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Weblog: una introduzione

di Gino Roncaglia

 

Il testo che segue è tratto da Internet 2004 - Manuale per l'uso della rete, di M. Calvo, F. Ciotti, G. Roncaglia e M.A. Zela, in corso di pubblicazione presso l'editore Laterza. Il testo è in versione provvisoria e non comprende aggiunte e modifiche apportate in sede di correzione di bozze. Il testo definitivo sarà inserito in rete appena possibile, e sarà consultabile anche - all'interno della versione elettronica dell'intero libro - all'indirizzo http://www.laterza.it/internet/.

Versione 1.0, del 2 agosto 2003


Dalle pagine personali ai sistemi di gestione dei contenuti

Fin dalla prima edizione di questo manuale, abbiamo sottolineato come il World Wide Web non andasse considerato solo un enorme deposito di informazioni, ma anche uno strumento di comunicazione da utilizzare attivamente: inserire informazione in rete, creando un piccolo sito personale, era (e - come vedremo - continua ad essere) un'operazione forse non proprio elementare, ma comunque alla portata di qualunque utente dotato di un minimo di buona volontà.

Negli ultimi anni, con la progressiva introduzione di strumenti sempre più semplici per la condivisione di informazioni attraverso la rete, l'uso del Web come strumento di comunicazione personale alla portata di tutti ha conosciuto un ulteriore sviluppo, fino a rivoluzionare, almeno sotto certi profili, il volto tradizionale di molti siti.

I primi sintomi di questa evoluzione si sono avuti con l'offerta da parte di molti provider di strumenti che semplificano la creazione di pagine personali, permettendo la realizzazione di pagine Web direttamente sul server remoto, anche a chi non conosca il linguaggio HTML e non sappia utilizzare gli editor più evoluti e i programmi per il trasferimento di file. Si tratta di procedure interattive che permettono in genere - utilizzando solo il browser - di decidere l'impaginazione grafica della nostra pagina (scegliendola all'interno di un'apposita raccolta di template, e cioè di modelli realizzati da grafici e impaginatori esperti), di assegnarle un titolo, di inserirne o modificarne il testo, di aggiungere qualche immagine. Niente di troppo complesso, ma abbastanza per inserire in rete con poca fatica una pagina personale dall'apparenza dignitosa.

Col tempo, questi strumenti si sono ulteriormente sviluppati: anziché permettere la creazione guidata di una singola pagina Web, sono ora in grado di gestire interi siti, separando la 'forma' (cioè l'impaginazione grafica delle pagine, i menu e le componenti di interfaccia, ecc.) dal 'contenuto' specifico (i testi e le immagini che devono essere via via pubblicati nel sito, e mantenuti aggiornati). I contenuti di un sito vengono in questo caso inseriti all'interno di un vero e proprio database, e recuperati al volo dal server - che si preoccupa di impaginarli correttamente in base al template prescelto - al momento della pubblicazione del sito o al momento della richiesta da parte del browser dell'utente remoto. Per fare un'analogia, è un po' come se ci si trovasse ad essere redattori di un quotidiano o di una rivista: noi scriviamo il testo dell'articolo (e magari forniamo le relative immagini), ma non ci occupiamo della sua impaginazione, che è invece demandata a grafici e tipografi professionisti (e cioè - nel nostro caso - al programma che si occupa della gestione e impaginazione dei contenuti).

I programmi in grado di effettuare questo tipo di operazioni si chiamano Content Management System (CMS), e cioè sistemi per la gestione dei contenuti. Se volete una panoramica dei principali CMS e delle loro caratteristiche, un buon punto di partenza è il sito CMSWatch (http://www.cmswatch.com).

I primi CMS erano molto cari, ed erano utilizzati soprattutto da grandi siti aziendali e da siti giornalistici. Per un giornale in rete, infatti, offrire ai propri giornalisti uno strumento 'facile' per scrivere gli articoli, e disporre di procedure uniformi per raccoglierne i testi e impaginarli in maniera automatica, rappresenta ormai non solo un vantaggio ma una vera e propria necessità. Questo tipo di prodotti 'professionali' ha continuato a svilupparsi offrendo funzionalità sempre più avanzate: per fare solo qualche esempio, possibilità di stabilire i tempi di permanenza di un articolo in prima pagina, capacità di indicizzare automaticamente gli articoli, capacità di offrire stili di impaginazione diversi ad utenti con esigenze diverse e di selezionare automaticamente gli articoli in modo da rispondere agli interessi individuali degli utenti registrati, gestione automatica dei forum di discussione sui singoli articoli, abbinamento fra articoli e banner pubblicitari, e così via.

Progressivamente, accanto ai prodotti destinati alle fasce più alte del mercato, si sono sviluppati CMS piuttosto economici, e in alcuni casi addirittura gratuiti. Fra questi ultimi ricordiamo PHPNuke (il sito di riferimento è http://www.phpnuke.org, una attiva comunità di utenti italiani può essere contattata all'indirizzo http://www.phpnuke.it). Il nome di PHPNuke deriva dalla tecnologia utilizzata, il linguaggio di scripting PHP (Hypertext Preprocessor), in grado di gestire dinamicamente la creazione di siti anche assai complessi e di interagire direttamente con dei database. PHP è un linguaggio open source, utilizzabile dunque gratuitamente, ed è disponibile per programmi server in grado di funzionare su molti sistemi operativi diversi1.

Il problema della maggior parte dei CMS - incluso PHPNuke - è che pur essendo molto semplice per gli utenti utilizzarne le funzionalità principali una volta che siano stati installati e configurati, installarli e configurarli non è per niente semplice. Inoltre, essi richiedono la disponibilità di un server web. E un server web - per essere utile - deve essere sempre acceso e sempre collegato alla rete (in modo da essere sempre pronto a 'servire' le pagine web che ospita), deve essere a sua volta correttamente installato e configurato, e deve essere adeguatamente difeso da possibili attacchi esterni. Tutte operazioni che richiedono un certo livello di esperienza.

Per tentare di superare questa difficoltà è possibile imboccare due strade diverse: da un lato, è possibile cercare di semplificare ulteriormente sia i CMS sia le procedure di attivazione e gestione di un server, in modo da renderle, se non proprio alla portata di tutti, almeno alla portata di una fascia abbastanza ampia di utenti 'avanzati': singole persone, ma anche piccole aziende, associazioni, organizzazioni di ogni genere. Le tecnologie ADSL offrono ormai a basso prezzo un collegamento a Internet discretamente veloce e attivo 24 ore su 24: l'ipotesi di ospitare anche a casa o nella sede di una piccola organizzazione (ad esempio una scuola) un server web non troppo trafficato è dunque ormai praticabile con costi non proibitivi. In alternativa, è possibile sviluppare programmi che offrano a più utenti un servizio di CMS per così dire 'centralizzato', ospitato su un server comune. A scegliere questa seconda strada sono sempre più spesso i provider che fino a pochi mesi or sono offrivano ai propri clienti un semplice 'spazio web', e che integrano oggi la loro offerta con la disponibilità di un sistema che aiuti gli utenti non solo a pubblicare una singola pagina, ma a gestire dinamicamente - nella maniera più semplice possibile - i contenuti del loro sito. Una scelta analoga può essere fatta da organizzazioni o aziende interessate a fornire alle proprie strutture interne la possibilità di gestire con una procedura semplificata e centralizzata dei mini-siti autonomi (ad esempio, dei siti di progetto). Infine, l'offerta di uno spazio web accompagnato da funzioni 'centralizzate' di CMS è alla base, come vedremo, di diversi servizi specifici (gratuiti o a pagamento) nati negli ultimi mesi.

Nella situazione di forte crisi economica nella quale tutto il mondo delle aziende che operano attorno a Internet si è venuto a trovare dopo il 2001, c'era il rischio che queste possibilità fossero esplorate solo in maniera lenta e limitata. A scongiurare questo rischio è venuto però un fenomeno che è letteralmente 'esploso' nell'ultimo anno: quello dei cosiddetti weblog. Vediamo insieme di cosa si tratta.

