Open Access in Italia e all’estero : stato dell’arte, raccomandazioni, esperienze

Mornati, Susanna Open Access in Italia e all’estero : stato dell’arte, raccomandazioni, esperienze., 2006 . In Dopo Berlin 3 : politiche di accesso aperto alla letteratura scientifica, Pisa (Italy), 16 February 2006. [Presentation]

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A presentation about Open access in Italy and abroad, held at the workshop: "Dopo Berlin 3: politiche di accesso aperto alla letteratura scientifica" (After Berlin 3 : open access policies to scholarly literature), University of Pisa, 16th February 2006.

Italian abstract

Nel 1990 e 1991 rispettivamente uscivano gli ormai famosi articoli di Stevan Harnad intitolati “Scholarly skywriting” e “Post-Gutenberg galaxy”, una visionaria anticipazione di come Internet sarebbe diventata protagonista della comunicazione scientifica negli anni a venire. Negli stessi anni ad opera di Paul Ginsparg a Los Alamos nasceva “xxx”, oggi “arXiv”, il grande database di preprints ad accesso aperto per i fisici delle alte energie. Si trattava allora di posizioni e iniziative limitate ad una ristretta cerchia di studiosi e scienziati che non immaginavano ancora di porre le basi di un nuovo e rivoluzionario modo di gestire la comunicazione scientifica. E’ tuttavia solo una decina di anni dopo, con l’affermarsi del World-Wide Web in tutti i campi del sapere, oltre che dell’economia e della vita quotidiana, e con l’invenzione del protocollo OAI-PMH per applicazioni pratiche quali lo scambio dei metadati bibliografici prima nascosti nel “deep web”, che si allarga l’interesse per le istanze dell’accesso aperto alla letteratura di ricerca e nasce un vero e proprio movimento che si coagula intorno ad alcuni momenti simbolici, a cominciare dalla Budapest Open Access Initiative. Oggi il dibattito si concentra sulle due strategie per l’Open Access: più animato sull’editoria ad accesso aperto, a causa dei controversi modelli economici su cui si poggia, più concreto sugli archivi aperti, strumenti open-source, di basso costo e facile impiego. Soprattutto negli ultimi mesi l’attenzione si è andata focalizzando sugli Institutional Repositories, lasciando ai service providers il compito di proporre aggregazioni tematiche delle risorse disponibili in rete. Per favorire la disponibilità di letteratura ad accesso aperto occorre riempire gli archivi, dunque adottare policies istituzionali che richiedano ai propri ricercatori il deposito delle pubblicazioni a testo pieno. L’applicazione di questo principio è ancora molto lenta, nonostante i progressi compiuti da alcune comunità (negli USA ad esempio i risultati della ricerca medica finanziata con denaro pubblico devono essere obbligatoriamente disponibili ad accesso pubblico e gratuito). Il movimento si scontra con abitudini refrattarie all’innovazione ma anche con l’ostilità degli editori, che temono di perdere il secolare monopolio sulla disseminazione delle pubblicazioni scientifiche che porta loro tanto profitto economico. In Europa le istituzioni che finanziano la ricerca hanno avviato da tempo studi e consultazioni, ma si attendono ancora pronunciamenti ufficiali a favore dell’Open Access, soprattutto da parte dei Research Councils UK che potrebbero avere un effetto di trascinamento sugli omologhi enti continentali. In Italia la CRUI, Conferenza dei Rettori, si è attivata sin dal 2004 con il convegno di Messina, durante il quale oltre 30 università hanno dichiarato la propria adesione ai princìpi dell’accesso aperto. Nel corso del 2005 sono state raccolte fra i rettori degli atenei italiani 74 firme alla Berlin Declaration, di cui 64 già pubblicate sul sito della Max Planck Society. L’Italia si situa così, un po’ paradossalmente com’è nostro costume, da un lato fra i maggiori firmatari della dichiarazione e dall’altro fra i paesi con il minor numero di pubblicazioni disponibili negli archivi aperti. Vi sono tuttavia i segnali per un posizionamento attivo del nostro paese: dalla pubblicazione delle prime raccomandazioni sull’accesso aperto scaturite dal gruppo di lavoro CRUI sull’editoria elettronica, alla costituzione imminente di un gruppo di lavoro espressamente dedicato all’Open Access, dalla presenza di PLEIADI, il service provider dedicato alla comunità nazionale, alle nuove iniziative per agganciare la disponibilità delle pubblicazioni alla valutazione della ricerca, ci si attende una rapida diffusione degli institutional repositories e della cultura che accompagna i nuovi paradigmi della comunicazione scientifica.

Item type: Presentation
Keywords: Open access Accesso aperto
Subjects: B. Information use and sociology of information > BG. Information dissemination and diffusion.
Depositing user: Francesca Di Donato
Date deposited: 07 Nov 2006
Last modified: 02 Oct 2014 12:05
URI: http://hdl.handle.net/10760/8339

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