biagi" in breve. Documenti ufficiali

Legge 14 febbraio 2003, n. 30:
Delega al Governo in materia di occupazione e mercato del lavoro (è la cd. Legge Biagi, entrata in vigore il 13 marzo 2003)

Decreto legislativo 10 settembre 2003, n. 276:
Attuazione delle deleghe in materia di occupazione e mercato del lavoro, di cui alla L. 14 febbraio 2003, n. 30

Circolare Min. Lavoro e politiche sociali n. 01/04 dell'8 gennaio 2004:
Disciplina delle collaborazioni coordinate e continuative nelle modalità c.d. a progetto, in attuazione del decreto legislativo n. 276/03

Questi e altri provvedimenti e circolari adottati sono consultabili in Internet, sul sito del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, alla URL http://www.welfare.gov.it/EaChannel/MenuTematiche/LeggeBiagi/DocumentiUfficiali/provvedimentiAdottati.htm