Una nuova tipologia di siti: i weblog

Capire quali contenuti sia utile e produttivo inserire in rete, e quale sia il modo migliore per organizzarli, è un problema fondamentale (il problema fondamentale) per qualsiasi sito Web. In una forma o nell'altra, questo problema deve essere affrontato dai siti delle grandi aziende e da quelli delle piccole associazioni, dai siti delle scuole e delle biblioteche e da quelli della pubblica amministrazione, dai siti di commercio elettronico e da quelli dei partiti politici. Ovviamente, questo problema deve essere affrontato anche dai siti personali: quali informazioni può offrire, il sito di un singolo utente, che possano risultare di un qualche interesse anche per gli altri? E quale sarà il modo migliore per organizzare tali informazioni?

Come abbiamo già accennato nel capitolo precedente, le risposte a queste domande possono essere naturalmente diversissime. Ma se esaminiamo un certo numero di siti personali - anche di quelli creati nei primi anni del Web - ci accorgiamo facilmente che ci sono alcune tipologie di contenuti, e alcune modalità di organizzazione di questi contenuti, che pur non esaurendo un panorama comunque estremamente vario e composito risultano tuttavia particolarmente frequenti. E ci accorgiamo che questi modelli, pur essendo assai diffusi nel caso dei siti personali, possono risultare utili anche in siti di altro genere.

Molto spesso, ad esempio, i siti personali propongono qualcosa che assomiglia alla lontana - e talvolta non troppo alla lontana - alle pagine di un diario: una serie di annotazioni, che in mancanza di un termine più adatto2 chiameremo 'articoli', ciascuna delle quali può essere dedicata ad argomenti diversissimi (un avvenimento, un'osservazione, una lettura, una sensazione...). Ogni articolo è identificato di norma (proprio come le pagine di un diario) anche o soprattutto attraverso la data nella quale è stato scritto. Molto spesso - ma, anche in questo caso, non sempre - questi articoli, essendo destinati a una sede pubblica quale è il Web, propongono segnalazioni che pensiamo possano essere utili agli altri: il libro che ho appena letto è interessante (o non lo è) per questo o quel motivo, il film che ho visto o il disco che ho comprato mi sono o non mi sono piaciuti, e così via. E queste segnalazioni, a loro volta, riguarderanno spesso (ma non sempre...) risorse disponibili su Web: pagine di altri utenti, siti che ci sembrano particolarmente utili o interessanti, articoli o interventi che abbiamo trovato in rete...

Se mettiamo per un momento da parte la questione dei contenuti, e ci concentriamo sulla struttura dell'informazione, siti di questo tipo hanno una forma abbastanza costante: articoli (spesso chiamati anche da noi con i termini inglesi post o entry) caratterizzati da una data di pubblicazione (e cioè la data nella quale sono scritti e inseriti in rete) ed eventualmente da un titolo, ordinati dal più recente al meno recente. Infatti, mentre la nuova pagina di un diario su carta segue quella precedente, nei 'diari in rete' - sfruttando la fluidità caratteristica del testo elettronico - tendiamo ad aggiungere il testo più recente sopra quello meno recente, in modo da metterlo in evidenza e far notare per primi ai nostri visitatori i contenuti che abbiamo aggiunto per ultimi e che sono dunque più aggiornati.

Spesso (ma non sempre) questi articoli conterranno anche collegamenti ad altre pagine Web.

E' proprio questo tipo di organizzazione dei contenuti che costituisce il primo elemento caratterizzante dei weblog. Nel weblog tuttavia tale organizzazione non è occasionale ma si trasforma in struttura portante del sito, e si arricchisce di ulteriori e specifiche funzionalità. Innanzitutto, un meccanismo di archiviazione: dopo una certa permanenza sulla home page del weblog, gli articoli - sostituiti progressivamente dagli interventi più recenti - vengono trasferiti in pagine d'archivio. Proprio per questo, il link alle pagine d'archivio - spesso nella forma di un piccolo calendario navigabile - è presente nell'home page della quasi totalità dei weblog. Ogni articolo ha però di norma, fin dal suo primo inserimento nel weblog, anche un proprio indirizzo specifico, che non cambia col tempo ed è per questo motivo denominato permalink. Il permalink permette di far riferimento all'articolo con la sicurezza che l'utente lo potrà comunque reperire, anche quando sarà scomparso dalla home page; in questo modo, è possibile ad esempio far riferimento - all'interno di un weblog - a un articolo inserito da qualcun altro all'interno di un altro weblog. I rimandi da un weblog all'altro sono frequentissimi, e danno vita a una vera e propria ragnatela di riferimenti incrociati3. Inoltre, molti weblog dispongono della capacità di inserire e gestire eventuali commenti dei lettori ai singoli articoli. Il mondo dei weblog si trasforma così in uno spazio condiviso, popolato da utenti che dispongono di strumenti simili e li utilizzano non solo per scambiarsi informazioni ma anche per approfondirle collaborativamente e per discuterle; a questo spazio condiviso è stato dato il nome suggestivo di blogosfera.

In prima approssimazione, possiamo dire che un weblog (viene usato assai spesso anche il termine abbreviato blog) è un sito dotato proprio del tipo di struttura che abbiamo appena descritto.

Se ripensiamo un istante a quanto si è detto a proposito dei CMS, e cioè dei sistemi di gestione dei contenuti, noteremo subito come una struttura di questo tipo sia particolarmente adatta ad essere gestita da un CMS, e da un CMS piuttosto semplice. Si tratta infatti di una struttura semplice e uniforme, che rimane costante: a variare saranno i particolari contenuti di ogni articolo, e la sua lunghezza. Non ci stupirà dunque sapere che esistono diversi sistemi di gestione dei contenuti espressamente dedicati alla realizzazione e gestione 'semplificata' di un weblog. Proprio la disponibilità di tali strumenti ha contribuito all'enorme successo che il 'modello weblog' ha avuto negli ultimi mesi: sono ormai attivi centinaia di migliaia di weblog (nel maggio 2003 il Weblog Crawler Report (http://www.idlewords.com/crawler/crawl_report.pl) ne elenca oltre quattrocentomila, ma i numeri effettivi sono senz'altro assai maggiori: il solo servizio offerto da Blogger (ne parleremo in seguito) ha infatti già superato il milione di utenti.

Weblog diversi per scopi diversi

Pur avendo una struttura ragionevolmente uniforme, i weblog naturalmente non sono tutti uguali. Fra i principali fattori che differenziano un weblog dall'altro sono la tipologia dei contenuti, la lunghezza dei post, gli strumenti tecnici utilizzati. I tentativi di classificazione sono numerosi4; dal canto nostro - senza nessuna pretesa di esaustività ma solo come aiuto all'orientamento in un settore estremamente fluido - proponiamo in questa sede una duplice distinzione: una che riguarda i contenuti, e una che riguarda gli strumenti utilizzati. Va detto subito, comunque, che queste distinzioni - soprattutto quelle basate sui contenuti - vanno considerate cum grano salis: certo, ogni weblog ha una sua personalità, ma la tipologia degli articoli che vi compaiono può essere (e in genere è) assai varia, rendendo difficili classificazioni troppo rigide5.

I contenuti

Weblog di rassegna e segnalazione

Dal punto di vista dei contenuti, una prima categoria è rappresentata dai weblog di rassegna e segnalazione. In un weblog di questo genere, la maggior parte degli articoli ha lo scopo primario di segnalare una particolare risorsa informativa reperibile su Web: un sito, una singola pagina, un altro articolo, un'immagine... La segnalazione è in genere costituita da un link accompagnato da una breve descrizione o da un breve commento. Ovviamente, le segnalazioni rispondono agli interessi, alle abitudini di navigazione, alla sensibilità personale dell'autore del weblog. Uno strumento di questo genere è dunque prezioso per un utente che si senta in qualche misura 'in sintonia' con gli interessi generali (più che con le singole opinioni) dell'autore del weblog. Si tratta di quelli che Rebecca Blood chiama filters ("questi weblog hanno una cosa in comune: il primato dei link"6), e a questa categoria appartengono molti fra quelli che Giorgio Nova chiama weblog cacciatori.

Fra i precursori dei weblog di rassegna e segnalazione vanno senz'altro ricordate le moltissime raccolte commentate di link, presenti in rete fin dagli albori del Web: ad esempio la pagina What is New presente fra il 1993 e il 1996 sul sito del primo Web browser, il glorioso e ormai scomparso Mosaic, o la pagina Links from the Underground gestita a partire dal 1994 dall'allora giovanissimo Justin Hall (abbiamo già avuto occasione di parlarne a proposito dei siti personali)7. In ambito giornalistico, un ruolo di precursore spetta senz'altro al sito americano Drudgereport, (http://www.drudgereport.com), di orientamento repubblicano-conservatore, che raccoglie ormai da anni link ad aggiornamento continuo relativi per lo più a notizie di attualità e gossip sulla vita politica statunitense (famosi i suoi scoop, di basso livello giornalistico ma di alto impatto politico, sulla vicenda Clinton-Monica Lewinsky).

