De Robbio, Antonella Analisi citazionale e indicatori bibliometrici nel modello Open Access. Bollettino AIB, 2007, vol. 2007, n. 3, pp. 257-288. [Journal article (Paginated)]
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English abstract
This article is focused on the bibliometric methods used for research evaluation, within the well known field of the bibliometrics which uses mathematical and statistical techniques to analyze the publications distribution patterns, and to explore their impact into the scholarly communities. While the bibliometric methods are used more often in the LIS, bibliometrics offers a wide range of applications in a variety of fields of knowledge. Since the research evaluation requires a double approach: quantitative (bibliometric analysis) and qualitative (peer-review, panel...), the fundamental idea is that the measurement of the scientific knowledge uses both the methods. Though the IF or impact factor is the most well known bibliometric index, is not the only one suggested by ISI (now Thompson) to refer. In the Open Access world are spreading a wide number of initiatives and projects regarding the “bibliometrics” field, in which are being testing alternative solutions to the traditional IF, for example the Eigenfactor, the Hirsch index and its variations like the g-index, a-index, h-b-index, tools that mark a meaningful change in this fascinating field. While the indicators “author-produced” are the citations, those “reader-produced” are usage data collected through webserver and linkresolver logs. A quantitative bibliometric indicator of new generation is the Usage Factor UF, complementary but non substitutive of traditional or alternative impact factor indicator. It will be necessary to organize the log data collection to share methods to obtain significant analysis. The article goes over some examples of new tools/projects for citational analysis in the Web area, among these the Web Impact Factor (WIF), and for the statistical analysis of logs and data, both bringing back to the new science known as metric of the web or Webometric. Within the OAI framework there are many research projects of the webometric type, involving the intellectual output archivied into the repositories and their impact within the constitutive processes of the scholarly communication. The theory assuming that an open access article in more likely to be read and therefore cited is matter of international debates and object of several studies, aimed to analyze the effects of the open access model and of the download on the citational impact. The article closes with a critical report on some of the most important works investigating the validity of this theory, from the original study of Lawrence, on Nature 2001, to the most recent works, the three postulates of Kurtz, the analysis run in 2006 by the Cornell’s Library staff on the MathSciNet database, the study of Moed which imposed a completely new methodological level with the introduction of the “variable citation window”. Useful tools for the citational bibliometric analysis, on the statistical usage measurement of the researchs for the successful data monitoring, should be in the hands of the research producers, not in the hands of those commercial oligopoles that can influence the investment strategies and the national and international policies for the research.
Italian abstract
L’articolo è focalizzato sui metodi bibliometrici usati per la valutazione della ricerca, entro l’ambito di studio noto come bibliometria, la quale utilizza tecniche matematiche e statistiche per analizzare i modelli di distribuzione delle pubblicazioni e per esplorare l’impatto entro le comunità scientifiche. Mentre i metodi bibliometrici sono più spesso usati nel campo LIS, la bibliometria offre ampie applicazioni in altre aree del sapere. Poiché la valutazione della ricerca richiede un duplice approccio: quantitativo (analisi bibliometrica) e qualitativo (peer-review, panel, …) l’idea di fondo è che la misurazione della produzione del sapere scientifico usi entrambi gli approcci in modo combinato. Sebbene l’Impact Factor o IF, sia l’indicatore bibliometrico più conosciuto, non è il solo indicatore proposto dall’ISI (ora Thompson) a cui fare riferimento. Nel mondo Open Access inoltre stanno nascendo una serie di iniziative e progetti che interessano il campo della "bibliometria" dove si stanno sperimentando soluzioni alternative al tradizionale IF, tra cui l’Eigenfactor, l’Indice di Hirsch e le sue varianti come il g-index, a-index, h-b-index, strumenti che segnano una svolta epocale in questo affascinante campo di indagine. Se gli indicatori generati dall’autore sono le citazioni, quelli generati dai lettori sono i dati sull’utilizzo che possono essere raccolti tramite server web e linkresolver logs. Indicatore bibliometrico quantitativo di nuova generazione è l’Usage Factor UF, complementare e non sostitutivo a fattori di impatto tradizionali o alternativi all’IF. Sarà necessario normalizzare il lavoro di raccolta dei dati di log al fine della condivisione di metodi per ottenere analisi significative. L’articolo passa in rassegna alcuni esempi di nuovi strumenti e/ progetti per l’analisi citazionale nell’ambiente Web, tra cui il Web Impact Factor (WIF) e per l’analisi statistica dei log e dei dati, che si riconducono alla nuova scienza nota come metrica del web o Webometrica. Entro il framework OAI numerosi sono i progetti di ricerca di tipo webometrico che coinvolgono le produzioni intellettuali depositate negli archivi e il loro impatto entro i processi che costituiscono la catena della comunicazione scientifica. La teoria che ipotizza che un articolo ad accesso aperto ha maggiori possibilità di essere letto e quindi citato è argomento di accesi dibattiti internazionali e oggetto di numerosi studi che hanno lo scopo di analizzare l’effetto dell’Open Access e dello scarico sull’impatto delle citazioni. L’articolo si chiude con una rassegna critica di alcuni dei lavori più importanti che indagano sulla validità di questa teoria, a partire dallo studio originale di Lawrence apparso su Nature nel 2001 e fino ai più recenti lavori, passando dai tre postulati di Kurtz, all’analisi condotta nel 2006 sulla banca dati MathSciNet dai bibliotecari della Cornell e fino al rigoroso studio di Moed che ha imposto un livello metodologico del tutto nuovo con l’introduzione della “variable citation window. Strumenti utili per analisi bibliometriche sulle citazioni, sulla misurazione statistica dell’uso delle ricerche da parte dell’utente/autore, per il conseguente monitoraggio dei dati, dovrebbero essere nelle mani di chi la ricerca la produce e non di pochi oligopoli commerciali che possono influenzare le strategie di investimento e le politiche scientifiche nazionali e internazionali.
Item type: | Journal article (Paginated) |
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Keywords: | Open Access, bibliometric methods, bibliometrics, research, evaluation, bibliometria, IF, bibliometric indicators, indicatori bibliometrici |
Subjects: | B. Information use and sociology of information > BA. Use and impact of information. A. Theoretical and general aspects of libraries and information. > AC. Relationship of LIS with other fields . E. Publishing and legal issues. > ED. Intellectual property: author's rights, ownership, copyright, copyleft, open access. B. Information use and sociology of information > BB. Bibliometric methods |
Depositing user: | Antonella De Robbio |
Date deposited: | 17 Nov 2007 |
Last modified: | 02 Oct 2014 12:09 |
URI: | http://hdl.handle.net/10760/10686 |
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