In Italia fra gli esempi da citare sono senz'altro alcuni weblog di carattere prevalentemente politico-giornalistico: i due weblog collegati al giornale Il Foglio (http://www.ilfoglio.it), Wittgenstein (http://www.wittgenstein.it) di Luca Sofri e Camillo (http://www.ilfoglio.it/camillo) di Christian Rocca; Supergiornale (http://www.supergiornale.it), rassegna dei principali articoli sui quotidiani del giorno, a cura della redazione della rivista Internazionale (http://www.internazionale.it); Giornalismo&Giornalismi di Giovanni Cocconi (http://giornalismi.splinder.it); Leibniz di Piero Macchioni (http://leibniz.splinder.it/); Klamm di Edoardo Camurri e Gabriele Gambassini (http://www.klamm.splinder.it/), Network Games di Beppe Caravita (http://blogs.it/0100206/). Sempre in campo giornalistico, in ambito internazionale il modello del weblog di rassegna e segnalazione è seguito dai weblog di diversi giornali, riviste e siti informativi: fra gli altri, segnaliamo quello del giornale inglese Guardian (http://www.guardian.co.uk/weblog) e la sezione Best of the Web Today del sito web del Wall Street Journal (http://www.opinionjournal.com/best/). Un modello in parte diverso è quello del babelico weblog collaborativo Metafilter (http://www.metafilter.com/). Tornando in Italia, merita di essere ricordato anche un esempio interessante di meta-weblog di segnalazione: il blog delle United Blogzine of WWW (http://www.matteoc.com/united), che raccoglie notizie di attualità ma anche link a articoli e interventi dei circa quaranta weblog aderenti all'iniziativa.

Molti weblog di rassegna e segnalazione sono dedicati ad ambiti più specifici, e si rivolgono in primo luogo a chi per tali ambiti ha un forte interesse personale o professionale. La quantità dei casi che si potrebbero citare è immensa, anche volendosi limitare a weblog di un certo livello qualitativo. Senza alcune pretesa che quella di voler fornire qualche esempio, ricordiamo Arts & Letters Daily (http://www.aldaily.com/) nel campo della cultura umanistica; Kairosnews (http://kairosnews.org/) nel campo della cultura e della didattica legate ai nuovi media; il notissimo Slashdot (http://slashdot.org/), vera e propria tappa obbligata nel campo delle tecnologie e delle culture di rete (e non solo); il tedesco Netbib (http://log.netbib.de/) e lo statunitense Library Stuff (http://www.librarystuff.net/) in campo bibliotecario.

Weblog di commento

Molto spesso anche i weblog di commento hanno come punto di partenza il collegamento a un'informazione disponibile in rete. In questo caso, però, il link non rappresenta una semplice segnalazione ma l'occasione per un commento di un qualche respiro. Al centro dell'articolo non è il link in quanto tale ma l'opinione dell'autore del weblog, il suo commento all'informazione raggiungibile attraverso il link. Del resto, l'informazione discussa e commentata può anche non trovarsi in rete: può trattarsi di un film appena visto, di un libro appena letto, di un disco, di qualcosa letto sul giornale o visto alla televisione, di un'esperienza diretta... Così come è invece possibile che l'articolo metta in relazione e discuta informazioni diverse, ed offra quindi più di un link. Il lavoro del 'blogger' (neologismo non proprio entusiasmante ma ormai estremamente diffuso per designare l'autore di un weblog) è in questo caso un lavoro di riflessione e di tessitura: nelle parole di Giorgio Nova, i weblog tessitori

"sono (...) più portati ad aggregare informazioni diverse, a costruire trame, a fare tessuto, chi tra le informazioni, chi tra i blog. Sono meno rapsodici e fulminanti dei cacciatori, scrivono cose meno frequenti e più lunghe, a volte sono più lenti (può anche capitare che non postino per giorni), ma possono essere anche logorroici. Costruiscono discorsi, coltivano interessi nel tempo, li aggregano, esprimono opinioni articolate, confrontano."8

Si tratta di una categoria assai ampia, e il cui confine rispetto ai weblog di rassegna e segnalazione è spesso difficile da tracciare. Ad essa appartiene probabilmente la maggior parte dei weblog personali. Fornire esempi è davvero difficile, perché ogni selezione dipende inevitabilmente dai gusti (e anche dalle conoscenze) di chi la propone. Chi volesse farsi un'idea di questa tipologia di weblog può comunque consultare, fra mille altri, in italiano, 4Banalitäten di Cesare Lamanna (http://blogs.it/0100214/), Brodo Primordiale di Carlo Berardelli (http://www.brodoprimordiale.net/), EmmeBi (http://www.emmebi.blogspot.com/, Fuori dal coro di Carlo Annese (http://fuoridalcoro.blogspot.com), Leonardo (http://leonardo.blogspot.com/), Manteblob di Massimo Mantellini (http://www.mantellini.it), Momoblob di Massimo Morelli (http://blog.morellinet.com/categories/momoblog/), Onino di Cristiano Siri (http://onino.splinder.it/), Paferrobyday di Paolo Ferrandi (http://homepage.mac.com/paferro/iblog/paferrobyday), Paolo's Weblog di Paolo Valdemarin (http://paolo.evectors.it/italian/), Skip Intro (http://w.skipintro.org/) di MatteoC. Gino Roncaglia, autore della sezione del manuale che state leggendo in questo momento, ha anch'egli un suo weblog: si chiama Merzlog (http://www.merzlog.com), e comprende una sezione di link che può essere utilizzata dal lettore per allargare e mantenere aggiornati i riferimenti contenuti in queste pagine.

In inglese, un weblog di commento molto seguito è quello del giornalista Andrew Sullivan (http://www.andrewsullivan.com: uno dei pochi weblog redditizi, dato che il suo autore ha raccolto in poche settimane circa 80.000 dollari di sottoscrizione fra gli utenti del sito). Vanno poi segnalati almeno lo storico Scripting News di Dave Winer (http://www.scripting.com/), Instapundit di Glenn Reynolds (http://www.instapundit.com/), Rebecca's pocket di Rebecca Blood (http://www.rebeccablood.net/), il blog di Doc Searl (http://doc.weblogs.com/), quello di Ross Mayfield (http://radio.weblogs.com/0114726/), Sivacracy.net (http://www.sivacracy.net/) di Siva Vaidhyanathan, Talking Points Memo di Joshua Micah Marshall (http://www.talkingpointsmemo.com/), Public Opinion di Gary Sauer-Thompson (http://www.sauer-thompson.com/). Anche fra i weblog di commento, molti sono prevalentemente dedicati a settori specifici: lo spagnolo eQuaderno (http://orihuela.blogspot.com/) e l'australiano-norvegese Jill/txt (http://huminf.uib.no/~jill/) offrono ad esempio ottimi punti d'osservazione sul campo delle culture digitali, LawMeme (http://research.yale.edu/lawmeme/) si occupa soprattutto di diritto d'autore e copyright, Elearningspace (http://www.elearnspace.org/cgi-bin/elearnspaceblog/) è dedicato al mondo dell'e-learning, TeleRead (http://www.teleread.org/blog/) è un bel weblog dedicato ai libri elettronici, A klog apart (http://dijest.com/aka/) è specificamente dedicato ai k-logs, ovvero ai weblog utilizzati come strumento di knowledge management, Catalogablog (http://catalogablog.blogspot.com/) offre segnalazioni e commenti relativi al mondo bibliotecario, mentre l'eccellente weblog italiano Blog Notes (http://www.bookcafe.net/blog/) di Giuseppe Granieri offre riflessioni sempre pacate e ragionate, dedicate prevalentemente (ma non unicamente) al mondo dei weblog e alle sue caratteristiche comunicative.

Weblog di narrazione (e affini)

Fra i punti di riferimento storico e concettuale ai quali si collega l'idea di weblog, vi è sicuramente il modello rappresentato dal diario e dalla scrittura diaristica. Non stupirà dunque che diversi weblog preferiscano, alle forme del commento, dell'informazione e della segnalazione, la forma più propriamente narrativa del racconto, della cronaca personale (spesso rivisitata in chiave creativa o fantastica).

I weblog di questo tipo offrono raramente link esterni, e quando lo fanno i link stessi sono funzionali alla narrazione. La scrittura è di norma in prima persona, e ricorre spesso ai registri della satira o dell'ironia. L'efficacia e l'interesse degli articoli dipendono fortemente dalla capacità di scrittura dell'autrice (si tratta della tipologia di weblog con maggiore presenza femminile9, un dato sul quale può essere probabilmente interessante riflettere) o dell'autore. Hanno tuttavia un loro interesse - se non altro sociologico - anche le migliaia e migliaia di weblog e siti 'diaristici' tenuti da teen-agers statunitensi: una moda non ancora esplosa in Italia, ma che meriterebbe di essere studiata.

In italiano, fra i weblog di narrazione dagli esiti più felici vanno citati almeno quelli di Personalità Confusa (http://personalitaconfusa.splinder.it/), Massaia (http://www.massaia.splinder.it/), La Pizia (http://digilander.libero.it/pizia98/)10; in ambito anglosassone possiamo segnalare il weblog - di difficile classificazione, dato che vi si fondono narrazioni personali ma anche segnalazioni e commenti - del già citato Justin Hall (http://www.links.net/), Invisibile Shoebox (http://invisibleshoebox.blogspot.com/) di Meredith Badger, e What's New Pussycat? (http://www.shauny.org/pussycat/) di Shauny.

All'ambito dei weblog di narrazione possono forse essere accostate due tipologie di weblog piuttosto particolari: i weblog di scrittori e quelli che potremmo provare a definire come 'weblog di montaggio'. Per quanto riguarda la prima categoria, ricordiamo almeno i blog del 'padre' del movimento cyberpunk, William Gibson (http://www.williamgibsonbooks.com/blog/blog.asp), e di Neil Gaiman (http://www.neilgaiman.com/journal/journal.asp), autore emergente dalle ottime capacità narrative, a cavallo fra fumetti, fantasy e letteratura gotica. Quanto ai weblog di montaggio, mi sembra possa essere opportuno individuare uno spazio relativamente autonomo per i blog caratterizzati da una sorta di 'collage' di suggestioni visive e testuali tratte dalla rete. Rispetto a queste suggestioni, raccolte e offerte senza alcuna pretesa di sistematicità o completezza, l'autore non impone una propria presenza testuale 'forte' (come accade invece i quasi tutti gli altri modelli di weblog), anche se ovviamente la selezione dei materiali ne lascia comunque trasparire interessi e personalità. Un esempio interessante (ma se ne potrebbero fare diversi) è Wood s lot di Mark Woods (http://www.ncf.ca/~ek867/wood_s_lot.html).

Weblog di progetto

Le tipologie di weblog fin qui considerate sono tutte legate in forma piuttosto diretta all'espressione della personalità di un autore. Un weblog, tuttavia, può avere anche altre funzioni: Può essere, ad esempio, un ottimo strumento per raccogliere e distribuire informazioni su un progetto (lo sviluppo di un software, l'organizzazione di un convegno, il marketing di un prodotto, la campagna elettorale di un candidato, gli appuntamenti e le iniziative di un'associazione culturale, gli aggiornamenti di un libro, l'applicazione di una normativa, la preparazione di una tesi di laurea... le possibilità sono innumerevoli). Weblog di questo tipo hanno in genere un prevalente scopo informativo, ma possono anche diventare un vero e proprio strumento di lavoro collaborativo: è il caso ad esempio dei weblog che nascono all'interno di un corso scolastico o universitario, con lo scopo di organizzare nel tempo il lavoro didattico e di raccoglierne i risultati.

Gli esempi di weblog di progetto cominciano ad essere abbastanza numerosi e tendono a crescere col tempo, man mano che ci si accorge come in un numero crescente di situazioni i weblog possano rappresentare uno strumento semplice e comodo di gestione di contenuti anche al di fuori di siti strettamente personali. Volendo fornire qualche indirizzo possiamo citare il sito Urp degli Urp (http://www.urp.it), nato da un'iniziativa comune del Dipartimento della Funzione Pubblica e della Regione Emilia Romagna e dedicato agli Uffici Relazioni con il Pubblico della Pubblica Amministrazione. Il sito ospita un weblog di progetto organizzato in numerose categorie tematiche, all'indirizzo http://www.urp.it/database/urpdegliurp/weblog.nsf?OpenDatabase. Trai i weblog didattici, esempi interessanti sono offerti da Webgol (http://webgol.splinder.it/), il weblog del Master di giornalismo on-line dell'università di Firenze coordinato da Antonio Sofi, e da Fermo 2003 (http://fermo2003.blogspot.com/), il weblog di due corsi di ambito bibliotecario tenuti da Giovanni Bergamin presso l'Università di Macerata. Due esempi tutt'altro che isolati: facendo una ricerca su Google con chiave "weblog del corso" si arriva nel maggio 2003 a oltre 300 risultati (è una facile profezia presumere che aumenteranno parecchio nel corso dei prossimi mesi), la maggior parte dei quali relativi a sperimentazioni di weblog didattici.

A livello internazionale, non a caso è organizzato come weblog (di progetto) il sito di Movable Type (http://www.movabletype.org/), un software per la gestione di weblog sul quale torneremo fra breve. Un esempio interessante - fra i tanti che potrebbero essere citati - di come i weblog possano essere utilizzati, a bassissimo costo, come strumenti per migliorare l'interazione con e fra i partecipanti a un convegno è invece fornito dal weblog della conferenza "History and Society since 1970" organizzata a Bucharest nell'aprile 2003 dal British Council di Romania (http://www.historyandsociety.net/blog/). Mentre nel parlare di weblog elettorali non si può fare a meno di citare quello di Howard Dean, candidato alla nomination democratica per le presidenziali statunitensi del 2004. Si chiama Blog for America (http://www.blogforamerica.com/), ed è collegato non solo al sito ufficiale del candidato ma anche a una vera e propria rete di altri weblog di supporto.

Parlando di weblog di progetto, il riferimento conclusivo è quasi obbligato: il weblog collegato a questo manuale. Lo trovate - a partire dal settembre 2003 - all'interno del sito del libro, all'indirizzo http://www.laterza.it/internet.

Weblog collaborativi e Blogzine

Parlando dei weblog di progetto, si è già accennato al fatto che un weblog non deve essere necessariamente espressione di un singolo autore. Possiamo così individuare, trasversale rispetto a quelle fin qui considerate e particolarmente diffusa nel caso dei weblog di commento e di quelli di progetto, la categoria dei weblog collaborativi, nei quali la responsabilità dell'inserimento dei contenuti è condivisa da un gruppo di 'redattori'. Ognuno di essi dispone di un proprio nome utente e di una password, attraverso le quali inserire notizie e articoli nel weblog. Diversi fra i weblog che abbiamo fin qui citato sono weblog collaborativi: in particolare, la collaborazione di una vasta comunità di utenti è il punto di forza di siti come i già ricordati Slashdot e Metafilter. In ambito italiano, al modello Slashdot si ricollega in qualche misura il sito Wup.it (http://www.wup.it/).

In alcuni casi, i weblog collaborativi si trasformano in un vero e proprio prodotto editoriale, una rivista in rete con un nucleo fisso di collaboratori, una struttura redazionale articolata, e magari anche l'attribuzione di un codice ISSN (International Standard Serial Number). La dimensione in qualche misura 'amatoriale' caratteristica di molti weblog è in questi casi spesso sostituita dalla ricerca di professionalità, pulizia grafica, cura dei contenuti, anche se talvolta al prezzo di una certa perdita di immediatezza e originalità. Quando la professionalità del prodotto e/o la specificità dei contenuti hanno il sopravvento si può parlare di vere e proprie riviste in rete, o E-Journals (naturalmente una rivista in rete può essere realizzata anche con strumenti diversi da quelli nati per la gestione di weblog); quando la natura spontanea e 'contaminante' dei weblog viene preservata si parla piuttosto di Blogzine.

Nel panorama italiano esistono diversi siti interessanti che si possono ricondurre a queste tipologie, anche se - al solito - ogni tentativo di classificazione troppo specifica finisce per rivelarsi inadeguato. Possiamo comunque ricordare The Gnu Economy (http://www.gnueconomy.net/), coordinato da Gianluca Neri; QuintoStato (http://www.quintostato.it/); Società delle menti (http://www.clarence.com/contents/cultura-spettacolo/societamenti/); Tel&Co. (dedicato al mondo del wireless: http://www.telconews.it/). Carmilla (http://www.carmillaonline.com/), blogzine di Valerio Evangelisti e Giuseppe Genna, costituisce la rivisitazione forse più diretta del modello rappresentato dalle vecchie fanzine cartacee, mentre - se si supera il fastidio per l'orribile grafica e l'uso sconsiderato di pubblicità, finestre pop-up e icone animate - Il Barbiere della Sera (http://www.ilbarbieredellasera.com/) offre un curioso 'dietro le quinte' sul mondo del giornalismo italiano, con gossip, curiosità e notizie i cui autori si celano di norma dietro fantasiosi pseudonimi. Blog.it (http://www.blog-it.net/) è infine un weblog collaborativo interamente dedicato al mondo weblog.

Per chi vuole sperimentare: Photoblog, Audioblog, Videoblog, Moblog...

I weblog tradizionali sono prevalentemente testuali, ma naturalmente non c'è alcun motivo per il quale gli strumenti di gestione dei contenuti utilizzati per creare un weblog testuale non possano essere utilizzati - con le opportune modifiche - per gestire 'in forma di weblog' anche immagini, appunti sonori, filmati. Particolarmente numerosi sono i photoblog: il sito http://www.photoblogs.org/ ne elenca oltre 1.500, una trentina dei quali in Italia. I videoblog (o vog) sono decisamente di meno. Un esempio interessante è offerto dal sito australiano http://hypertext.rmit.edu.au/vog/, un progetto iniziato già nel 2000 che comprende anche un vero e proprio manifesto teorico sulle differenze fra video blog e streaming video. Gli audioblog sono di norma strettamente legati agli strumenti di comunicazione mobile (telefonini e affini) utilizzati per aggiornarli; gli esempi disponibili sono comunque relativamente pochi, e le proposte di servizi commerciali in quest'ambito (http://www.audblog.com/, http://www.audioblogger.com/ e, in Italia, http://www.audioblog.it/) non sembrano aver avuto finora particolare successo. Il rapporto fra weblog e comunicazione mobile sembra legato assai più direttamente alla possibilità di aggiornare 'sul campo', attraverso strumenti di comunicazione mobile, i weblog testuali tradizionali. E' questa l'area dei cosiddetti mblog o blog mobili, nati attorno all'obiettivo di poter aggiornare il proprio weblog in ogni momento e da qualunque località11. Per approfondire questo tema, due buoni punti di partenza sono il weblog di Joi Ito (http://radio.weblogs.com/0114939/outlines/moblog.html) e Em-Brof (http://doping.sics.se/prof/), il weblog di Emmanuel Frécon.

Weblog e giornalismo: un dibattito

Alcuni fra i weblog più noti, sia in Italia sia nel mondo anglosassone, sono opera di giornalisti professionisti (un elenco di weblog giornalistici, relativo al mondo anglosassone, è alla pagina http://www.cyberjournalist.net/cyberjournalists.html). Ma la grande maggioranza dei 'blogger' è rappresentata da persone che, anche quando riprendono o commentano notizie di attualità, lo fanno da un punto di vista assolutamente personale, senza particolari pretese di completezza, affidabilità, obiettività. Del resto, gli stessi giornalisti professionisti sembrano considerare i propri weblog come uno spazio diverso da quelli dedicati alla scrittura propriamente giornalistica: uno spazio con meno vincoli nella scelta degli argomenti, nello stile di scrittura, nella lunghezza degli articoli. E tuttavia, nonostante queste considerazioni, il rapporto fra weblog e giornalismo è al centro del dibattito probabilmente più vivace e vitale fra quelli che animano la blogosfera.

Per capire le ragioni di questo dibattito occorre tener presenti diversi fattori. Innanzitutto, se è vero che alcuni giornalisti professionisti sembrano utilizzare i propri weblog anche come strumento per sperimentare forme di scrittura e di comunicazione diverse da quelle che sono loro abituali, è altrettanto vero che moltissimi blogger che non sono giornalisti professionisti mostrano di percepire il proprio weblog come uno spazio editoriale di tipo giornalistico. Se il mondo è pieno di aspiranti scrittori e aspiranti poeti con un romanzo o una raccolta di poesie nel cassetto, il Web sembra pieno di aspiranti giornalisti, entusiasti di aver trovato lo strumento adatto per poter finalmente pubblicare i propri articoli e i propri commenti, e spesso preoccupati (proprio come i loro colleghi 'professionisti') dal numero dei lettori e dalle reazioni del proprio pubblico ai singoli interventi pubblicati.

Eppure, questa considerazione - che ha indubbiamente qualche elemento di fondatezza - non basta. In particolare, non basta a spiegare il fastidio piuttosto evidente che l'uso dei weblog come strumento di 'giornalismo amatoriale' sembra spesso suscitare nel mondo del giornalismo professionale. C'è dunque un'altra faccia della medaglia da tenere presente: il fatto, difficilmente contestabile, che in diversi casi questo 'giornalismo amatoriale' abbia poco da invidiare - e talvolta abbia qualcosa da insegnare - al giornalismo professionale in termini di immediatezza di scrittura, freschezza di analisi, capacità di rassegna e valutazione delle fonti. Un buon blogger è in genere anche un virtuoso della navigazione su web, della ricerca in rete, del confronto fra fonti informative diverse: tutte abilità che dovrebbero ormai fare parte - ma che non sempre fanno parte - del bagaglio di competenze di un buon giornalista professionista. Ecco dunque che i weblog migliori mettono in crisi l'idea del mondo giornalistico come 'casta' chiusa, con i propri riti di accesso, il proprio Ordine, i propri modelli (più o meno rigidi) di scrittura, e un'alta propensione all'autoreferenzialità.

Inoltre, la natura fortemente reticolare e interconnessa della blogosfera costituisce un perfetto 'brodo di coltura' per far crescere e sviluppare notizie trascurate o ignorate dai media tradizionali, e imporle all'attenzione generale. In un certo senso, i weblog sono uno strumento di 'public opinion', anche se limitato a una sfera sicuramente ristretta e piuttosto specifica della popolazione. E il fatto che comunque esista una zona di intersezione fra giornalismo professionale e blogosfera aiuta a garantire una visibilità esterna alle notizie, ai commenti, ai 'memi' di maggior successo sviluppati nel mondo weblog.

Si aggiunga a tutto ciò che in determinate situazioni e in determinati contesti i weblog possono rappresentare anche una fonte informativa diretta. Famoso è stato, a tale proposito, il caso del weblog di Salam Pax, Where is Raed (http://dear_raed.blogspot.com/). Esso ha raccolto durante la guerra in Iraq - e continua a raccogliere nel difficile 'dopoguerra' - i racconti e le opinioni di un giovane ingegnere di Baghdad, capace di osservare la situazione del suo paese con l'occhio in parte disincantato e ironico di chi ha studiato e lavorato a lungo in occidente, e conosce dunque il meglio (e il peggio) di entrambi i mondi. La figura piuttosto misteriosa di Salam Pax, e la temporanea incertezza sulla sua sorte durante le fasi più drammatiche del conflitto, hanno immediatamente colpito la fantasia dei media; giorno dopo giorno, la sua voce è diventata una delle più seguite per rendersi conto, al di là delle notizie di stretta contabilità bellica o post-bellica, degli sviluppi quotidiani della situazione irachena.

Il caso di Salam Pax - pur essendo il più noto - non è certo isolato: il lettore con un po' di propensione alla ricerca e alla navigazione troverà senza troppa fatica weblog di grande interesse sulla difficile situazione dei paesi dell'America Latina (a cominciare da Argentina e Venezuela), sulla contrapposizione fra 'movimento studentesco' e autorità islamiche in Iran, sulla situazione nei Paesi Baschi e in Irlanda del Nord. Non è un caso, del resto, che il Web in generale e i weblog in particolare costituiscano strumenti di comunicazione essenziali per movimenti dalla natura spesso transnazionale e fortemente eterogenea come il movimento no-global. Fra gli esempi più noti ricordiamo il sito dell'Independent Media Center (http://www.indimedia.org/), al centro di una vera e propria ragnatela di siti e di weblog interconnessi (per l'Italia, il sito di riferimento è http://italia.indymedia.org/).

Gli strumenti

In linea teorica, un weblog può essere costruito anche senza ricorrere a strumenti particolari, utilizzando un normale editor HTML. Ma le caratteristiche più avanzate e interessanti dei weblog richiedono (o almeno suggeriscono fortemente) l'uso di strumenti specifici. Strumenti che possono essere divisi in due grandi categorie: 1) quelli offerti dal sito di un fornitore di servizi che metta a disposizione degli utenti, via Web, un programma di gestione per weblog e un server centrale per ospitarne i contenuti. Siti di questo tipo permettono (gratuitamente o dietro pagamento di una piccola cifra mensile o annuale) di creare e gestire il proprio weblog direttamente sul server remoto, utilizzando un normale browser per l'inserimento dei contenuti: non occorre dunque, di norma, installare programmi o strumenti particolari sul computer di casa; 2) quelli basati su programmi di gestione che l'utente deve installare e configurare autonomamente, su un server sotto il suo diretto controllo.

La prima tipologia di strumenti è evidentemente più semplice e facile da usare per l'utente finale, e rappresenta dunque la soluzione più diffusa. La seconda permette un controllo assai maggiore sul weblog e sulle sue funzionalità, e una personalizzazione più completa sia dell'interfaccia di gestione sia del weblog stesso: si tratta dunque della soluzione scelta da molti fra i weblog più complessi e strutturati.

Va ricordato, comunque, che il primo obiettivo di qualunque strumento per la gestione di un weblog è quello di permettere all'autore di concentrarsi sui contenuti più che sulla realizzazione tecnica del sito. Un sistema di gestione troppo complesso finirebbe per compromettere proprio il raggiungimento di questo obiettivo.

Servizi in rete per la gestione di weblog

Il più noto fra i servizi in rete per la creazione e gestione di weblog è sicuramente quello offerto da Blogger (http://www.blogger.com). Blogger è nato nel 1999 da una piccola società, la Pyra Ltd., ad opera soprattutto di Evan Williams. Alla fine del 1999 Blogger ospitava poco più di 2000 weblog: due anni dopo i weblog ospitati dal sistema erano oltre centomila, e nel 2003 la cifra complessiva ha superato il milione. Un successo impressionante, ma anche difficile da gestire per una piccola società: come era facile prevedere, cifre del genere suscitano l'interesse dei maggiori protagonisti della Web economy, e nel febbraio 2003 Blogger è stato acquistato da Google.

Blogger permette di creare gratuitamente weblog dalle caratteristiche abbastanza avanzate (è anche possibile creare weblog collaborativi, giacché il sistema permette di associare a un weblog un 'team' di redattori), propone una serie di semplici modelli grafici per la loro impaginazione (ma gli utenti più esperti possono facilmente crearne di propri), e consente di gestire il weblog e inserire nuove notizie attraverso una semplice interfaccia web. I weblog creati possono essere pubblicati via FTP su qualunque sito esterno, oppure, in maniera ancor più semplice, sui server di Blogspot (http://www.blogspot.com/), un servizio di Web hosting direttamente controllato da Blogger. La pubblicazione su Blogspot è anch'essa gratuita, a patto di accettare un banner pubblicitario sulla testata del proprio weblog. Sono disponibili versioni a pagamento sia del servizio di creazione e gestione di weblog offerto da Blogger (il servizio a pagamento si chiama Blogger Pro e, nel momento in cui scriviamo, costa 35 dollari l'anno) sia del servizio di pubblicazione su BlogSpot (per circa 5 dollari al mese è possibile eliminare i banner pubblicitari e incrementare lo spazio disponibile per il proprio weblog, aggiungendo la possibilità di pubblicare immagini).

Creare un weblog su Blogger - come del resto sugli altri servizi che citeremo in seguito - è estremamente semplice: una serie di pagine di istruzioni guidano l'utente passo passo, e anche gli utenti meno esperti dovrebbero riuscire a realizzare in pochi minuti l'intelaiatura del loro weblog. A quel punto, l'unico problema sarà quello di... scriverne i contenuti! Nel momento in cui scriviamo l'interfaccia di Blogger è in inglese, ma sono annunciate versioni 'nazionalizzate' per il prossimo futuro; i testi inseriti nel weblog possono comunque essere tranquillamente in italiano.

Sull'onda del successo di Blogger, numerosi altri siti offrono funzionalità specifiche per la creazione e gestione di weblog. Per quanto riguarda il mondo anglosassone ci limitiamo a segnalare LiveJournal (http://www.livejournal.com/: anche questo servizio - orientato alla creazione di siti più vicini al diario su Web che al vero e proprio weblog, e popolarissimo fra le teen-ager americane - ha superato il milione di utenti) e Blog-City (http://www.blog-city.com/), mentre in Italia vanno ricordati in particolare Splinder (http://www.splinder.it/; al momento in cui scriviamo ospita circa 15.000 weblog), Clarence FreeBlog (http://blog.clarence.com/; nel momento in cui scriviamo il servizio - che si segnala per la notevole completezza dei servizi offerti - ha da poco superato i 3.000 weblog ospitati), TiscaliBlog (http://blog.tiscali.it/ il servizio offriva inizialmente funzionalità assai limitate, ma sono annunciati miglioramenti), e due aggiunte recentissime: quella di Virgilio Blog (http://blog.virgilio.it/) e quella di Blog by Aruba (http://blog.aruba.it/). E' possibile creare un proprio blog anche attraverso il sito Il Cannocchiale, all'indirizzo http://www.ilcannocchiale.it/.

Programmi per la creazione e gestione di weblog

Una tipologia di strumenti in qualche modo intermedia fra i servizi centralizzati di creazione e gestione di weblog e i programmi da installare autonomamente su un proprio server è rappresentata da uno dei primi e più famosi programmi in quest'ambito: Radio, della Userland (http://radio.userland.com; distributore italiano http://www.evectors.it/). Allo sviluppo di Radio - e del programma che come vedremo ne è un po' il fratello maggiore, Manila - ha contribuito uno dei pionieri del mondo weblog, Dave Winer, il cui blog Scripting News abbiamo già avuto occasione di ricordare.

Radio è sostanzialmente un programma client per realizzare e gestire un weblog: il weblog creato utilizzando Radio viene ospitato su un server esterno, ma l'uso da parte dell'utente di un client autonomo accanto alla interfaccia di gestione via Web permette un alto livello di personalizzazione, consentendo di implementare molte funzionalità avanzate. Inoltre, Radio funziona come aggregatore di notizie: una tipologia di programmi sulla quale torneremo più avanti. La versione italiana di Radio costa al momento in cui scriviamo 60 euro, e nel prezzo è compreso un anno di hosting del proprio weblog sul server di Blogs.it (http://www.blogs.it).

I server che ospitano weblog creati utilizzando Radio sono basati su un altro programma della Userland, Frontier (http://frontier.userland.com), che offre un sistema di gestione dei contenuti piuttosto potente e altamente configurabile, basato su database e collegato a un server web proprietario per la generazione dinamica delle pagine. Frontier è venduto (al prezzo non proprio economico di circa 900 dollari, comprensivo di un anno di aggiornamenti; la versione educational costa circa 300 dollari) assieme a un programma per la gestione e creazione di weblog denominato Manila (http://manila.userland.com): attraverso l'accoppiata Manila/Frontier è possibile creare e gestire via Web su uno stesso server un gran numero di weblog, ciascuno dei quali altamente personalizzabile e dotato di un autonomo team redazionale: può trattarsi dunque di una buona soluzione per le situazioni nelle quali è prevista la creazione centralizzata da parte di un'azienda o di un'istituzione (ad esempio una scuola o un'università) di un gran numero di weblog di progetto. In questo caso, al 'webmaster' centrale sono richieste competenze informatiche un po' più sviluppate, mentre i responsabili editoriali dei singoli weblog potranno utilizzare strumenti di gestione assai semplici e immediati.

Se Radio e Manila sono a pagamento, completamente gratuito (a meno di non voler richiedere assistenza per l'installazione, o di non voler effettuare autonomamente una donazione) è invece un altro ottimo strumento per la creazione e gestione di weblog, Movable Type (http://www.movabletype.org/). Dotato di un'interfaccia assai elegante e intuitiva, e di un team di sviluppo al quale si deve l'introduzione nel mondo weblog di molte funzionalità di grande interesse (ad esempio il ricordato meccanismo di 'trackback'), MovableType richiede ai propri utenti una discreta familiarità con gli strumenti informatici e di editing Web, ma consente in cambio di realizzare siti molto avanzati, utilizzando caratteristiche quali i fogli stile e XML. Il sito realizzato può essere ospitato su un proprio server o su un server esterno, ed è possibile la gestione di più siti e di un gruppo di redattori separato per ognuno di essi. Chi volesse iniziare a sperimentare in maniera 'soft' le caratteristiche di Movable Type, senza la necessità di installarlo su un proprio server, può farlo creando un blog attraverso il già ricordato servizio Clarence FreeBlog (http://blog.clarence.com/), che si basa proprio questo ambiente software.

Se i programmi di casa Userland e Movable Type costituiscono probabilmente gli strumenti più diffusi per la creazione e gestione autonoma di un weblog, esistono tuttavia numerosi altri programmi che possono essere utilizzati: all'indirizzo http://www.urldir.com/bt/ trovate uno strumento per comparare le caratteristiche di molti di essi.

Strumenti per la blogosfera: feed RSS e aggregatori

Uno degli aspetti che rendono più interessante e affascinante il mondo dei weblog è la rapida evoluzione di tutto un bagaglio di strumenti e meccanismi nati per creare relazioni fra post, classificarli semanticamente, organizzarli e raccoglierli in base a criteri prestabiliti, distribuirli, facilitare l'integrazione di discussioni e commenti sugli stessi temi, e così via. Un esame dettagliato di questi strumenti richiederebbe molto più spazio di quello qui disponibile, ma almeno ad uno di essi è bene dedicare qualche attenzione: i feed RSS. Non fatevi spaventare dal nome piuttosto 'criptico' e dal fatto che i feed RSS si basino su XML (un metalinguaggio di marcatura del quale ci occupiamo in un'altra sezione del nostro manuale): i principi di base di questi strumento sono assai semplici, e le sue applicazioni davvero notevoli.

L'acronimo RSS può essere sciolto come 'Really Simple Syndication'12, e per capire di cosa si tratti puo' essere forse utile cominciare proprio dal concetto di Syndication. Dietro a questo concetto c'è qualcosa di molto simile a un'agenzia di stampa. Un'agenzia produce un flusso di notizie, organizzate in base a una struttura comune: un titolo, il corpo della notizia, data e ora di emissione, e magari l'indicazione dell'autore e di una categoria tematica. Le notizie di agenzia sono riprese ed eventualmente pubblicate dai giornali 'abbonati' all'agenzia in questione. L'agenzia non si preoccupa di 'impaginare' la notizia: una stessa notizia potrà essere ripresa e impaginata in forme diverse da giornali diversi (mentre resteranno costanti la sua struttura e il suo contenuto). Per 'Syndication' si intende originariamente proprio la possibilità offerta da un fornitore di contenuti informativi - ai propri abbonati o a chiunque - di ricevere automaticamente ed eventualmente ripubblicare le informazioni da esso prodotte.

Quando questo meccanismo si sposta sul Web, non riguarda più solo le agenzie di stampa: è ogni tipo di sito che produce informazioni e notizie che può consentire - a pagamento o gratuitamente - di ricevere automaticamente ed eventualmente ripubblicare i propri contenuti informativi. Perché questo sia possibile in maniera automatica, occorre evidentemente che le notizie siano strutturate in maniera uniforme, e che le loro varie 'componenti' (titolo, corpo, data e ora, ecc.) siano opportunamente 'marcate'.

Il formato RSS nasce proprio per marcare articoli e notizie destinate ad essere scambiate via Web. Una marcatura finalizzata non all'impaginazione delle notizie (se necessaria, l'impaginazione sarà operata autonomamente dai siti 'abbonati') ma alla loro strutturazione logica. Un feed RSS non è altro che un flusso strutturato di notizie (ognuna delle quali costituisce un 'item'), messo a disposizione da un fornitore di contenuti informativi e pronto per essere ripreso e utilizzato da altri.

Anche se è possibile realizzare 'a mano' un feed RSS, normalmente è il sistema di gestione dei contenuti utilizzato dal sito a generarlo automaticamente, salvandolo in una apposita pagina Web (o meglio, in un file XML accessibile via Web) e aggiornandolo ogni volta che viene aggiunta una nuova notizia. Di norma, un feed RSS comprende un massimo di una quindicina di notizie: quando viene aggiunta una notizia nuova, viene anche cancellata la più vecchia fra quelle presenti nel feed.

Ma cosa c'entrano i feed RSS con i weblog, e quali strumenti ha a disposizione l'utente per 'abbonarsi' ai feed RSS dei siti che lo interessano?

La risposta alla prima domanda è semplice: i post di un weblog assomigliano molto da vicino, dal punto di vista strutturale, alle notizie di un'agenzia informativa: hanno un titolo, un contenuto, una data ed ora di pubblicazione, un autore... Il formato RSS (le cui prime specifiche sono state non a caso sviluppate nel 1997 proprio dalla Userland) è dunque perfetto per un weblog che voglia offrire all'esterno i propri contenuti non solo nella forma graficamente più piacevole ma assai meno 'riciclabile' di una pagina Web, ma anche in una forma più grezza: una forma che conservi la strutturazione logica ma non l'impaginazione, e permetta dunque agli utenti di raccogliere, organizzare, leggere, analizzare ed eventualmente ridistribuire le notizie apparse sul weblog in maniera totalmente indipendente dai vincoli grafici e dalle mille componenti accessorie, di interfaccia e di impaginazione, sempre presenti su una pagina Web.

Inoltre, un feed RSS permette di associare alle singole notizie anche metainformazioni semantiche: l'argomento trattato, una serie di parole chiave... E' probabile che proprio il settore delle metainformazioni semantiche associabili alle notizie sia quello sul quale si lavorerà di più in futuro (al momento, esistono diverse 'versioni' delle specifiche RSS, in parte indipendenti: è auspicabile - e prevedibile - una loro integrazione e uno sviluppo pubblico e unitario del formato, come accade per gli altri standard Web).

Quanto agli strumenti disponibili per 'utilizzare' in pratica i feed RSS, il primo che occorre ricordare è rappresentato dai programmi aggregatori. Si tratta sostanzialmente di programmi client, in grado di 'seguire' più feed RSS (il sistema più semplice è quello di controllare a intervalli di tempo prefissati se il relativo file è stato aggiornato; ma esistono anche sistemi più evoluti, che consentono a chi offre un feed RSS di segnalare automaticamente agli aggregatori interessati la disponibilità di nuove notizie). L'utente indica all'aggregatore i feed RSS che intende seguire (la presenza di un feed RSS all'interno di un sito è spesso marcata da un piccolo rettangolino arancione con la scritta 'XML' e l'indicazione del formato RSS utilizzato), e l'aggregatore 'aggrega' i relativi messaggi, organizzandoli per sito di provenienza, per data, ed eventualmente - si tratta degli sviluppi più interessanti - anche in base alle metainformazione semantiche associate ai singoli post. Abbiamo detto che un aggregatore funziona di norma come un programma client; alcuni aggregatori possono tuttavia svolgere anche le funzioni di un programma server, 'servendo' all'esterno - come pagine Web o nuovamente come (meta)feed RSS - il risultato del proprio lavoro di aggregazione.

Un programma aggregatore offre insomma all'utente una raccolta organizzata e sempre aggiornata delle notizie fornite dai siti informativi che lo interessano: siano essi weblog, siti di attualità giornalistica, o altro ancora.

Esistono diversi programmi aggregatori, e - trattandosi di un campo relativamente nuovo - il settore è in evoluzione assai rapida. Ci limitiamo qui a segnalare, fra i principali, accanto ai già citati Radio e Manila (che nascono come strumenti per la gestione di weblog ma funzionano anche come aggregatori), Amphetadesk (http://www.disobey.com/amphetadesk/), FeedReader (http://www.feedreader.com/), NewsMonster (http://www.newsmonster.org/; basato su Java, è disponibile su tutte le piattaforme sulle quali si può usare Mozilla), NewzCrawler (http://www.newzcrawler.com/), Syndirella (http://www.yole.ru/projects/syndirella/), e, per Mac, NetNewsWire (http://ranchero.com/netnewswire/). E' anche possibile utilizzare via web un aggregatore centralizzato, al quale indicare, attraverso un meccanismo di account, i feed RSS che interessano ai singoli utenti del sistema. Il risultato dell'aggregazione sarà in questo caso una pagina web personalizzata, accessibile attraverso login e contenente, opportunamente impaginate, le notizie contenute nei feed ai quali l'utente è 'abbonato'. Un esempio è costituito da NewsIsFree (http://www.newsisfree.com/). Esistono poi directory, indici e motori di ricerca specializzati nei feed RSS: ricordiamo Daypop (http://www.daypop.com/), Syndic8 (http://www.syndic8.com/), Feedster (http://www.feedster.com/) e BlogStreet (http://www.blogstreet.com/).

Quanto al formato RSS, due buoni punti di partenza per chi ne volesse sapere di più sono i siti http://www.oreillynet.com/rss/ e http://backend.userland.com/rss.

Blog directory, aggregatori semantici, indici di popolarità

Feed RSS e aggregatori non esauriscono certo il campo degli strumenti disponibili per organizzare e 'mappare la blogosfera. Esiste anche una gran quantità di indici e directory di vario genere, la cui funzionalità è tuttavia limitata da un serio problema: ad essere indicizzati da questo tipo di strumenti sono di norma i weblog, ed è assai spesso difficile 'incasellare' un weblog in una categoria tematica specifica. Potete comunque dare un'occhiata a Eatonweb (http://portal.eatonweb.com/, al momento in cui scriviamo indicizza circa 12.000 weblog) e Blogwise (http://www.blogwise.com/, circa 5.000 i weblog indicizzati) sul piano internazionale, e per l'italia a Bloggando (http://bloggando.splinder.it/), alla Blog Directory di Quinto Stato (http://www.quintostato.it/links/) e a BlogNews (http://www.blognews.it/). The Gnu Economy ha realizzato una comoda BlogBar (http://www.gnueconomy.net/blogbar/) che si aggiunge alle barre di Explorer e semplifica la navigazione nella blogosfera italiana.

Se gli aggregatori personali consentono il massimo di flessibilità in termini di scelta dei feed RSS da raccogliere, presentano tuttavia ancora notevoli limiti nella classificazione semantica dei post, anche perché non sempre gli utenti aggiungono ai propri post metainformazioni semantiche, e comunque difficilmente lo fanno ricorrendo a categorizzazioni sufficientemente uniformi. Un tentativo interessante di risposta a questo problema è costituito dall'italianissimo Blog Aggregator (http://www.bookcafe.net/blog/aggregator/) sviluppato da Giuseppe Granieri. Blog Aggregator è basato su un meccanismo misto (è possibile segnalare i post sia in maniera automatica, qualora si disponga di un feed RSS comprendente metainformazione semantiche organizzate secondo una categorizzazione compatibile con quella del sito, sia in maniera manuale), e utilizza una griglia di quindici categorie tematiche.

Un'altra tipologia di strumenti potenzialmente assai utili è rappresentata dai popularity index: siti che seguono in automatico i post di un gran numero di weblog, e analizzano i link in essi contenuti per cercare di risalire alle notizie di momento in momento 'più discusse' all'interno della blogosfera. Spesso, i popularity index permettono di fare anche molte altre interessanti operazioni: ad esempio ricostruire la 'costellazione di appartenenza' di un weblog (e cioè l'insieme dei blog che lo citano e/o ne sono citati), costruire classifiche dei weblog più popolari, e così via. Fra i più interessanti potete consultare Technorati (http://www.technorati.com/), Blogdex (http://blogdex.media.mit.edu/), Popdex (http://www.popdex.com/), Organica (http://www.organica.us/), Memeufacture (http://memeufacture.com/), Myelin (http://www.myelin.co.nz/ecosystem/), e l'italiano Skip Pop (http://pop.skipintro.org/). Non fatevi poi sfuggire All Consuming (http://www.allconsuming.net/), interessante esempio di popularity index relativo alla citazione di libri all'interno dei weblog (permette di scoprire al volo i libri 'caldi' del momento, almeno all'interno del mondo anglosassone).

Non mancano neanche strumenti di 'mappatura grafica' della blogosfera: basati sui link fra weblog e weblog (un esempio interessante è reperibile sul sito della Ryze Blog-Tribe: http://blog-tribe.ryze.com/) o sulla loro collocazione geografica (date un'occhiata al notevole The World as a Blog, all'indirizzo http://www.brainoff.com/geoblog/).

Infine, anche nel campo dei weblog esistono preziose metarisorse. Segnaliamo in particolare il Weblogs Compendium (http://www.lights.com/weblogs/index.html) di Peter Scott: vi troverete, opportunamente catalogate, risorse di ogni genere: dalle discussioni sulla definizione di weblog a indici e aggregatori, dai programmi per creare weblog ai servizi di hosting, dagli strumenti di ricerca su feed ai servizi per lo scambio di mini-annunci pubblicitari.

1 Una tecnologia proprietaria per certi versi simile a PHP - ed utilizzabile anch'essa per la creazione dinamica di pagine web a partire da un database di contenuti - è rappresentata dalle Active Server Pages (ASP) introdotte da Microsoft.

2 L'inglese utilizza spesso per le singole annotazioni di un diario il termine 'entry', che - in quest'accezione - non ha un corrispondente diretto in italiano. Noi parliamo talvolta di 'pagine' di un diario, ma nel contesto del Web questo termine rischierebbe di risultare fuorviante.

3 Esiste un meccanismo, denominato trackback, che permette di tenerne traccia: se due weblog (chiamiamoli per comodità A e B) utilizzano programmi di gestione capaci di trackback, quando un articolo sul weblog A fa riferimento a un articolo del weblog B, il programma di gestione del weblog A 'comunica' in maniera automatica al programma di gestione del weblog B che quel determinato articolo è stato citato, e il programma di gestione del weblog B aggiunge - sempre in maniera automatica - l'indirizzo dell'articolo del weblog A alla 'trackback list' dell'articolo originario. In questo modo, chi trova all'interno di un weblog un articolo particolarmente interessante o discutibile può sapere subito se quell'articolo è stato citato o discusso da altri, e dove.

4 Ricordiamo in particolare la suddivisione dei weblog in blog, notebook, filtri e weblog collaborativi proposta in R. Blood, The Weblog Handbook, Perseus Books, Cambridge (MA) 2002, pp. 6-8, e l'originale classificazione in weblog cacciatori, tessitori e sciamani proposta da Giorgio Nova (b.georg) nel suo weblog Falso Idillio (http://falsoidillio.splinder.it/1043518643#32422). Su alcune di queste categorie torneremo in seguito.

5 Come ha giustamente osservato Giuseppe Granieri, infatti, è il singolo articolo - più che il weblog nel suo insieme - a costituire l'unità semantica da considerare nell'indagare l'articolazione comunicativa della blgosfera (cfr. http://www.bookcafe.net/blog/blog.cfm?id=60).

6 R. Blood, op. cit., pp. 7-8.

7 La pagina http://www.links.net/vita/web/start/original.html propone una delle prime versioni del sito di Justin Hall: un 'viaggio nel tempo' nel Web del 1994, che può risultare interessante anche per i navigatori di oggi.

8 http://falsoidillio.splinder.it/1043518643#32422

9 Anche se alcuni weblog 'nati al femminile' sono in realtà scritti da uomini: è il caso ad esempio dei weblog di Personalità Confusa e di Massaia. Anche in questo caso, la rete si propone come strumento per eccellenza di contaminazione di ruoli e personalità.

10 Da questo weblog è nato anche un libro: Eloisa "La Pizia" Di Rocco, Mondo Blog, Hops libri 2003; un altro libro legato al mondo dei weblog di narrazione è Blogout. 13 diari dalla rete, a cura di Alessandro Marzi e Fabrizio Ulisse, Novecento Libri 2003.

11 Può essere forse questa l'occasione adatta per ricordare il recente libro di Howard Rheingold, Smart Mobs. The Next Social Revolution, Perseus Publishing, Cambridge (MA) 2002, dedicato proprio alle conseguenze sociali e culturali dello sviluppo degli strumenti di comunicazione mobile.

12 L'acronimo RSS viene tuttavia sciolto - in particolare nell'implementazione che ne ha fatto Netscape - anche come 'RDF Site Summary' o 'Rich Site Summary'.

 
 
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